La scena politica boliviana si complica con il dietrofront del presidente luis arce, che ha deciso di non candidarsi al senato nelle elezioni previste per il 17 agosto 2025. Questa decisione anticipa la sua uscita dalla politica attiva al termine del mandato, previsto per novembre. Il ritiro di arce arriva mentre il Movimiento al Socialismo , la formazione che ha dominato la politica boliviana negli ultimi due decenni, si trova in mezzo a forti divisioni interne.
La rinuncia di luis arce e il suo impatto sulla politica boliviana
Luis arce, economista e figura di spicco all’interno del Mas, ha sorpreso il paese annunciando la sua scelta di non candidarsi per un seggio al senato. L’evento segna una svolta significativa per la scena politica locale. Arce aveva in precedenza escluso la ricandidatura alla presidenza a causa di dissapori interni nel partito e delle crescenti tensioni con l’ex presidente evo morales.
L’annuncio è arrivato in un contesto dove Mas sta attraversando una profonda frattura. Le tensioni interne si sono acuite dopo che la candidatura di morales è stata esclusa dalla Corte costituzionale e le conseguenti proteste dei suoi sostenitori, che per due settimane hanno bloccato strade e città . La scelta di arce contribuisce a un vuoto di potere che potrebbe ridisegnare gli equilibri politici boliviani nelle prossime settimane.
Il ruolo di luis arce nel mas e il suo percorso politico
Luis arce ha un legame storico con il Mas e con evo morales, sotto cui è stato ministro dell’economia dal 2006 al 2019. La sua carriera politica è strettamente legata all’ascesa e al consolidamento del Mas in bolivia. Quando ha assunto la presidenza nel 2020, arce si è trovato a gestire un paese stretto nella morsa della crisi economica e sociale, aggravata dalla pandemia e dall’aumento incontrollato dei prezzi al consumo.
Durante il suo mandato, l’immagine di arce ha subito un calo a causa del peggioramento delle condizioni di vita per buona parte della popolazione. Le politiche economiche adottate, pur nel solco della tradizione politica del Mas, non sono riuscite a arrestare l’inflazione e la perdita di sostegno politico. Questa situazione ha pesato notevolmente sulla sua decisione di non proseguire la carriera presidenziale.
Le tensioni interne al movimiento al socialismo e la crisi politica
Il Mas, partito dominante in bolivia per vent’anni, è oggi segnato da divisioni che rischiano di frammentare il suo potere. La sentenza della Corte costituzionale che ha impedito a evo morales di candidarsi ha scatenato proteste e contestazioni nel paese. I suoi sostenitori hanno promosso blocchi stradali, creando un clima di instabilità e protesta che ha allargato le crepe nel partito.
Con l’uscita di scena di luis arce, le dispute interne rischiano di accentuarsi ulteriormente. Il vuoto politico lasciato dal presidente uscente potrebbe innescare nuovi equilibri e spostamenti di potere nelle prossime elezioni. In questo contesto, il futuro del Mas appare incerto, col partito chiamato a riorganizzarsi in vista di un cambiamento politico che sembra inevitabile.
Le elezioni generali del 17 agosto e le possibili conseguenze sulla scena politica
Le prossime elezioni generali in bolivia, fissate per il 17 agosto 2025, si annunciano cariche di tensione e colpi di scena. La rinuncia di luis arce a tentare un seggio senatoriale apre spazi a nuove alleanze e candidature. Il Mas, diviso e con al proprio interno scissioni, perde una figura che poteva garantire una certa continuità .
Con evo morales fuori dalla competizione per decisione della Corte, il partito sembra privo di leadership unitaria. Il quadro politico sarà probabilmente segnato da lotte interne e nuove forze che cercheranno di approfittare di questo momento. L’esito delle elezioni condizionerà notevolmente la stabilità del paese e la capacità di gestire la crisi economica e sociale attuale.
La situazione in bolivia resta quindi in bilico, con la politica interna che riflette l’instabilità a livello sociale ed economico. Le prossime settimane saranno decisive per capire come il paese affronterà questa fase delicata, a meno di quattro mesi dalla scadenza del mandato presidenziale di arce.