Il nuovo capitolo del processo sul caso di Chiara Poggi si concentra sull’analisi dei profili genetici trovati sotto le unghie della giovane vittima. La perita genetista Denise Albani, nominata nel 2025 dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli, deve affrontare il nodo cruciale della mancanza dei dati grezzi originali sui quali basare le valutazioni. Questi dati, fondamentali per la verifica del dna attribuito anche ad Andrea Sempio, risalgono al 2014 e furono elaborati allora dal perito Francesco De Stefano. L’aspettativa è che il reperimento di tali informazioni influirà sui tempi dell’incidente probatorio, previsto per fine ottobre.
Il calendario dell’incidente probatorio e le prossime tappe
L’udienza per esaminare tutte le analisi è fissata al 24 ottobre 2025. A quella data la perita Albani presenterà le sue valutazioni, contingentate però dalla disponibilità dei dati grezzi. La possibilità di proroghe resta aperta, qualora il materiale venga recuperato in ritardo o si presentino difficoltà ulteriori.
Questo momento processuale è cruciale perché interessa direttamente la validità delle prove genetiche che formano uno dei punti portanti dell’accusa e della difesa. La capacità di confrontare i profili trovati sulle unghie di Chiara Poggi con i campioni degli imputati potrà chiarire aspetti fondamentali della vicenda.
Gli sviluppi di queste settimane saranno osservati con attenzione, visto che la complessità delle operazioni tecniche e burocratiche potrebbe influire sull’intero percorso giudiziario. Restano dunque da seguire con attenzione i risultati di questi accertamenti, puntuali e decisivi per fare chiarezza sul caso garlasco.
Difficoltà pratiche nel reperimento dei dati dopo più di un decennio
Recuperare dati così vecchi pone diverse problematiche. I tracciati del dna risalgono a undici anni fa, e non è chiaro se siano stati conservati seguendo le necessarie procedure che ne garantiscano l’integrità. Il coinvolgimento del perito De Stefano, ormai in pensione, e dell’Università di Genova, sua vecchia sede lavorativa, potrebbe essere indispensabile.
Il tempo passato e la frammentarietà degli archivi appaiono come ostacoli concreti. La perita Albani ha spiegato che sarà necessario anche rivolgersi al Ris, corpo che effettuò le prime analisi all’epoca, per ottenere ulteriori dati grezzi. L’esigenza di questi reperti è tanto tecnica quanto procedurale, in quanto potrebbero incidere significativamente su come verranno interpretate le tracce genetiche.
Il ritardo causato da queste ricerche ha già fatto ipotizzare uno slittamento del calendario dell’incidente probatorio di diverse settimane. Questo allungamento dei tempi si fonda sulla complessità degli adempimenti richiesti per il ritrovamento e la verifica dei materiali originali.
Il ruolo della perita genetista e la richiesta dei dati originali
Denise Albani ha l’incarico di valutare i profili genetici rinvenuti sulle unghie di Chiara Poggi nel corso del maxi incidente probatorio che riguarda il caso garlasco. Attualmente, con i documenti a disposizione, non può esprimersi sull’attribuzione dei due profili, di cui uno indicato dal pm come riconducibile ad Andrea Sempio. Questo impedimento deriva dalla mancanza dei cosiddetti dati grezzi, ovvero i tracciati del dna originali su cui basare un’analisi approfondita.
I dati grezzi vennero prodotti durante il processo d’appello bis del 2014, affidati al perito Francesco De Stefano. Senza poter accedere a quelle informazioni, ogni valutazione rischia di essere parziale o incompleta. La perita ha quindi evidenziato la necessità di recuperare quei dati per assicurare una ricostruzione affidabile delle prove genetiche. Non è un passaggio secondario, perché senza i tracciati originari diventa complicato validare o confutare le attribuzioni finora emerse.