La situazione dei mercati energetici nell’Unione Europea ha mostrato segnali di stabilità nella prima parte del 2025, dopo anni caratterizzati da difficoltà e turbolenze. La produzione di energia rinnovabile, soprattutto da fotovoltaico, ha toccato livelli record, tuttavia i prezzi di gas ed elettricità sono tornati a salire, influenzati da diversi fattori stagionali e geopolitici. Questi dati emergono dai più recenti report della Commissione europea, che descrivono una fase di transizione e nuove sfide per il settore energetico comunitario.
Andamento dei consumi e della produzione di gas nel primo trimestre 2025
Nei primi tre mesi del 2025, il consumo di gas naturale nell’UE ha raggiunto i 119,1 miliardi di metri cubi, segnando un aumento dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2024. L’inversione di tendenza nelle richieste di gas riflette soprattutto il calo delle temperature registrato in inverno, che ha fatto impennare del 15% l’uso di gas rispetto al trimestre precedente. Questa crescita interrompe la fase di riduzione dei consumi iniziata nel 2022, quando la crisi energetica aveva spinto verso maggiore efficienza e riduzione della domanda.
La produzione interna di gas ha toccato gli 8,6 miliardi di metri cubi, con una crescita quasi esclusiva attribuita a cinque paesi: Paesi Bassi , Romania , Germania , Italia e Danimarca . L’Unione ha fatto affidamento per la maggior parte della domanda su importazioni pari a 69 miliardi di metri cubi, di cui 38 tramite gasdotti e il restante via gas naturale liquefatto . Norvegia e Stati Uniti confermano la loro posizione di principali fornitori, seguiti da Russia e paesi nordafricani.
Gli stoccaggi di gas hanno garantito un supporto importante, anche se il loro livello medio stagionale è risultato inferiore rispetto agli anni 2023 e 2024. Restano comunque sopra la media storica 2016-2020, assicurando una certa sicurezza di approvvigionamento in vista dei mesi successivi.
Dinamica dei prezzi del gas all’ingrosso e al dettaglio nel primo trimestre 2025
Nel primo trimestre il prezzo medio all’ingrosso del gas ha toccato i 47 euro per megawattora, con un aumento del 9% rispetto al trimestre precedente e del 71% su base annua. Le forti oscillazioni dipendono dalla combinazione dei prelievi intensi dalle riserve, dal calo temporaneo della produzione energetica rinnovabile e dalle tensioni geopolitiche che coinvolgono il mercato. Il picco si è registrato a febbraio con 50 €/MWh, per poi scendere a 42 €/MWh a marzo.
Sul fronte del dettaglio si è visto un incremento più contenuto, pari al 6% sia sul trimestre precedente che su base annua. Il prezzo medio per i consumatori europei si è posizionato intorno ai 112 €/MWh, penalizzato principalmente dalle componenti fiscali e dagli oneri di rete, che continuano a influenzare la bolletta finale.
Il mercato elettrico europeo nel primo trimestre 2025: aumento della domanda e produzione solare ai massimi
Nei primi tre mesi del 2025 la domanda di elettricità nell’UE è cresciuta soltanto dell’1% rispetto al primo trimestre 2024, con variazioni differenziate fra i 27 Stati membri: 18 hanno visto un aumento mentre gli altri hanno mantenuto livelli stabili o in lieve calo. Complessivamente la domanda resta inferiore del 6% rispetto ai valori pre-crisi energetica registrati tra il 2015 e il 2019.
La quota di energia rinnovabile è scesa al 41% a causa della riduzione nel contributo dell’eolico e dell’idroelettrico, che hanno rispettivamente perso il 17% e il 15% della produzione rispetto all’anno precedente. La produzione fossile ha invece aumentato la propria presenza al 33%, invertendo la tendenza in corso dei due anni passati.
In questo contesto il solare fotovoltaico ha fatto la differenza, raggiungendo i 45 terawattora e segnando un record per il primo trimestre. Questa crescita del 30% è stata causata anche dall’aumento delle capacità installate e dalle condizioni climatiche favorevoli del periodo.
L’andamento dei prezzi dell’elettricità all’ingrosso e al dettaglio nel primo trimestre 2025
I prezzi all’ingrosso dell’elettricità hanno mostrato una certa volatilità durante i primi mesi del 2025, con una media europea di circa 100 €/MWh. L’European Power Benchmark ha risentito soprattutto della maggiore domanda di energia prodotta a gas, conseguenza dei rincari in quel mercato. Questo dato segna un rialzo significativo, circa il 49% rispetto al primo trimestre 2024, ma resta inferiore del 38% rispetto ai livelli del primo trimestre 2023.
Nel segmento al dettaglio, l’incremento è stato più contenuto: i prezzi medi nella maggior parte delle capitali europee sono aumentati del 3% e si sono attestati intorno ai 255 €/MWh. L’aumento è riconducibile principalmente all’inasprimento delle tasse energetiche e ai costi di sistema.
Il contesto del 2024: stabilità e segnali di previsione nella crisi energetica
L’anno precedente aveva mostrato una situazione complessivamente più calma rispetto ai picchi del biennio 2022-2023. Nei trimestri del 2024 si era assistito a una stabilizzazione di consumi ed importazioni di gas, con prezzi in risalita ma ancora lontani dai valori massimi. La produzione di energia rinnovabile, in particolare quella solare e eolica, aveva consolidato la propria quota, raggiungendo un picco storico nel terzo trimestre.
Nonostante il calo dell’uso di gas per la generazione elettrica, il mercato aveva mantenuto una certa tensione, legata anche alla riduzione delle importazioni dalla Russia e al rafforzamento delle forniture da Norvegia e Stati Uniti. Gli stoccaggi erano rimasti a livelli elevati, garantendo un margine di sicurezza per la stagione fredda.
L’attenzione degli Stati membri era puntata sul graduale passaggio a fonti più sostenibili, ma le oscillazioni dei prezzi mettevano in luce la difficoltà di garantire al contempo stabilità e sostenibilità nel breve periodo. Il mercato elettrico 2024 aveva beneficato anche di una diminuzione delle ore con prezzo negativo, segno di un equilibrio migliorato tra domanda e offerta.
Scenari e criticità del mercato europeo dell’energia tra il 2024 e il 2025
Il passaggio dall’anno 2024 al 2025 ha confermato il ritorno a una condizione di relativa regolarità, ma l’aumento dei prezzi sia del gas sia dell’elettricità lascia intravedere criticità non risolte. L’inverno freddo e il minor apporto delle fonti rinnovabili, insieme alle incertezze geopolitiche, hanno imposto soluzioni di breve termine meno sostenibili dal punto di vista ambientale.
Allo stesso tempo, la produzione fotovoltaica si è dimostrata in grado di raggiungere nuovi traguardi, segnalando come la diffusione delle rinnovabili rappresenti uno degli strumenti principali per ridurre la dipendenza da fonti esterne e fossili. Tuttavia la minore generazione eolica e idroelettrica rappresentano elementi di rischio e richiedono un sistema flessibile di compensazione della domanda, ad esempio attraverso lo stoccaggio o l’integrazione con altre fonti.
L’Unione Europea continua a confrontarsi con il nodo dell’approvvigionamento di energia russa e con la necessità di diversificare le fonti, mantenendo la sicurezza degli approvvigionamenti a prezzi sostenibili per cittadini e imprese. Le prossime stagioni metteranno alla prova la capacità del mercato di adattarsi senza compromettere gli obiettivi ambientali e sociali.