Il presidente brasiliano, lula da silva, ha riacceso il dibattito sull’introduzione di una nuova moneta per gli scambi commerciali fra i paesi del brics. Durante la conferenza annuale della banca nazionale di sviluppo del brics, tenutasi a rio de janeiro, lula ha sottolineato l’urgenza di trovare una soluzione diversa dall’attuale predominio del dollaro negli scambi internazionali. Il discorso evidenzia le tensioni politiche e le sfide economiche dietro questa proposta, che potrebbe segnare una svolta nelle relazioni economiche globali.
La posizione di lula da silva sulla moneta commerciale alternativa
Nel suo intervento alla conferenza della banca nazionale di sviluppo del brics, lula da silva ha definito la questione di una nuova moneta “estrema-mente importante”, ammettendo che la complessità politica rende difficile mettere in pratica questo cambio. Tuttavia, il presidente brasiliano ha mostrato preoccupazione sul fatto che, senza un cambiamento significativo, si rischia di attraversare tutto il XXI secolo mantenendo le tradizionali gerarchie economiche del XX, con conseguenze negative per l’umanità.
Lula ha evidenziato che l’attuale struttura finanziaria internazionale, dominata dal dollaro, limita la capacità dei paesi emergenti di agire con autonomia nelle transazioni commerciali. L’idea di una moneta di scambio alternativa fra i membri del brics rappresenta quindi non solo un tentativo di ridurre la dipendenza da washington ma anche di rafforzare la cooperazione economica interna al gruppo. Durante l’evento a rio de janeiro, ha spiegato come la politica e la diplomazia saranno cruciali per superare gli ostacoli legati a questa proposta.
L’utilizzo delle valute locali nei progetti di sviluppo del brics
Lula ha fornito dati concreti per supportare il suo appello, rivelando che già il 31% dei progetti della banca nazionale di sviluppo del brics viene realizzato utilizzando le valute dei paesi membri. Questo dato mostra una progressiva riduzione dell’incidenza del dollaro nelle transazioni interne al gruppo, segnalando una tendenza che potrebbe favorire una valuta comune o un sistema di compensazione condiviso.
Il ricorso a monete alternative nelle operazioni finanziarie tra i paesi del brics punta a facilitare i rapporti commerciali senza dover passare attraverso le valute tradizionali occidentali, che aggiungono costi e rischi legati ai cambi e alle sanzioni. Inoltre, l’uso delle valute nazionali permette di valorizzare le economie locali, stimolando investimenti e migliorando l’accesso ai finanziamenti. Questa pratica sta già influenzando il modo in cui i paesi del brics pianificano e finanziamo progetti infrastrutturali o di sviluppo economico.
Sfide politiche e implicazioni economiche nel proporre una nuova moneta
Non mancano i problemi politici interni agli stati del brics che rendono complicato definire una moneta unica o un sistema alternativo. Anche le differenze nelle strategie economiche e nelle priorità nazionali creano attriti. Lula da silva ha indicato che senza una nuova “formula”, cioè un accordo condiviso e dettagliato, il gruppo rischia di restare ingabbiato nell’attuale sistema dominato dal dollaro americani.
Trovare un’intesa si presenta come un percorso lungo, particolare-mente se si considera la storica influenza che gli Stati uniti mantengono nell’ordine monetario globale. Le tensioni geopolitiche attuali amplificano queste difficoltà, ma non fermano la volontà di molti paesi emergenti di rivedere le regole del commercio mondiale, cercando strumenti finanziari che riflettano meglio le loro esigenze e aspettative produttive.
Implicazioni di una moneta commerciale alternativa per il brics
In questo scenario, la proposta di lula si inserisce come un’alternativa concreta che potrebbe variare equilibri consolidati da decenni. Una moneta commerciale alternativa permetterebbe al brics di aumentare la stabilità degli scambi e ridurre l’esposizione alle fluttuazioni imprevedibili del dollaro.
L’appello arrivato da rio de janeiro rompe un’altra volta il silenzio sul tema e annuncia una fase di discussioni che potrebbe accelerare le scelte strategiche economic e monetarie fra queste potenze emergenti.