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La Ue autorizza l’import di una nuova soia Ogm per uso umano e animale, stop alla coltivazione

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La Commissione europea ha dato il via libera all’importazione di una nuova varietà di soia geneticamente modificata, destinata sia al consumo diretto che a quello animale all’interno dell’Unione europea. La decisione segue un lungo periodo di stallo politico tra gli Stati membri, che non sono riusciti a raggiungere un accordo sul tema. L’ok della commissione si basa sul parere positivo dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare , che ha giudicato la soia sicura quanto quella convenzionale. La misura riguarda solo l’importazione e durerà dieci anni, mentre la coltivazione di questa varietà rimane vietata in Europa. L’arrivo della nuova soia Ogm riflette le tensioni sulle materie prime strategiche che l’UE deve affrontare, in particolare per un settore agroalimentare dipendente dai Paesi terzi.

Autorizzazione europea e implicazioni normative sull’import di soia ogm

La decisione della commissione europea è arrivata dopo che il comitato tecnico formato dagli Stati membri non ha raggiunto una maggioranza qualificata, come previsto dalle regole comunitarie. In questi casi la competenza finale spetta all’esecutivo Ue. La varietà di soia autorizzata potrà quindi entrare nel mercato europeo esclusivamente per uso alimentare e zootecnico, non per la coltivazione diretta in suolo comunitario. Il permesso ha durata decennale e opera sotto strette regole di tracciabilità ed etichettatura, per garantire la trasparenza verso consumatori e operatori.

Il parere dell’efsa sulla sicurezza della nuova soia ogm

L’Efsa ha effettuato una valutazione scientifica approfondita, concludendo che la nuova soia geneticamente modificata non presenta rischi maggiori rispetto alle varietà tradizionali. Questo è stato un passaggio fondamentale per la decisione finale, che consente l’inserimento del prodotto nella catena alimentare europea sotto standard di sicurezza rigorosi. I prodotti derivati dovranno riportare indicazioni precise sull’origine e la presenza di Ogm, in linea con le normative comunitarie vigenti, per permettere una scelta informata da parte dei consumatori.

Il ruolo strategico della soia per l’agroalimentare europeo e le dipendenze esterne

La soia rappresenta una materia prima chiave per molte industrie europee, in particolare per la produzione di mangimi animali. L’Ue dipende infatti fortemente dalle importazioni esterne, coprendo appena il 10% del fabbisogno interno con la produzione propria. L’Italia, primo produttore europeo di semi di soia non Ogm con circa un milione di tonnellate annue, registra un deficit vicino all’80%. La maggioranza del fabbisogno europeo proviene da grandi esportatori come Brasile e Stati Uniti, paesi in cui l’utilizzo di soia geneticamente modificata continua a crescere.

Brasile, principale fornitore di soia all’ue

Il Brasile è il principale fornitore, con una produzione annuale che supera i 170 milioni di tonnellate e copre circa il 70% della domanda europea. Questa dipendenza genera preoccupazioni nei Paesi Ue e ha portato a riflessioni sull’opportunità di sviluppare una politica proteica più autonoma, all’interno della Politica agricola comune . I tentativi di creare un piano strutturato per il potenziamento della coltivazione europea di soia hanno finora incontrato ostacoli significativi, sia politici che economici.

La politica europea sugli ogm e le sfide della filiera nazionale

L’Europa ha scelto anni fa, con la normativa del 2001, di vietare la coltivazione di Ogm sul suo territorio, pur continuando a importare materie prime provenienti da agricolture geneticamente modificate. L’Italia si sta organizzando per incrementare la produzione di soia convenzionale, attraverso sistemi di incentivi e contratti lungo la filiera che coinvolgono produttori e industrie di trasformazione. Un esempio è il gruppo agroindustriale vicentino Cereal Docks, che tratta gran parte della soia nazionale e importa anche soia Ogm per la sua lavorazione dentro gli stabilimenti italiani.

Nuove regole europee contro la deforestazione e impatti sugli import

Le autorità europee hanno però imposto un nuovo regolamento contro la deforestazione associata alle colture commodity, che rende più difficile l’importazione di soia e altri prodotti provenienti da aree disboscate, principalmente dal Brasile. Questo provvedimento impone complesse certificazioni e controlli, mettendo a rischio alcune forniture. Nel frattempo, l’UE guarda con attenzione al possibile via libera alle nuove biotecnologie agricole, che potrebbero favorire un aumento della produzione interna di colture proteiche e ridurre la dipendenza dalle importazioni.

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