L’autorità giudiziaria ha aperto un’indagine su sei persone coinvolte in una serie di evasioni dal carcere di Prato. Quattro detenuti e due agenti della polizia penitenziaria risultano iscritti nel registro degli indagati per fatti avvenuti tra luglio 2024 e luglio 2025. Le evasioni riguardano diversi momenti in cui i reclusi, tutti in regime di “media sicurezza”, hanno approfittato di permessi premio o autorizzazioni per necessità. Le dinamiche coinvolgono anche una struttura della Caritas locale, utilizzata in modo illecito durante questi eventi, oltre a ipotesi di omissioni da parte di agenti penitenziari.
Dettagli sulle evasioni: date, modalità e implicazioni
Tra il 1° luglio 2024 e il 1° luglio 2025 si sono consumate cinque evasioni all’interno del carcere di Prato. I detenuti coinvolti, tutti condannati con sentenza definitiva e inseriti in regime di media sicurezza, sono riusciti a sottrarsi alla sorveglianza approfittando dei permessi premio o delle uscite autorizzate per esigenze personali. Le date di riferimento sono il 27 novembre 2024, il 20 dicembre 2024, il 26 maggio 2025, il 12 giugno 2025 e il 1° luglio 2025.
Ruolo della casa di accoglienza lacques Fresh
In due episodi, i detenuti erano stati destinati a sostare presso la “Casa di accoglienza lacques Fresh” a Prato, gestita dalla Caritas. La procura ha documentato che questa struttura veniva sfruttata per occultare e approvvigionare stupefacenti destinati a detenuti all’interno delle celle, imponendo così una nuova chiave di lettura sulla gestione di questi permessi. Le infiltrazioni di droga e la complicità con l’esterno creano un quadro più complesso rispetto a una semplice fuga.
Responsabilità e ruolo del personale penitenziario
Tra i due agenti indagati, figura il comandante di reparto in servizio durante uno degli episodi di evasione, oltre a un assistente capo. Nel caso dell’evasione del 20 dicembre 2024, la procura contesta un agevolamento colposo dell’evasione. Nel dettaglio, il comandante e l’assistente capo non avrebbero rispettato alcune direttive stabilite dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria .
Errori nelle comunicazioni e nei controlli
In particolare, al detenuto evaso non è stato tempestivamente comunicato il provvedimento di sospensione del regime di semilibertà. La persona avrebbe dovuto essere trasferita nella sezione ordinaria ma è rimasta, per una dimenticanza, in quella destinata alla semilibertà. Ciò ha permesso l’allontanamento dalla struttura, aggravato dal fatto che la porta esterna della sezione è stata lasciata aperta senza sorveglianza. Questi errori hanno causato un buco nel sistema di controllo, sfociato nell’evasione.
La cattura e la gestione del detenuto evaso
Dopo l’evasione del 20 dicembre 2024, le forze dell’ordine hanno avviato immediatamente le indagini e le ricerche. Le intercettazioni ambientali e telefoniche hanno giocato un ruolo decisivo per localizzare il fuggitivo. La cattura è avvenuta nella stessa giornata a Firenze, grazie a un intervento rapido delle autorità.
Dal 20 gennaio successivo, il detenuto si trova affidato in prova in una struttura di Vicchio, nel comune di Firenze. La misura cautelare è stata messa in atto per limitare i rischi e rimetterlo sotto controllo, riducendo le possibilità di ulteriori fughe o condotte criminose. Questa soluzione temporanea è un passaggio previsto dalla legge per gestire situazioni di rischio elevate all’interno del sistema penitenziario.
Criticità emerse e impatto sulle procedure di sorveglianza
Questi episodi evidenziano serie difficoltà nella sorveglianza e nella gestione di detenuti in semilibertà e con permessi premio. La combinazione tra ritardi nelle comunicazioni ufficiali, negligenza nel controllo degli accessi e complicità con organizzazioni esterne ha creato una situazione fuori controllo per diversi mesi.
Le successive indagini della procura si concentrano anche sul modo in cui la struttura della Caritas è stata utilizzata per fini illeciti. Il rischio che permessi concessi per motivi umanitari o di reinserimento sociale possano essere strumenti di evasione o di introduzione di sostanze vietate rappresenta un problema che coinvolge non solo Prato, ma l’intero sistema penitenziario italiano. Le autorità continueranno a monitorare la situazione mentre proseguono i rilievi su responsabilità penali e amministrative.