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Il bacio nel mondo: tra suoni, usi e modi di dire nelle diverse culture globali

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Il gesto del bacio, spesso visto come semplice e spontaneo, rivela una complessità variegata a livello culturale e linguistico. In occasione della Giornata Internazionale del Bacio, celebrata il 6 luglio, emergono curiosità e differenze legate a come questo atto viene percepito e rappresentato nel mondo, tanto nella comunicazione quotidiana quanto nelle tradizioni sociali.

Come si rappresenta il suono del bacio nelle diverse lingue?

Il bacio è accompagnato da un suono caratteristico, quello dello schiocco delle labbra. Ma l’effetto sonoro, seppur globale, prende forme diverse nei vari idiomi, riflettendo peculiarità fonetiche e culturali. In Italia, il bacio viene spesso descritto con l’onomatopea “smack”. La parola trasmette il ritmo della chiusura e riapertura rapida delle labbra, evocando un gesto che può essere romantico o giocoso. Quest’espressione ha radici nella cultura dei fumetti italiani, dove viene usata per tradurre visivamente quel suono netto e immediato.

Rappresentazioni asiatiche del suono del bacio

In Cina, soprattutto nelle chat e sui social, si usa riprodurre il suono del bacio con “me me dā” . Qui la combinazione delle sillabe riproduce il “muah” tipico dei baci, mentre la particella “dā” viene aggiunta per sottolineare una nota affettuosa senza senso letterale. Questa frase viene spesso accompagnata da emoji per amplificare il messaggio affettivo nel linguaggio digitale.

Il giapponese utilizza “chu” per indicare il suono di un bacio, molto diffuso nei manga e anime. In questo caso il bacio espresso può avere una connotazione più dolce e riservata: spesso è un gesto leggero, dato sulla fronte o sulla guancia, che rispecchia l’approccio della cultura nipponica alle manifestazioni emotive, più contenute rispetto a quella occidentale.

In Grecia l’onomatopea “mats-muts” indica una serie di piccoli baci veloci e affettuosi. Le parole simili tra loro creano un ritmo che emula la sequenza sonora dei baci dati a breve distanza l’uno dall’altro, rendendo perfettamente l’idea di una manifestazione intima e calorosa.

Baci e regole sociali: rituali e significati nei diversi paesi

Il bacio assume significati e modalità diverse nelle società del mondo, legate a tradizioni e norme sociali implicite o esplicite. In molte zone d’Europa e America Latina, scambiare un bacio sulla guancia è parte del galateo quotidiano. In Italia, Spagna, Grecia, ma anche in paesi come Colombia, Argentina e Russia, il gesto rappresenta un saluto comune. Tuttavia, cambia il numero di baci maggiormente diffusi: da uno in America Latina fino a tre in alcune nazioni balcaniche come Montenegro e Serbia. Qui il bacio passa dall’essere una dimostrazione d’affetto intima a diventare un rituale sociale che richiede attenzione per evitare equivoci o scortesia.

Pratiche alternative al bacio

Alcune culture scelgono di evitare il contatto diretto delle labbra, preferendo pratiche più contenute. Diverse popolazioni del sud-est asiatico e dell’Africa adottano il cosiddetto bacio olfattivo. In Thailandia, il gesto “hom gäm” o “haawm” prevede l’avvicinamento del naso alla guancia dell’altra persona, seguito da un’inspirazione delicata. Questo modo permette di mostrare affetto senza infrangere rigorose regole sociali che vietano manifestazioni pubbliche di tenerezza. Analogamente, tra gli Yoruba in Nigeria si manifesta affetto con un annusare vigoroso piuttosto che con un bacio tradizionale.

Una tradizione ben nota in Francia è la “bise”, un saluto che coinvolge più baci sulla guancia a seconda delle regioni. A Parigi ne bastano due, ma in altre zone possono arrivare fino a quattro. Il gesto, che a volte si traduce in un semplice sfioramento dell’aria vicino alla guancia, rappresenta un rito imprescindibile tanto negli incontri privati quanto in quelli formali, anche sul lavoro.

Espressioni linguistiche legate al bacio: storia e significato dei modi di dire

Il bacio ha ispirato numerosi modi di dire che riflettono diversi aspetti, dal privato al sociale, passando per il rituale e il metaforico. La locuzione inglese “kiss and tell” traduce letteralmente “baciare e raccontare”. All’origine era riferita a chi svelava dettagli intimi della propria vita sentimentale. Oggi si usa in senso più ampio, soprattutto in riferimento a libri o interviste che rivelano particolari riservati di personaggi pubblici con l’obiettivo di attirare l’attenzione.

In spagnolo c’è il detto “llegar y besar el santo”, che risale al Medioevo. I pellegrini che giungevano ai santuari e riuscivano rapidamente a baciare la statua di un santo consideravano quel momento come una conquista diretta, senza fatica. Oggi l’espressione indica ottenere un risultato in modo immediato, senza passare per il normale processo.

Modi di dire più particolari

L’ungherese ha un detto più cupo: “annyit ér, mint halottnak a csók”, che significa “vale quanto un bacio per un morto”. È un modo per riferirsi all’inutilità di un’azione fatta in modo vano o per chi non può riceverne effetto.

Nelle Filippine, l’idioma “humalik sa yapak” si traduce come “baciare l’impronta”. L’espressione indica una forma di venerazione profonda, quasi religiosa, verso una persona ammirata e il segno che ha lasciato nella vita degli altri.

In tedesco si usa invece la frase “wir küssen deine Augen” , un’espressione figurativa nata probabilmente in contesti arabi o turchi, dove gli occhi vengono considerati specchio dell’anima. Questa locuzione si usa per mostrare riconoscenza con una sfumatura poetica, richiamando al valore intimo dello sguardo.

Ogni modo di dire ricorda quanto il bacio sia solo apparentemente un gesto semplice, mentre nasconde molte stratificazioni culturali e sociali, radicate nelle storie e nelle tradizioni di popoli diversi.

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