Negli ultimi cinquant’anni i sistemi alimentari hanno subito trasformazioni profonde, plasmate da eventi climatici, sviluppo tecnologico, crisi economiche. Il rapporto dell’International Food Policy Research Institute , uscito per il cinquantenario dell’istituto, evidenzia quanto resti centrale la lotta alla fame e indica le priorità per orientare politiche e ricerche verso sistemi alimentari più giusti e sostenibili. Questo quadro riassume l’evoluzione delle politiche dal 1975 e propone una tabella di marcia per il futuro.
L’evoluzione dei sistemi alimentari dal 1975: contesti e trasformazioni
Nel 1975 oltre un terzo della popolazione dei paesi in via di sviluppo soffriva la fame. La politica agricola era principalmente condizionata dall’intervento diretto degli stati. Da allora, eventi come la rivoluzione verde hanno aumentato la produzione agricola, mentre la fine del secolo ha visto la crescente liberalizzazione dei mercati e una spinta verso la globalizzazione agroalimentare. Questi fattori hanno modificato la disponibilità di cibo, riducendo la povertà globale e migliorando la sicurezza alimentare in molte aree.
Sfide del nuovo millennio
Dall’altra parte, inizio nuovo millennio ha imposto sfide inattese. Il cambiamento climatico si è fatto più evidente con ondate di eventi meteorologici estremi. Conflitti armati e tensioni geopolitiche hanno complicato la distribuzione dei prodotti agricoli. Il divario socioeconomico si è ampliato, rallentando i progressi conseguiti. Nonostante la crescita tecnologica e innovazioni digitali, molte comunità rimangono vulnerabili.
Il rapporto IFPRI sottolinea che restano questioni strutturali aperte, come l’accesso al cibo e il miglioramento della qualità delle diete. Cambiare il sistema alimentare in modo efficace richiede un cambio radicale che, però, non può prescindere da decisioni politiche coerenti e integrate.
Accesso al cibo e politiche agricole: le radici della sicurezza alimentare
Una delle riflessioni più importanti arrivate dalla conferenza mondiale sull’alimentazione del 1974, espressa dall’economista Amartya Sen, riguarda il concetto di sicurezza alimentare. Sen evidenziò che “garantire la produzione di cibo non basta se le persone non hanno accesso economico o fisico a quel cibo”. Questo spostò il focus dalle quantità prodotte alla distribuzione e alle dinamiche sociali che influenzano chi mangia e chi no.
Dalla metà degli anni ’70 la liberalizzazione commerciale e le innovazioni tecnologiche hanno portato a una disponibilità più ampia di alimenti e allo sviluppo di filiere più complesse. Tuttavia, l’instabilità politica e gli shock climatici hanno complicato il quadro. Guerre in varie regioni del mondo hanno prodotto crisi alimentari acute, mentre le disuguaglianze interne ai paesi si sono accentuate, limitando l’accesso al cibo per le fasce più povere.
La pandemia di COVID-19 ha messo ancora più in evidenza i limiti dei sistemi alimentari. Catene di approvvigionamento interrotte e perdite di lavoro hanno acuito il problema dell’insicurezza alimentare in diverse aree. L’accesso equo al cibo è rimasto una priorità da affrontare con strumenti che vanno oltre la mera produzione.
Le sei priorità di ricerca per sistemi alimentari più resilienti e inclusivi
Secondo IFPRI, per ottenere sistemi alimentari capaci di affrontare le sfide globali bisogna concentrare la ricerca – e la politica – su sei punti chiave. Primo, rafforzare la resilienza delle filiere, con occhio alle aree colpite da conflitti o catastrofi naturali, dove la fragilità sociale ed economica è più acuta. I gruppi vulnerabili meritano particolare attenzione, per garantire che non siano esclusi dai benefici.
Secondo, bisogna correggere le cause profonde della cattiva alimentazione. Non si tratta solo di fornire calorie, ma di migliorare le diete per prevenire malnutrizione e malattie correlate, offrendo anche strumenti di scelta informata.
Terzo, le nuove tecnologie come intelligenza artificiale e digitalizzazione devono essere sfruttate in modo responsabile. È importante evitare che questi strumenti accentuino le disparità, assicurando un accesso equo e coinvolgendo tutte le fasce sociali.
L’importanza del settore privato e delle politiche integrate
Quarto, coinvolgere il settore privato è fondamentale per ampliare investimenti nelle innovazioni sostenibili, dalle fattorie ai processi di trasformazione fino alle vendite. Qui le partnership pubblico-private possono dare risultati concreti.
Quinto, il riutilizzo e la riforma della spesa pubblica devono orientarsi a sostenere pratiche che rispettino l’ambiente e migliorino la nutrizione. Ciò implica una revisione degli aiuti anche in agricoltura, al fine di allineare incentivi e obiettivi sociali.
Infine, promuovere approcci interdisciplinari, con politiche che rompano la separazione tra agricoltura, salute, ambiente e commercio. Solo un metodo integrato può offrire soluzioni di ampio respiro ai problemi complessi che caratterizzano i sistemi alimentari.
Verso un futuro con sistemi alimentari più giusti: riflessioni finali
Il mondo nel 2025 affronta sfide interconnesse e in crescita che riguardano clima, economia e società. I sistemi alimentari, che già ieri erano complessi, devono trasformarsi per offrire sicurezza e qualità a un numero maggiore di persone. La ricerca e la politica hanno davanti il compito di spingere cambiamenti concreti, coordinando investimenti, innovazioni e governance.
In questo contesto, l’appello di IFPRI fa emergere la necessità di dialogo tra settori differenti e di un approccio che metta al centro cittadini e ambiente. “Senza un cambiamento a livello globale, che tenga insieme produttori, consumatori e istituzioni, la fame e le disuguaglianze rimarranno ostacoli da superare anche nei prossimi decenni”.