Il 5 luglio 2025, il presidente algerino Abdelmadjid Tebbouneha ha firmato un decreto di grazia per celebrare il 63° anniversario dell’indipendenza del paese. La decisione prevede la liberazione o la riduzione della pena per circa 6.500 detenuti. Il provvedimento è stato diffuso sui canali ufficiali della presidenza e comprende esclusioni importanti, soprattutto per reati collegati alla sicurezza dello Stato e all’unità nazionale.
Contenuti e limiti del decreto presidenziale di grazia in algeria
Il decreto emanato dal presidente Tebbouneha concede benefici penitenziari che interessano diverse categorie di condannati, ma stabilisce esplicite eccezioni. Tra le esclusioni figurano le persone condannate in via definitiva per crimini particolarmente gravi, come terrorismo, omicidio, stupro, traffico di droga, corruzione. In aggiunta, restano esclusi dal provvedimento tutti i soggetti coinvolti in reati che minacciano direttamente la sicurezza dello Stato, l’unità nazionale e l’ordine pubblico.
Nel testo ufficiale, inoltre, si precisa che il decreto non coinvolge detenuti giudicati per attentati e complotti contro l’autorità dello Stato, né per reati di tradimento e spionaggio. Questi dettagli chiariscono con precisione i confini della clemenza presidenziale, molto attesa ma circoscritta da vincoli di legge.
Il caso di boualem sansal e le esclusioni dal decreto
Boualem Sansal, scrittore algerino naturalizzato francese, è finito al centro dell’attenzione dopo la sentenza di condanna emessa il 1 luglio 2025, che lo ha condannato in appello a cinque anni di reclusione. Sansal è stato giudicato colpevole di reati riguardanti la sicurezza dello Stato, l’unità nazionale e l’ordine pubblico. Proprio queste imputazioni lo relegano tra i casi esclusi dal decreto di grazia presidenziale.
La situazione di Sansal è stata oggetto di attenzione internazionale, specialmente in Francia, dove autore e cittadini si aspettavano un intervento che potesse alleggerire la sua condizione carceraria. Nelle ore successive alla condanna, Parigi ha espresso la speranza che la presidenza algerina potesse introdurre misure di clemenza. Eppure, la comunicazione ufficiale dalla presidenza di Algeri ha tolto ogni dubbio riguardo alla possibilità di un’eccezione in suo favore, mantenendo fermi i criteri esclusivi.
Reazioni internazionali e contesto politico-sociale dell’algeria
La firma del decreto arriva in un momento sensibile per l’Algeria, dove le persistenze politiche e sociali si intrecciano attorno a temi come la libertà d’espressione, la sicurezza nazionale e l’unità del territorio. La clemenza concessa a migliaia di detenuti offre una tregua a molte famiglie, ma al tempo stesso sottolinea la rigidità del sistema giudiziario verso i casi più delicati, soprattutto quelli percepiti come minaccia per la stabilità del paese.
La Francia, che segue con interesse casi di cittadini naturalizzati o legati culturalmente al paese, ha monitorato con attenzione la vicenda di Boualem Sansal, molto noto anche nel mondo della cultura. Il clima di tensione tra i valori democratici invocati dagli osservatori internazionali e le esigenze di controllo del potere algerino si riflette nelle scelte legate a questo decreto.
Il decreto di grazia resta uno strumento politico che, in questa occasione, ha bilanciato tra concessioni a chi affronta pene meno gravi e il mantenimento di una linea dura sui reati considerati sensibili. Le prossime settimane chiariranno l’impatto concreto sui detenuti e sulle relazioni diplomatiche.