Il processo sul centro di permanenza per i rimpatri di via Corelli a Milano si arricchisce di nuovi sviluppi. Alessandro Forlenza, imputato insieme alla madre Consiglia Caruso, ha chiesto di patteggiare una pena di due anni e tre mesi. La vicenda riguarda le condizioni di detenzione dei migranti trattenuti, descritte con toni duri come disumane e infernali. La decisione finale è attesa per novembre, intanto il procedimento vede anche altri protagonisti in campo.
La richiesta di patteggiamento di alessandro forlenza e la posizione della giudice
Alessandro Forlenza ha avanzato la richiesta di patteggiamento per una condanna a due anni e tre mesi. Questa proposta segue un precedente tentativo di ottenere una pena più bassa, pari a un anno e otto mesi, che era stata respinta dal giudice per le indagini preliminari . La giudice della decima sezione penale del tribunale di Milano si è riservata di valutare la nuova proposta. La decisione potrebbe arrivare nella prossima udienza fissata per novembre del 2025.
Condizioni critiche dei migranti nel cpr
La contestazione principale riguarda le condizioni in cui i migranti erano trattenuti nel Cpr, giudicate estremamente critiche. La critica si concentra sull’ambiente degradante, che avrebbe violato diritti fondamentali, portando al processo proprio i gestori e amministratori del centro. Al momento il tribunale esamina anche la richiesta del pubblico ministero Paolo Storari di acquisire gli atti delle indagini sull’altra imputata, per velocizzare l’iter processuale. Tuttavia questa istanza ha incontrato il rilievo delle parti civili e degli avvocati coinvolti, che hanno espresso opposizione per tutelare la correttezza della procedura processuale.
Il ruolo di consiglia caruso e la società martinina srl nel processo
Consiglia Caruso, madre di Alessandro Forlenza, è imputata insieme al figlio in questo procedimento. Entrambi sono amministratori di fatto e di diritto della società Martinina Srl, che gestiva il centro di permanenza per i rimpatri. L’inchiesta, partita da accuse penali come frode in pubbliche forniture e turbativa d’asta, ha puntato il dito sull’operato della società nella gestione della struttura.
Martinina Srl ha presentato una richiesta di patteggiamento a sua volta, proponendo il pagamento di una multa da 30 mila euro, nel tentativo di chiudere la posizione senza un dibattimento esteso. Gli inquirenti hanno ricostruito come la società avrebbe alterato i rapporti e le forniture al centro, contribuendo al deterioramento delle condizioni di vita dei migranti. Questa posizione ha aggravato le accuse nei confronti degli amministratori, portandoli a rimanere sotto indagine anche a livello personale.
Accuse e responsabilità nella gestione del cpr
Le accuse coinvolgono in maniera diretta la gestione e le condizioni del centro, evidenziando una profonda responsabilità nella cattiva conduzione della struttura. La somma della multa e la richiesta di patteggiamento rappresentano un tentativo di risoluzione rapida, ma la complessità del caso rimane alta.
Il calendario delle udienze e le prossime tappe del processo
Le udienze sono state programmate con un calendario che porterà a una svolta importante il 14 novembre 2025, quando il tribunale tornerà ad esaminare le richieste e le prove raccolte. La giudice ha deciso di prendere tempo per valutare le istanze di patteggiamento che sono state depositate, incluse quelle di Forlenza e della Martinina Srl.
Anche la questione legata alla richiesta del pm di acquisire atti per una delle imputate rappresenta un nodo che influirà sull’andamento delle udienze. L’opposizione delle parti civili ha bloccato momentaneamente questa fase, spostando l’attenzione sulla necessità di garantire un processo equo e trasparente. Le prossime settimane saranno decisive per stabilire se si arriverà a una conclusione con accordi conciliativi o proseguirà un dibattimento più complesso.
Monitoraggio e impatto del processo
Il caso del Cpr di via Corelli resta sotto osservazione, viste le implicazioni legate alla tutela dei diritti umani e alla gestione delle strutture di accoglienza. Il tribunale milanese continua a seguire con attenzione le evoluzioni di questo procedimento che coinvolge direttamente figure chiave nella gestione del centro.