Il 4 luglio 2025 segna il centenario della prima illuminazione della tour eiffel, un evento che cambiò per sempre il volto di parigi. L’ingegnere fiorentino fernando jacopozzi fece brillare la “dama di ferro”, trasformando la capitale francese nella celebre città delle luci. Oltre all’illuminazione del monumento più iconico, jacopozzi fu protagonista di progetti strategici e decorazioni luminose che resero parigi uno spettacolo luminoso senza precedenti.
Fernando jacopozzi: dal lavoro a firenze alla vita a parigi
Fernando Jacopozzi nacque a firenze il 12 settembre 1877. Giovanissimo si trasferì in francia, nel 1900, proprio agli inizi della belle époque, un periodo di sviluppo culturale e artistico per il paese. Divenne presto famoso come “mago della luce” grazie alle sue idee innovative per l’illuminazione urbana. In un’epoca in cui la luce artificiale era ancora poco sfruttata come elemento decorativo, jacopozzi avanzò concetti che rivoluzionarono la percezione visiva delle città.
Un incarico segreto nel dopoguerra
Nel corso del primo dopoguerra, ricevette l’incarico dal presidente del consiglio georges clémenceau di realizzare un’operazione militare segreta: costruire una replica di parigi nella regione della somme, per ingannare i bombardieri tedeschi. Questa “finta parigi” aveva lo scopo di proteggere quella vera da possibili attacchi aerei. Il progetto fu un successo, ma tenuto nascosto fino a molti anni dopo. Questa impresa gli valse la legion d’onore, riconoscimento di alto valore militare e civile in francia.
L’illuminazione della tour eiffel e la svolta per parigi
Nel 1925 la città di parigi e gli organizzatori dell’exposition des arts décoratifs affidarono a jacopozzi il compito di illuminare la tour eiffel. Si trattò di una sfida senza precedenti: in soli due mesi la sua ditta installò oltre 250.000 lampadine sul monumento. Gli operai, spesso sospesi nel vuoto, lavorarono con grande perizia e coraggio per rendere possibile lo spettacolo luminoso.
L’installazione e la collaborazione con citroën
L’installazione comprendeva nove quadri di luce differenti, ideati per incantare il pubblico e valorizzare la struttura alta 300 metri. La collaborazione con andré citroën, l’imprenditore e fondatore dell’omonima casa automobilistica, permise di finanziare l’intero progetto. Citroën scelse la torre come enorme supporto pubblicitario. Il suo nome in lettere luminose, alte circa 20 metri e in stile art déco, fu esposto sulla tour per quasi un decennio, diventando un’immagine iconica e riconosciuta in tutto il mondo.
L’impatto culturale e storico dell’illuminazione
L’illuminazione della tour eiffel non fu solo uno spettacolo visivo: entrò nella storia della città e nel cuore dei parigini. La scritta citroën, visibile anche a distanza, accompagnò eventi importanti. Per esempio, nel 1927, guidò charles lindbergh nel suo atterraggio a parigi dopo la prima traversata atlantica in solitaria senza scalo. L’aviatore fu accolto come un eroe e partecipò a un ricevimento nello stabilimento citroën di quai de javel.
Altri monumenti illuminati da jacopozzi
Negli anni successivi jacopozzi illuminò altri monumenti parigini celebri, come la basilica del sacro cuore, la colonna vendome, l’arco di trionfo e la cattedrale di notre-dame de paris. La sua mano si estese anche a grandi magazzini famosi per le decorazioni natalizie, tra cui le galeries lafayette e la samaritaine, trasformando la città in un teatro di luci spettacolari durante le festività.
Vita privata e il lascito di jacopozzi nel centenario
Fernando Jacopozzi, che cambiò nome in fernand dopo il matrimonio nel 1920 con jeanne emma vivien, ebbe una vita legata strettamente a parigi. Ebbe una figlia, donatella, e seppe portare la sua esperienza italiana nel cuore della capitale francese. Maggiore di sette fratelli, mantenne sempre forti legami con la sua terra d’origine.
Celebrazioni per il centenario
Oltre a rendere parigi più luminosa, creò vere e proprie scenografie di luci alte trenta metri, attirando grandi folle provenienti anche dalla provincia. Nel 2025, in occasione del centenario della prima illuminazione della torre, il festival dolce vita sur seine a parigi e la rassegna nouvelle vague sul tevere a roma celebrano la sua figura. La sua opera ha segnato un’epoca e continua a influenzare l’uso della luce nei contesti urbani.
Il nome di fernando jacopozzi è tornato al centro dell’attenzione, ricordato come colui che fece di parigi la ville lumière attraverso un’idea semplice e ambiziosa: accendere la città per illuminare la notte e i suoi monumenti iconici. Il suo contributo tecnico e artistico resta parte della memoria collettiva e dello spettacolo della capitale francese.