Mattarella: onorare Ferlaino per difendere la democrazia
Il 3 luglio del 1975 rappresenta una data tragica nella storia della giustizia italiana, in particolare per la Calabria. Quel giorno, il giudice Francesco Ferlaino venne assassinato a colpi di fucile da sicari, probabilmente legati alla malavita organizzata. Ferlaino è ricordato come il primo magistrato vittima della criminalità in Calabria, e la sua uccisione segna un momento cruciale nella lotta contro la ‘ndrangheta, un’organizzazione criminale che continua a esercitare una forte influenza nella vita socio-economica della regione.
Francesco Ferlaino non era un magistrato qualunque. Con le sue indagini meticolose, inflisse colpi severi alle organizzazioni criminali calabresi, rivelando la complessità della ‘ndrangheta. La sua lungimiranza gli permise di comprendere l’infiltrazione della criminalità nelle istituzioni e nelle dinamiche economiche. Ferlaino non si limitò a combattere il crimine, ma cercò di svelare il sistema attraverso il quale esso operava, evidenziando la necessità di una risposta strutturata da parte delle istituzioni.
La sua morte rappresentò non solo un colpo al sistema giudiziario, ma un attacco ai valori fondamentali della democrazia. Oggi, la sua figura è simbolo di resistenza contro l’illegalità. Le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel commemorare Ferlaino, risuonano con particolare intensità, sottolineando l’importanza di opporsi a chi disprezza i valori democratici.
Ricordare Ferlaino implica anche riconoscere le battaglie quotidiane di molti magistrati e funzionari pubblici. L’omicidio di Ferlaino è solo uno dei tanti esempi di come la lotta contro la criminalità organizzata possa costare la vita a chi si dedica alla giustizia. In un contesto in cui la ‘ndrangheta continua a operare con forza, la memoria di Ferlaino diventa un faro per chi crede nella legalità.
Negli anni successivi al suo omicidio, la Calabria ha visto un’evoluzione nel modo in cui le istituzioni affrontano la criminalità organizzata. Tuttavia, gli sforzi non sono stati privi di difficoltà, poiché la corruzione e la collusione tra politica e malavita rimangono ostacoli persistenti.
La lotta alla criminalità organizzata coinvolge non solo le istituzioni italiane, ma anche la comunità internazionale. L’Unione Europea ha messo in atto politiche per combattere la mafia, riconoscendo l’importanza di una risposta unitaria. Tuttavia, il cammino è ancora lungo e le sfide molteplici. La memoria di Francesco Ferlaino deve servirci da monito: non possiamo permettere che il suo sacrificio venga dimenticato.
La commemorazione di Ferlaino avviene in un periodo di crescente attenzione verso la legalità. Con l’erosione dei valori democratici in vari paesi, è fondamentale rimanere vigili nella difesa dei principi fondamentali della società. Ferlaino ci insegna che la lotta per la giustizia non è solo compito di chi indossa una toga, ma deve essere un impegno collettivo di tutti i cittadini.
Il messaggio di Sergio Mattarella diventa ancora più rilevante: rinnovare i sentimenti di partecipazione della Repubblica ai familiari di Ferlaino è un atto di giustizia. È un invito a non dimenticare il sacrificio di chi ha dato la vita per difendere i valori della legalità e a continuare a combattere per un futuro migliore, libero dalla criminalità organizzata.
L’eredità di Francesco Ferlaino non può essere trascurata. La sua memoria è un invito costante a rimanere uniti nella lotta contro l’illegalità, a difendere i diritti di ogni cittadino e a promuovere una cultura della legalità. La lotta per la giustizia è una battaglia che richiede coraggio e determinazione, ma è una battaglia che vale la pena combattere.