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Humanae, il fashion show ied roma che trasforma il gazometro ostiense con arte digitale e moda contemporanea

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Il 3 luglio 2025, l’istituto europeo di design di roma presenta humanae, un fashion show inserito nell’ottava edizione di videocittà, il festival dedicato alla cultura digitale e alla visione in programma dal 3 al 6 luglio al gazometro ostiense. Questo spazio, il più grande sito di archeologia industriale in europa, ospiterà performance, installazioni e sperimentazioni visive che mettono al centro l’arte digitale e la tecnologia applicata alla narrazione visiva, creando un contesto ideale per eventi innovativi legati al design e alla moda.

Il festival videocittà e il contesto del gazometro ostiense

videocittà nasce da un’idea di francesco rutelli e raggiunge ormai la sua ottava edizione sotto la direzione artistica di francesco dobrovich. Il festival trasforma un luogo storico come il gazometro ostiense, dove sorge una delle più vaste aree di archeologia industriale d’europa, in un palcoscenico dedicato a linguaggi tecnologici e sperimentazioni visive. Dal 3 al 6 luglio 2025, questo quartiere di roma diventa un punto di riferimento per artisti e creativi che lavorano nell’ambito dell’immagine in movimento, spaziando dal cinema alla realtà aumentata, fino agli eventi interattivi. Il festival si struttura come un laboratorio aperto, dove la contaminazione tra estetica digitale e narrazione contemporanea definisce nuovi percorsi di comunicazione culturale.

l’edizione 2025 di videocittà riserva un’attenzione particolare al rapporto tra arte digitale e moda, con eventi pensati per valorizzare la sperimentazione anche nel campo dell’immagine corporea e dell’abbigliamento come forma di espressione artistica. In questo contesto, l’ied roma svolge un ruolo di primo piano per la sua capacità di intrecciare formazione, ricerca creativa e proposte culturali di rilievo pubblico.

Humanae: un dialogo tra arte digitale e moda

humanae non è soltanto un fashion show, ma un progetto complesso che racconta il presente attraverso la moda, la tecnologia e l’arte digitale. Il titolo prende ispirazione dall’installazione interattiva realizzata dal duo machinezero, formato da enrico forghieri e lorenzo cordioli. L’opera, prodotta con il supporto dell’hub culturale di valmontone e di disco lazio, e curata da michele lotti per videocittà, si concentra su una rilettura digitale degli affreschi di palazzo doria pamphilj a valmontone.

Questa installazione trasforma elementi naturali dell’arte manierista in superfici visive che evolvono in tempo reale, creando un ambiente immersivo dove i corpi in passerella interagiscono con le immagini. Durante la sfilata, modelle e modelli attraversano questa architettura digitale, facendo emergere un rapporto fluido tra abiti, movimenti e linguaggi visivi. La componente tecnica si integra con la ricerca estetica, dando vita a un’esperienza che esplora il modo in cui si costruiscono le identità contemporanee tramite i segni della moda e della tecnologia.

paola pattacini, responsabile della scuola di fashion design dell’ied roma, definisce humanae come “una dichiarazione di presenza”, un progetto che invita a guardare il presente attraverso la sensibilità e l’intelligenza creativa di chi si affaccia al mondo del progetto contemporaneo. L’evento valorizza dunque il ruolo della moda come forma di espressione di idee e visioni, ponendola in relazione con pratiche artistiche e tecnologiche di frontiera.

Le collezioni e i temi proposti in passerella

Tra le proposte in passerella emerge nuanches, una collezione firmata da nicholas franceschi che prende spunto dalla metropoli intesa come spazio simbolico. Qui diverse visioni si incontrano e si mescolano per dare vita a forme di espressione nuove, riflesse in linee e tessuti che traducono la complessità urbana in abiti contemporanei. L’idea di città come crocevia culturale si traduce in una ricerca stilistica che usa la moda per raccontare storie di convivenza e trasformazione.

teche, invece, è uno studio concettuale firmato da umberto fenicchia che si concentra sul gesto del vestirsi come atto doppio: una forma di protezione e allo stesso tempo di esposizione. La collezione pone l’attenzione sul corpo e sulle relazioni intime che si stabiliscono con gli abiti, interpretando l’atto quotidiano del vestirsi con un approccio riflessivo e simbolico.

Il linguaggio visivo di martina mattiaccio

La collezione di martina mattiaccio si distingue per un linguaggio visivo che richiama le costellazioni familiari di bert hellinger, la body art di gina pane e sopratutto l’arte manierista. L’abito diventa un mezzo per denunciare, rompere convenzioni e rivelare contenuti nascosti. Attraverso questo intreccio di riferimenti e tecniche, la moda si trasforma in un atto visivo denso di significati e di rotture, confermando la sua vocazione a commentare temi attuali con un registro espressivo molto intenso.

L’edizione 2025 di humanae evidenzia quindi un forte legame tra moda e narrazione, dove l’abito non è più solo un oggetto estetico ma diventa uno strumento per esplorare storie personali e collettive, mettendo in scena conflitti, memorie e visioni. La presenza di queste collezioni sottolinea la varietà di approcci che convivono nel panorama creativo italiano contemporaneo, con un particolare interesse per i temi della città, del corpo e delle relazioni familiari.

Il ruolo di humanae nel circuito culturale romano

humanae si inserisce in un circuito culturale che vede roma protagonista di una scena internazionale legata all’arte digitale e alle nuove forme di espressione. L’evento, organizzato da ied roma nell’ambito di videocittà, fa leva sulla contaminazione tra moda e tecnologie per creare occasioni di confronto e sperimentazione. Il gazometro ostiense si conferma come uno spazio innovativo dove sperimentare nuovi linguaggi visivi e performativi.

Il supporto di enti come disco lazio e di realtà culturali come l’hub di valmontone rafforza la rete di collaborazione necessaria per realizzare progetti di questo tipo. La combinazione tra ricerca accademica, produzione artistica e festival pubblico contribuisce a definire un modello di evento che mette in dialogo pubblico e creativi, favorendo la circolazione di idee e il rafforzamento del tessuto creativo.

Con humanae, l’ied roma consolida il proprio ruolo di centro di formazione e produzione culturale che agisce su più fronti. La scuola di fashion design si propone non solo come luogo per l’apprendimento ma anche come piattaforma per evidenziare nuovi talenti e nuove ricerche stilistiche. La presenza a videocittà rappresenta una vetrina preziosa per l’interazione tra moda, arte e tecnologia, in una città che continua a giocare un ruolo di primo piano nel campo dei linguaggi visivi contemporanei.

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