Crescita in pericolo: la Bce esplora un piano B per affrontare la crisi

L’incertezza economica globale sta spingendo la Banca Centrale Europea (Bce) a considerare strategia alternative per sostenere la crescita economica dell’Europa. La situazione si complica ulteriormente a causa del negoziato sui dazi tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, che potrebbe avere conseguenze negative per le relazioni commerciali. Con l’ex presidente Donald Trump che potrebbe reintrodurre dazi elevati, i membri della Bce stanno esplorando un “piano B” per affrontare le sfide future.

Riflessioni sulla crescita economica

Pierre Wunsch, governatore della Bce, ha evidenziato l’importanza di fornire supporto alla crescita economica qualora la ripresa dovesse subire ulteriori ritardi. Ha dichiarato che se l’attività economica rimane al di sotto del potenziale, è fondamentale intervenire per stimolare la crescita, poiché l’inflazione potrebbe scendere al di sotto dell’obiettivo stabilito del 2%. Questo messaggio di cautela proviene non solo dai membri più prudenti, ma anche da figure chiave come Wunsch, che ha sottolineato la necessità di agire con prontezza.

Le sfide delle trattative commerciali

Il contesto attuale è caratterizzato da un incontro annuale dei banchieri centrali a Sintra, dove le discussioni si concentrano sulle previsioni economiche e sulle politiche monetarie. Tuttavia, il clima delle trattative commerciali con gli Stati Uniti è preoccupante. Le dichiarazioni provocatorie di Trump suggeriscono che il dialogo potrebbe non portare ai risultati auspicati, specialmente riguardo alle normative digitali europee. La Bce ha poco margine di manovra per venire incontro alle richieste statunitensi, il che complica ulteriormente la situazione.

Previsioni di crescita e inflazione

Un report di Moody’s ha evidenziato un ulteriore deterioramento delle previsioni di crescita, riducendo le stime per gli Stati Uniti e per l’Unione Europea all’1%. Questo scenario considera un’ipotesi di dazi americani fissati al 10%, con una crescita stimata dello 0,9%. Tuttavia, si avverte che un’acutizzazione delle tensioni commerciali potrebbe portare a tassi di crescita e inflazione inferiori a quelli previsti. In questo contesto, la Bce sta valutando la fattibilità di un piano B, mentre Alfred Kammer del Fondo Monetario Internazionale ha avvertito che i rischi per l’inflazione sono complessi e possono oscillare sia verso l’alto che verso il basso.

Impatti delle politiche interne

Un ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato dalle proposte della Commissione tedesca riguardanti l’aumento del salario minimo, previsto da 12,8 euro attuali a 14,6 euro nel 2027. Secondo uno studio di Goldman Sachs, tali aumenti potrebbero influenzare l’inflazione tedesca di circa 0,4 punti percentuali, complicando il lavoro della Bce. Inoltre, l’andamento del cambio euro/dollaro, attualmente fissato a 1,18 dollari, rappresenta un peso per le esportazioni europee e potrebbe influenzare negativamente la crescita economica.

In conclusione, la Bce si trova di fronte a sfide significative mentre cerca di navigare in un panorama economico incerto. Le decisioni di politica monetaria devono essere adattate rapidamente in risposta a eventi globali in continua evoluzione. È fondamentale per l’economia europea riprendere slancio e raggiungere nuovamente livelli di crescita sostenibile.

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Luca Carlini