L’emergenza caldo spinge il Piemonte a integrare le tutele nei confronti dei lavoratori esposti a temperature elevate. Dopo aver adottato un anno fa un’ordinanza per regolare i lavori svolti sotto il sole, la regione ha deciso di estendere le regole anche ai rider impegnati nelle consegne in bici o scooter nelle aree urbane. Queste nuove disposizioni mirano a garantire condizioni di lavoro più sicure per chi, quotidianamente, si trova a operare durante le ore più calde della giornata. Le indicazioni prevedono azioni concrete da parte dei datori di lavoro per prevenire disagi legati al caldo intenso.
L’ordinanza anti caldo in piemonte e la sua prima applicazione
Nel 2024 il Piemonte si era distinto come la prima regione italiana a introdurre un’ordinanza specifica per proteggere chi lavora sotto il sole in condizioni di caldo estremo. L’ordinanza ha coinvolto inizialmente settori come quello delle cave e della logistica, ambiti notoriamente soggetti a esposizione diretta e prolungata alle alte temperature. L’iniziativa nasce dall’esigenza di prevenire problemi di salute e incidenti causati da stress termico, soprattutto nei mesi estivi. La regione ha anche elaborato indicazioni operative, rivolte ai datori di lavoro, per mettere in atto misure di protezione basate su pause frequenti, idratazione, e limitazione degli orari di lavoro nelle ore più calde.
Il presidente della regione, alberto cirio, aveva sottolineato in quel momento la rilevanza delle misure per garantire la salute dei lavoratori e la responsabilità delle aziende nel fornire strumenti adeguati. Questa prima esperienza ha fatto da modello per altre regioni italiane, ma il Piemonte non si è fermato lì. Il bilancio di quell’anno ha permesso di valutare l’efficacia dell’ordinanza e di riflettere su ampliamenti da proporre.
Estensione delle tutele ai rider: motivazioni e dettagli tecnici
Sono i rider delle consegne a ricevere adesso l’attenzione delle istituzioni regionali. Questi lavoratori, spesso impiegati in piattaforme multinazionali, si trovano a svolgere attività all’aperto, principalmente nelle ore centrali della giornata, coincidenti con l’orario dei pasti e il picco di calore. L’estensione dell’ordinanza ha il fine di migliorare le condizioni di lavoro e prevenire rischi specifici legati all’esposizione alle alte temperature.
Tra le misure suggerite c’è la fornitura obbligatoria, da parte dei datori di lavoro, di acqua e sali minerali per facilitare l’idratazione durante i turni. Anche l’adozione di abbigliamento idoneo ad affrontare il caldo e il sole rientra nelle indicazioni operative messe a punto dall’ufficio prevenzione della regione. L’organizzazione dei turni deve prevedere pause frequenti in aree d’ombra, così da consentire un’effettiva riduzione del rischio legato alla temperatura.
Alberto Cirio ha evidenziato come molte di queste aziende riescano a generare significativi guadagni ma non sempre abbiano garantito ai lavoratori livelli adeguati di tutela e rispetto. La norma si pone dunque anche come un impegno civile, diretta a riconoscere la dignità di queste attività, soprattutto in vista delle ondate di calore sempre più frequenti e intense.
Impatti concreti e reazioni sul territorio
L’adozione di questa estensione dell’ordinanza ha suscitato attenzione da parte di diverse categorie interessate. Le rappresentanze sindacali hanno accolto positivamente la novità, considerando l’intervento un passo necessario per valorizzare la sicurezza sul lavoro in un ambito spesso poco regolamentato. I rider, in particolare, svolgono un’attività che coinvolge una mobilità continua e un’esposizione senza protezioni fisse, rischiando colpi di calore e disidratazione.
Sul piano operativo, i controlli saranno rafforzati per verificare il rispetto delle indicazioni, in particolare nelle grandi città come Torino o Novara, dove la presenza dei servizi di consegna è concentrata. I datori di lavoro dovranno adeguarsi rapidamente, dotando i propri collaboratori di strumenti adeguati e organizzando i turni in modo da assicurare pause efficaci.
Questa misura si inserisce in un contesto più ampio di interventi regionali volti a tutelare la salute dei lavoratori esposti a condizioni climatiche difficili. Le esperienze raccolte nei prossimi mesi saranno fondamentali per valutare ulteriori interventi sul piano legislativo e operativo. L’attenzione al tema del caldo e del lavoro all’aperto si preannuncia destinata a mantenersi alta negli anni a venire.