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La protesta dei palestinesi a napoli contro la crisi umanitaria a gaza e le richieste al comune

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La crisi umanitaria a Gaza ha acceso un acceso confronto anche a Napoli, dove il consiglio comunale ha dedicato una seduta monotematica a questa emergenza. Una giovane palestinese di seconda generazione ha preso la parola con un discorso forte, rivendicando i diritti del popolo palestinese e chiedendo azioni concrete da parte dell’amministrazione comunale. La discussione ha coinvolto numerosi cittadini, esponenti della comunità palestinese in Campania e associazioni impegnate. Scopriamo i principali punti emersi e le richieste dalla città partenopea.

L’intervento della giovane palestinese al consiglio comunale di napoli

Una ragazza palestinese di seconda generazione ha preso la parola durante il consiglio comunale di Napoli, convocato il 2025 per discutere della situazione a Gaza. Nel suo discorso ha denunciato un “genocidio feroce” subito dal popolo palestinese da oltre due anni. Non ha chiesto silenzi o momenti di raccoglimento ma applausi e rumore a sostegno della causa. Ha affermato che i palestinesi non si inchineranno davanti a nessuna pressione e continueranno a lottare finché ci sarà almeno un bambino palestinese in vita.

La giovane ha letto una lettera dove ha rivolto precise richieste al sindaco Gaetano Manfredi e all’amministrazione comunale. Tra le istanze chiave c’è la richiesta di interrompere ogni accordo di cooperazione economica, culturale e istituzionale con Israele e le sue imprese, ritenute complici dell’occupazione. L’obiettivo è far sì che Napoli si schieri in modo chiaro contro l’occupazione, sostenendo il diritto internazionale e i diritti dei palestinesi.

Le richieste specifiche rivolte al comune di napoli

Nel documento consegnato agli amministratori si evidenziano varie richieste precise. Tra queste spicca l’invito al sindaco Manfredi a farsi portavoce presso l’Anci e il Governo di una denuncia formale degli accordi di cooperazione militare e di difesa tra Italia e Israele. La giovane rappresentante chiede anche il ritiro di investimenti pubblici da aziende e fondi che supportano l’apparato militare e coloniale israeliano.

Altra misura richiesta è il divieto all’attracco nel porto di Napoli di navi provenienti o dirette a Israele, quando trasportano materiali bellici o a duplice uso civico e militare. Infine, si chiede l’adesione esplicita alle campagne internazionali di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, finché non verranno rispettati legalità internazionale e diritti del popolo palestinese. Queste richieste mirano a fare di Napoli una città attiva nel sostegno alla causa palestinese.

Il ruolo della comunità palestinese e le parole di shafik kurtam

Durante la seduta è stato esposto uno striscione recante lo slogan “Boicotta il genocidio, Palestina libera dal fiume al mare”. Shafik Kurtam, presidente della Comunità palestinese in Campania, ha preso la parola invitando a cercare “parole nuove” per un dialogo che permetta agli ebrei di tornare a vivere in pace con gli arabi. Kurtam ha sottolineato che, negli ultimi anni, soltanto il Sudafrica ha introdotto iniziative concrete nel sostegno alla causa palestinese.

Ha esortato tutti a percorrere la strada della verità e della giustizia, considerandola l’unica via verso una convivenza pacifica. Le sue affermazioni riflettono una volontà di trasformare la protesta in dialogo, mantenendo ferma la richiesta di rispetto per i diritti umani e la fine delle violenze nella regione. La sua presenza ha rappresentato un punto di riferimento per la comunità palestinese locale e per chi sostiene la causa nei confronti delle istituzioni italiane.

La risposta politica e le prospettive per napoli

La seduta del consiglio comunale ha visto una partecipazione attenta e coinvolta. L’intervento della giovane palestinese e le richieste avanzate rappresentano uno stimolo per riflettere sulle scelte politiche e diplomatiche anche a livello locale. Il sindaco Gaetano Manfredi è chiamato ad assumere una posizione chiara e a portare avanti presso le istituzioni nazionali le istanze di pace e tutela dei diritti umani espresse dal territorio partenopeo.

Napoli, città con una folta comunità palestinese e una lunga tradizione di solidarietà internazionale, potrebbe adottare provvedimenti concreti per limitare il coinvolgimento economico e politico con Israele in chiave militare. La discussione in aula ha aperto un dibattito importante sulle relazioni internazionali e sulle responsabilità che i governi locali hanno nel sostenere cause globali di diritti civili.
Questi sviluppi saranno osservati con attenzione anche in altri territori italiani e europei, interessati a iniziative di boicottaggio e pressione diplomatica per modificare le dinamiche di conflitto in Medio Oriente.

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