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Il tribunale di torino nega l’esistenza di un’associazione per delinquere nel centro sociale askatasuna

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La sentenza del maxi processo contro gli attivisti di askatasuna fa chiarezza su accuse pesanti riguardo scontri e reati collegati al cantiere del tav in valle di susa. Il tribunale di torino ha escluso la formazione di un’associazione per delinquere all’interno del centro sociale, pur confermando diverse condanne per singoli episodi. Questo caso, seguito con attenzione per mesi, offre un quadro preciso sulle dinamiche interne a askatasuna e sulle responsabilità individuali degli imputati.

Dettagli della sentenza del tribunale di torino sul maxi processo

Il maxi processo contro gli attivisti di askatasuna si è concluso a marzo 2025 con una sentenza molto attesa. Il tribunale ha inflitto 18 condanne per singoli episodi, così concentrandosi sulle singole responsabilità di alcune persone coinvolte in fatti specifici. Tuttavia, i giudici hanno assolto tutti dall’accusa grave di avere costituito un’associazione per delinquere.

Nel dispositivo motivazionale la corte spiega che non è stata trovata prova sufficiente che dimostri un’organizzazione criminale strutturata all’interno di askatasuna. L’idea che il centro sociale abbia guidato scontri di piazza o condotto azioni illegali coordinate durante le proteste contro il tav in valle di susa è stata scartata.

Confine netto tra responsabilità individuali e organizzazione

La sentenza sottolinea un confine netto tra le singole azioni compiute da militanti e un disegno unitario e stabile volto alla commissione di reati. Secondo i giudici, non si può attribuire a tutto l’ambiente del centro sociale un’egemonia all’interno dei fenomeni di protesta che hanno caratterizzato la zona negli ultimi anni.

La linea del tribunale sulle idee politiche e la libertà di espressione

Nel corso dell’istruttoria sono emersi elementi che hanno messo in evidenza le convinzioni politiche di alcuni militanti di askatasuna. Alcuni si ispirano a ideali rivoluzionari e fanno riferimento a gruppi come hezbollah. La loro posizione critica nei confronti delle istituzioni è evidente, ma per il tribunale queste caratteristiche non configurano automaticamente un reato.

La corte ha chiarito che esprimere idee radicali o nutrire astio verso le strutture dello stato rientra nella sfera della libertà di espressione e del pensiero. Di conseguenza, non può essere usata come prova di un’associazione dedita alla delinquenza.

Valutazione di intercettazioni audio

Un passaggio della sentenza analizza dettagliatamente una conversazione audio intercettata tra tre militanti. I pubblici ministeri avevano indicato questo scambio come elemento chiave per dimostrare la natura criminale dell’organizzazione. I giudici, però, hanno valutato il contenuto più come discussione ideologica e confronto politico che come progettazione di atti illeciti.

Il contesto delle proteste contro il tav e gli scontri in valle di susa

Le proteste contro il treno ad alta velocità in valle di susa hanno segnato gli ultimi anni con scontri, blocchi e tensioni sociali. Askatasuna è stato un punto di riferimento per molti attivisti presenti nelle manifestazioni. Il processo ha cercato di accertare i legami tra il centro sociale e gli episodi di violenza accaduti nelle piazze.

Tuttavia, la sentenza indica che la responsabilità degli scontri e dei reati va ricondotta a singoli individui, senza individuare una regia o un comando strutturato. Il tribunale ha ribadito l’assenza di prove che colleghino askatasuna come gruppo nel ruolo di promotore o organizzatore degli eventi più violenti.

Pluralità di soggetti nelle manifestazioni

Inoltre, il documento giudiziario evidenzia come nelle manifestazioni ci fosse una partecipazione ampia e variegata, resa più complessa dalla presenza di diverse realtà politiche e sociali con obiettivi e modalità d’azione distinte. Questo elemento, secondo il tribunale, contribuisce a escludere l’egemonia di un singolo movimento sugli eventi.

Le conseguenze legali per gli attivisti e la gestione del caso

Pur avendo assolto i militanti dall’accusa di associazione per delinquere, il tribunale ha condannato alcune persone per episodi specifici. Le condanne riguardano fatti singoli che vanno da danneggiamenti a violenza durante le manifestazioni. Queste sentenze individuali dimostrano che, pur senza un’organizzazione criminale, non sono mancati episodi di illegalità.

Il processo su askatasuna segue una linea già tracciata da precedenti casi in cui si valuta con rigore la distinzione tra libertà di espressione e attività illecite. La gestione di questo procedimento si è concentrata sull’esame puntuale delle prove e sul rispetto delle garanzie processuali.

Precedente importante per i centri sociali

La fine del dibattimento ha fissato un precedente importante per gli sviluppi futuri delle questioni legate ai centri sociali e alle mobilitazioni di piazza. Verranno ora valutati gli appelli e qualsiasi impatto sulla rappresentazione politica di askatasuna e di altri movimenti simili rimane sotto osservazione.

Il tribunale di torino ha posto un confine netto tra idee e singole azioni, negando che la protesta organizzata possa essere interpretata come un’attività criminale strutturata dentro askatasuna.

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