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Giovani dell’associazione un posto in cui tornare hanno raggiunto punta penia sui luoghi del crollo della marmolada

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Il 29 giugno, un gruppo di giovani dell’associazione “Un posto in cui tornare” ha compiuto una salita a Punta Penia, la vetta più alta della Marmolada. L’ascesa arriva a pochi giorni dal tragico anniversario del 3 luglio 2022, quando un’estesa area del ghiacciaio si staccò causando l’annegamento e la morte di undici persone. Tra i partecipanti c’era anche riccardo franchin, ingegnere vicentino di trent’anni sopravvissuto al crollo che ha invece coinvolto i suoi compagni di cordata. Questa iniziativa vuole mantenere vivo il ricordo delle vittime e promuovere una maggiore attenzione ai cambiamenti climatici che stanno mettendo a rischio anche ambienti montani così fragili.

Il ricordo delle vittime attraverso un gesto simbolico

La salita a Punta Penia ha avuto un’importanza profonda per i giovani che hanno voluto testimoniare il legame con la montagna e onorare le persone scomparse nel disastro. Riccardo Franchin, unico sopravvissuto del gruppo del 2022, ha raccontato le sue emozioni: nonostante il dolore e la perdita ha mantenuto un forte legame con la Marmolada. «Io ci ho lasciato un pezzo di cuore», ha detto, mettendo l’accento su come la montagna non sia stata causa diretta dell’incidente ma una vittima anch’essa del cambiamento climatico. L’associazione è stata fondata per non dimenticare in particolare niccolò zavatta, il giovane più giovane tra le vittime. Al termine della salita, i ragazzi hanno posto un adesivo dell’associazione sulla croce di vetta, gesto simbolico di presenza e memoria.

L’associazione “un posto in cui tornare” e la tutela dell’ambiente

Nata da un gruppo di giovani tra i venti e i trenta anni, “Un posto in cui tornare” ha un obiettivo ben preciso: sensibilizzare sull’importanza della tutela degli ambienti montani e sull’emergenza legata al riscaldamento globale. Durante la scalata a Punta Penia, i ragazzi sono stati accompagnati da stefano coter, membro del soccorso alpino della Val di Fassa e primo soccorritore arrivato sul luogo del crollo tre anni fa. La partecipazione di Coter sottolinea la connessione tra impegno civico e competenza alpina. L’associazione intende formare una coscienza nuova sulle cause dei rischi derivanti dalla crisi climatica, in particolare attraverso iniziative di sensibilizzazione legate a eventi reali, come il tragico evento sulla Marmolada.

Condizioni attuali del ghiacciaio marmolada e consigli per attività alpinistica

Il ghiacciaio della Marmolada resta in uno stato molto precario. Stefano Coter ha sottolineato la necessità di cautela nelle ascese. Il soccorritore consiglia di intraprendere la via normale solo nelle prime ore del mattino, muniti di preparazione alpinistica adeguata e attrezzature specifiche. Le temperature alte rischiano di compromettere ulteriormente la stabilità del ghiacciaio nel prossimo futuro. Se il riscaldamento dovesse continuare come previsto, potrebbe diventare necessario abbandonare il percorso tradizionale sul ghiacciaio, preferendo la via ferrata della cresta ovest. Le modifiche al territorio impongono un adattamento delle pratiche alpinistiche in questo angolo delle Dolomiti.

Le commemorazioni per le undici vittime del crollo della marmolada

Il 3 luglio 2025 alle ore 18 nella chiesa parrocchiale di Canazei si terrà una messa in memoria delle undici vittime del crollo del seracco sulla Marmolada. L’evento è organizzato per ricordare filippo bari, liliana bertoldi, paolo dani, erica campagnaro, davide miotti, manuela piran, tommaso carollo, gianmarco gallina, niccolò zavatta, pavel dana e martin ouda. La celebrazione vuole offrire uno spazio di riflessione collettiva e omaggiare chi ha perso la vita in quell’episodio che segnò profondamente la comunità alpina e non solo. Tale ricorrenza richiama l’attenzione sulla fragilità degli ambienti montani, fortemente esposti ai cambiamenti ambientali in corso.

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