Le indagini sul delitto di Garlasco, avvenuto nel 2007 e che ha visto come vittima Chiara Poggi, continuano a suscitare dibattiti e controversie, soprattutto alla luce dei recenti sviluppi nel maxi incidente probatorio in corso. Le prime analisi dei reperti, in particolare delle impronte rinvenute su fogli di acetato, non hanno fornito risultati soddisfacenti per quanto riguarda l’analisi del Dna. Questo ha sollevato interrogativi sulla possibilità di risolvere uno dei casi più complessi e discussi della cronaca italiana.
Risultati delle analisi delle impronte
Su trenta fogli di acetato esaminati, contenenti circa cinquanta impronte, è emerso che non ci sarebbe materiale sufficiente per estrarre profili di Dna comparabili. Questo rappresenta un duro colpo per le speranze di ottenere nuove evidenze che possano chiarire la dinamica degli eventi di quella tragica notte. In particolare, l’impronta numero 10, riconosciuta come la presunta «mano sporca» del killer e situata sulla porta di ingresso dell’abitazione dei Poggi, non ha fornito risultati migliori. I consulenti delle parti hanno confermato l’impossibilità di ottenere Dna da questa impronta e da altri reperti.
La conservazione dei reperti
La questione della conservazione dei reperti è cruciale, considerando che l’omicidio è avvenuto ben 18 anni fa. In questo lasso di tempo, è possibile che le tracce si siano deteriorate, compromettendo ulteriormente le possibilità di analisi. Solo un paio di fogli di acetato sembrerebbero contenere materiale utile per estrazioni di profili genetici, ma la quantità è così ridotta da non essere utilizzabile per comparazioni significative. I kit di estrazione utilizzati dagli esperti hanno un range che arriva fino a mille, ma nel caso specifico i valori si sono fermati a soli 0,1.
Futuri sviluppi delle analisi
Nonostante le difficoltà , gli esperti non si arrendono e stanno programmando ulteriori analisi, definite “caratterizzazioni”, che potrebbero portare a risultati più promettenti. Si tratta di tentativi più specifici volti a identificare eventuali tracce di Dna, ma al momento la probabilità di successo appare bassa. Questa situazione si aggiunge ai risultati precedenti ottenuti dai reperti della spazzatura, dove sono stati trovati Dna appartenenti a Chiara Poggi e Alberto Stasi, il fidanzato della vittima, mentre non ci sarebbero tracce riconducibili ad Andrea Sempio, il nuovo indagato per omicidio.
Il caso è particolarmente delicato e complesso, non solo per la natura del crimine, ma anche per le implicazioni legali e sociali che ha generato nel corso degli anni. Andrea Sempio, che ha sempre sostenuto la propria estraneità ai fatti, trova un alleato nella sua avvocata, Angela Taccia. Quest’ultima ha espresso la sua fiducia nei risultati ottenuti finora, affermando che le analisi confermano la totale estraneità di Sempio alla scena del crimine.
In attesa di ulteriori sviluppi, il caso continua a suscitare l’interesse dell’opinione pubblica e dei media, che seguono con attenzione ogni nuovo elemento. La ricerca di verità e giustizia per Chiara Poggi rimane un tema centrale, alimentando discussioni sul sistema giudiziario e sull’importanza della scienza forense. La questione delle impronte e del Dna non è solo un problema tecnico, ma rappresenta un simbolo della ricerca di giustizia in un caso che ha segnato profondamente la comunità di Garlasco e non solo.
Resta da vedere quali saranno i risultati delle future analisi e se queste porteranno a nuove scoperte o a ulteriori complicazioni nel già intricato percorso giudiziario. La speranza è che, attraverso la scienza e la perseveranza, si possa finalmente fare luce su un omicidio che ha lasciato una ferita profonda e non ancora rimarginata nella memoria collettiva.