Un agente della polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Sanremo ha subito un’aggressione da parte di un detenuto che pretendeva di uscire dalla cella. La violenza è sfociata in calci e pugni che hanno causato all’agente una frattura allo sterno, rendendo necessario il trasferimento in ospedale. L’episodio si inserisce in un contesto di crescente tensione e criticità all’interno delle carceri italiane.
I dettagli dell’aggressione nel carcere di sanremo
L’agente vittima dell’attacco era impegnato nel normale controllo all’interno della struttura carceraria di Sanremo quando un detenuto ha iniziato a chiedere di lasciare la cella. Al rifiuto, il detenuto è passato alle vie di fatto, colpendo con calci e pugni l’agente presente. Le ferite riportate hanno provocato una frattura allo sterno, un infortunio grave che comporterà una prognosi di trenta giorni.
Il personale di polizia penitenziaria ha immediatamente allertato i servizi sanitari, che hanno trasferito l’agente in ospedale per le cure necessarie. Le fonti ufficiali confermano che la dinamica dell’aggressione si è svolta all’interno dell’area detentiva, senza coinvolgere altri agenti o detenuti. Resta sotto indagine la posizione del detenuto autore dell’aggressione, che sarà sottoposto a provvedimenti disciplinari e, presumibilmente, giudiziari.
Le criticità del sistema penitenziario secondo la uilpa polizia penitenziaria
Fabio Pagani, segretario nazionale della UilPa polizia penitenziaria, ha denunciato la gravità della situazione nel comparto penitenziario. Secondo Pagani, la rete carceraria soffre di sovraffollamento, mancanza di personale e crescenti episodi di violenza contro gli agenti. La polizia penitenziaria conta un numero di 18mila unità assenti rispetto al fabbisogno reale, mentre 16mila detenuti risultano in esubero rispetto ai posti disponibili.
Questi dati si traducono in un carico di lavoro eccessivo per gli agenti, impegnati in turni prolungati che possono arrivare fino a 26 ore senza soluzione di continuità. L’elevato numero di aggressioni, stimato in 3.500 ogni anno, contribuisce a uno stato di forte stress e difficoltà operative per il personale. A questi problemi si aggiungono disordini ricorrenti, risse tra detenuti, episodi di violenza sessuale e attività di spaccio all’interno delle carceri, che compromettono la sicurezza complessiva.
Le richieste di riforme e interventi urgenti sulle carceri italiane
Pagani ha sottolineato la necessità di misure concrete per ristabilire l’ordine e la sicurezza nelle carceri. Criticato il ministro della giustizia, Carlo Nordio, per non aver ancora introdotto cambiamenti efficaci contro questo fenomeno. La denuncia riguarda anche l’appoggio insufficiente da parte del governo, con l’accento sulla discrepanza tra interventi esterni e cure interne.
Nel suo messaggio, il segretario della UilPa ha rivolto un appello diretto alla premier Giorgia Meloni. Pagani ha invitato la presidente del consiglio a concentrarsi sulla legalità e la gestione interna degli istituti di pena in Italia, piuttosto che su operazioni all’estero come i centri in Albania. L’obiettivo è ridurre il sovraffollamento, rinforzare l’organico di polizia penitenziaria e garantire condizioni più sicure per detenuti e agenti. La mancanza di azioni tempestive rischia di trasformare le carceri in ambienti ingestibili e pericolosi.