
Una grande mobilitazione ha coinvolto almeno 10.000 persone davanti al municipio di Istanbul nel centesimo giorno dall’arresto di Ekrem Imamoglu, il sindaco molto noto della città. La protesta segna un punto di forte tensione politica, con l’opposizione che denuncia motivazioni politiche dietro l’inchiesta per corruzione che ha portato all’arresto. Nelle stesse ore, la polizia ha svolto un altro blitz a Smirne, terza città turca e roccaforte degli oppositori del presidente Erdogan, con l’arresto di oltre 120 persone.
Azioni di polizia a smirne e inchiesta per corruzione
Mentre si svolgeva la manifestazione a Istanbul, in mattinata la polizia ha eseguito arresti a Smirne, importante centro dell’opposizione turca, con più di 120 persone finite in custodia. Le imputazioni riguardano una vicenda di presunta corruzione, identica nel metodo a quella che ha colpito Istanbul a marzo.
L’operazione si inserisce in un trend di tensione verso le figure chiave del movimento di opposizione, in particolare dopo che a metà marzo la polizia ha fermato centinaia di persone, tra cui lo stesso Imamoglu. La tattica sembra mirare a indebolire la rete politica avversaria attraverso accuse giudiziarie che i critici considerano motivate da ragioni politiche, non da prove reali.
Questi arresti arrivano nel pieno di un clima politico teso in Turchia, dove le autorità guidate da Erdogan mantengono una stretta sui dissidenti e mirano a consolidare il loro controllo sulle grandi città, definite da molti come bastioni dell’opposizione.
La manifestazione a istanbul e il ruolo di imamoglu
Il concentramento al municipio di Istanbul ha richiamato una vasta folla. Le critiche all’arresto di Imamoglu si sono liberamente espresse in piazza. Partecipanti e dirigenti dell’opposizione hanno sottolineato che la vicenda non riguarda solo una singola persona ma rappresenta una lotta politica più ampia contro quella che definiscono una deriva autoritaria.
Özgur Ozel, guida del partito CHP , ha parlato dalla piazza, definendo la protesta una battaglia contro il «fascismo» e una difesa della libertà. Ha rivolto parole dure al presidente Erdogan, accusandolo di voler cancellare la presenza pubblica di Imamoglu anche rimuovendo manifesti e immagini nelle strade di Istanbul. L’esponente dell’opposizione ha ribadito la forza del consenso che sostiene Imamoglu, proclamandolo come futuro candidato alla presidenza.
L’arresto di Imamoglu, che si è svolto nel quadro di un’inchiesta per corruzione, ha provocato reazioni forti a livello nazionale. Il sindaco stesso gode di grande popolarità, conquistata soprattutto nelle ultime elezioni grazie al consenso nelle periferie e nelle classi meno abbienti della città.
Le proteste di marzo e le ripercussioni sul paese
Le dimostrazioni dello scorso marzo, nate in seguito a questa prima ondata di arresti, hanno preso rapidamente vigore entrando in contatto con una parte consistente della popolazione, specialmente nelle grandi città come Istanbul e Smirne. Quelle proteste hanno avuto momenti di conflitto diretto con la polizia antisommossa, con scontri notturni che hanno segnato la fase più critica.
Il movimento ha coinvolto una vasta platea di cittadini, dai giovani studenti ai giornalisti, con quasi 2.000 arresti complessivi fatti da marzo. La tensione sociale si è tradotta in un malessere condiviso contro le restrizioni alla libertà politica e alla stampa.
Questi fatti rappresentano una delle maggiori ondate di proteste popolari in Turchia degli ultimi dieci anni, con un impatto che investe l’intera società. Le repressioni legate all’inchiesta per corruzione hanno amplificato la frattura tra governo e opposizione, rendendo il quadro politico turco particolarmente instabile.