
Luca Zingaretti svela il suo mondo: tra Garibaldi, Caino e i segreti di Montalbano
Luca Zingaretti, l’amatissimo attore e regista romano, ha recentemente partecipato all’Ischia Film Festival, dove ha ricevuto il prestigioso Film Award. Nato nel 1961, Zingaretti è ben noto al pubblico per il suo iconico ruolo nei panni del Commissario Montalbano, un personaggio che ha conquistato il cuore di milioni di spettatori in Italia e all’estero. La sua presenza all’evento non è stata solo un’occasione per ritirare un premio, ma anche un’opportunità per riflettere sul suo percorso artistico e sui progetti futuri.
L’esordio alla regia e il messaggio di resilienza
Durante l’incontro, Zingaretti ha parlato del suo esordio alla regia con “La casa degli sguardi”, un film che trae ispirazione dal libro di Daniele Mencarelli. “Il libro mi ha fulminato”, ha dichiarato l’attore, evidenziando come la storia di un giovane sensibile e le sue battaglie interiori rappresenti un tema universale: la resilienza umana. “Parla di quella straordinaria capacità di rialzarsi quando la vita ci ha messo alla prova”, ha aggiunto, sottolineando come il film tocchi argomenti come il dolore, l’amicizia e la genitorialità, tematiche che ha esplorato anche nelle sue opere precedenti.
Progetti futuri e l’omaggio a Camilleri
Il futuro di Zingaretti non si limita al cinema. L’attore ha rivelato di essere stato coinvolto in un progetto teatrale legato ad Andrea Camilleri, il celebre autore de “Il Commissario Montalbano”. In occasione del centenario della sua nascita, la Fondazione Camilleri gli ha proposto di interpretare “Autodifesa di Caino”, un testo che Camilleri aveva scritto per se stesso. “Inizialmente ho titubato”, ha confessato, “ma ho deciso di farlo, dando una forma particolare all’opera per renderla un omaggio al grande scrittore”. Le repliche si terranno in luoghi suggestivi:
- Tre a San Miniato
- Una al Cretto di Burri, alla fine di luglio.
Riflessioni su Garibaldi e le nuove generazioni
Interrogato su quale professione avrebbe scelto se non fosse diventato attore, Zingaretti ha risposto senza esitazioni: “Sicuramente il giornalista, un narratore di storie, molto vicino al mestiere che ho scelto”. Ha anche condiviso un aneddoto su una sua breve esperienza nel giornalismo, dove ha collaborato con un mensile. “Devo dire che gli articoli non erano niente male”, ha scherzato, mostrando il suo amore per la parola scritta.
Un altro tema centrale dell’intervista è stata la figura storica di Giuseppe Garibaldi. Zingaretti ha espresso il desiderio di interpretare o dirigere una storia su di lui, sottolineando come Garibaldi rappresenti una figura straordinaria nella storia italiana, spesso sottovalutata. “La sua è una storia pazzesca di cui noi italiani non conosciamo nemmeno un dieci per cento”, ha affermato con passione. “Era un personaggio pop, un ‘pazzo scatenato’ che ha creato scompiglio ovunque andasse”. Tuttavia, ha anche riconosciuto che un progetto di tale portata richiederebbe un budget considerevole e una tempistica adeguata.
Parlando del futuro, Zingaretti ha condiviso le sue preoccupazioni riguardo alle nuove generazioni. “Avendo due figlie molto giovani, sono obbligato all’ottimismo”, ha dichiarato. Per lui, i ragazzi di oggi, pur affrontando sfide senza precedenti, hanno una resilienza che spesso viene sottovalutata. “Questi ragazzi devono affrontare un mondo in continua evoluzione”, ha osservato. “È vero che il mondo cambiava anche quando eravamo giovani noi, ma avevamo tempo per mettere radici solide. Loro, invece, devono imparare a surfare su queste onde in continuo movimento”.
In un periodo in cui l’intelligenza artificiale sta emergendo come una forza dirompente, Zingaretti ha anche espresso le sue preoccupazioni. Ha rivelato di aver acquistato i diritti di un libro sull’IA, con l’idea di poterne trarre un film in futuro. “L’impatto che avrà sarà devastante e mi atterrisce”, ha confessato, dimostrando una sensibilità verso le questioni contemporanee.
Infine, non poteva mancare una domanda sul suo celebre ruolo di Montalbano. “Per me è un discorso chiuso”, ha affermato, rivelando che il suo legame con il personaggio è stato profondamente influenzato dalla perdita di molti dei suoi colleghi che hanno condiviso con lui questa avventura durata vent’anni. “Mi farebbe troppa tristezza tornare sui miei passi. Comunque, né la Rai né il produttore mi hanno mai detto ‘facciamo le ultime due puntate'”, ha aggiunto, lasciando intendere che eventuali sviluppi potrebbero essere al di fuori del suo controllo.
Zingaretti continua a essere una figura poliedrica del panorama culturale italiano, capace di affrontare temi complessi con profondità e umorismo, rimanendo al contempo un osservatore attento delle trasformazioni sociali e culturali.