
Gli italiani mantengono un rapporto stretto con l’auto nonostante il prezzo del mezzo in aumento spinga molti a cercare alternative. Una recente ricerca di Aniasa e Bain & Company mostra come l’acquisto di auto nuove sia diventato meno accessibile a causa dei rincari costanti e di una normativa poco chiara, mentre cresce l’interesse verso auto usate e soluzioni di noleggio a lungo termine.
L’utilizzo quotidiano dell’auto resta alto ma l’acquisto di auto nuove cala
Otto italiani su dieci usano l’auto ogni giorno per spostamenti personali o lavorativi, un dato che è cresciuto rispetto al 2020 quando era del 69%. L’auto è centrale nella vita quotidiana, ma l’idea di comprarne una nuova sta diventando sempre meno comune. Nel 2024, il 62% della popolazione non ha neanche preso in considerazione l’acquisto di un veicolo nuovo, rispetto al 57% dell’anno precedente. Questo calo coincide con un forte aumento dei prezzi delle auto, che negli ultimi dodici anni sono cresciuti del 52%, passando da 19.000 a circa 30.000 euro. Nel frattempo, invece, i redditi medi delle famiglie sono aumentati solo del 23%, da 29.000 a 38.000 euro.
Questo aumento del costo degli automezzi colloca l’auto sempre più fuori dalla portata di molti, soprattutto per chi deve decidere tra esigenze di trasporto e vincoli di budget. La domanda di auto nuove riflette questa situazione difficile e si percepisce chiaramente un allontanamento dall’idea che l’auto sia un bene per tutti.
Incertezze e confusione intorno alla transizione energetica e tecnologica
Gli italiani sembrano confusi dalla complessità della transizione verso veicoli meno inquinanti. Non sono chiari i tempi e le modalità per lo stop ai motori tradizionali, indicati anche dall’Unione europea e dalle autorità italiane. Questo genera incertezza nelle famiglie che devono scegliere tra un diesel, una benzina, un ibrido o un’elettrica. Molti faticano a comprendere le differenze tecnologiche e i vantaggi o svantaggi pratici per sé.
La varietà di opzioni disponibili e la mancanza di chiare norme creano uno stato di attesa, che limita ulteriormente l’acquisto di modelli nuovi. Il passaggio alla mobilità elettrica o ibrida resta complesso da affrontare per chi ha abitudini consolidate o budget limitati. Questo scenario alimenta un clima di disorientamento tra chi deve decidere su un acquisto importante e duraturo come l’auto.
Crescita della domanda di auto usate e noleggio a lungo termine
Lo studio fa emergere un doppio trend che interessa chi cerca un veicolo: da una parte la sicurezza dell’usato, cui si ricorre per evitare rischi economici maggiori; dall’altra la crescita del noleggio a lungo termine che conquista una fetta consistente di privati. L’usato resta la scelta preferita da molte famiglie proprio perché costa meno e permette comunque di avere un’auto affidabile. Il noleggio a lungo termine, invece, non è più un’opzione riservata solo alle imprese.
Nel 2024 circa 170.000 privati tra persone fisiche e titolari di partita iva usano questa formula, apprezzata per i canoni mensili fissi che includono molti servizi, eliminando l’impegno diretto legato all’acquisto. Alberto Viano, presidente di Aniasa, sottolinea come il noleggio si stia diffondendo tra i privati permettendo di guidare auto sicure e aggiornate senza dover investire tanti soldi all’inizio.
Queste formule diventano accessibili in un momento in cui comprare un’auto nuova diventa una spesa importante, spesso difficilmente sostenibile per tanti nuclei familiari.
Come cambia la preferenza del marchio auto: europee e cinesi in primo piano
Le preferenze degli italiani sui marchi di auto rivelano spostamenti interessanti. Il 42% acquisterebbe ancora un’auto made in Europe, segno della fiducia verso i produttori continentali. Ma non è trascurabile il 23% che oggi è disposto a comprare un’auto made in China. Chi opta per questo tipo di vetture indica nel prezzo competitivo l’elemento che convince nel 35% dei casi.
Per un altro 30% conta la percezione della qualità del prodotto cinese, mentre il restante 35% originano da consigli di amici, fiducia nel concessionario o esperienze precedenti positive. La presenza sul mercato di brand cinesi più affidabili e accessibili cambia i criteri di scelta di alcuni consumatori, desiderosi di restare nel budget e magari confrontarsi con modelli nuovi che propongono soluzioni tecnologiche aggiornate.
L’uso del trasporto pubblico e le nuove forme di mobilitÃ
Oltretutto, quasi la metà degli italiani utilizza il trasporto pubblico locale per i propri spostamenti, come emerge dall’indagine. Circa il 48% continua a preferire autobus, tram o metropolitana per raggiungere lavoro o scuola. Dall’altra parte calano forme di mobilità alternativa come scooter, monopattini elettrici, servizi di sharing e taxi, probabilmente a causa di limiti pratici o di costi.
Il trasporto pubblico si mantiene un punto saldo per molte zone del paese anche se non riesce a scalzare il primato dell’auto privata. Rimane l’esigenza di soluzioni valide in contesti cittadini e periferici, tenendo conto anche delle nuove abitudini di lavoro che possono combinare l’auto ai servizi collettivi.
Lo scenario futuro: una mobilità più variegata ma con questioni aperte
L’indagine di Aniasa e Bain conferma che l’auto occupa un posto importante nelle abitudini degli italiani. Chi guida la sceglie con cura, ma deve fare i conti con prezzi elevati e incertezze normative, che frenano un acquisto sereno e diffuso di veicoli nuovi. In questo clima, le scelte alternative come l’usato garantito, il noleggio a lungo termine o la mobilità in abbonamento guadagnano terreno.
Il sistema della mobilità italiana si sta adattando a una realtà dove la proprietà diventa meno immediata e più orientata alla flessibilità . Servono però segnali chiari da parte delle istituzioni per accompagnare questo passaggio senza aumentare confusione o esclusione di fasce di consumatori. Restano aperti i temi legati all’accessibilità economica dei veicoli e alla definizione di standard per la qualità e sicurezza dell’offerta alternativa.