
Un ritrovamento agghiacciante ha scosso la zona attorno a culiacán, nello stato di sinaloa, dove sono stati trovati venti corpi ammassati sotto un ponte autostradale nella notte tra domenica e lunedì. Questo episodio si inserisce nell’ambito di un’escalation di violenze tra due gruppi legati ai cartelli della droga messicani, già protagonisti di scontri letali nel territorio.
La dinamica del ritrovamento e le condizioni dei corpi
Le autorità locali hanno confermato che i corpi erano accatastati all’interno di un furgone abbandonato sul ciglio della strada, in una zona poco distante dall’autostrada che porta verso culiacán. Alcune vittime sono state ritrovate decapitate, segno di esecuzioni eseguite con brutalità, probabilmente per lanciare un messaggio chiaro alle fazioni avversarie. Il luogo scelto, una via di comunicazione importante, riflette anche la volontà dei responsabili di attirare l’attenzione su questa azione sanguinosa.
Non sono state ancora rese pubbliche le identità delle vittime, ma il modus operandi richiama modalità già impiegate in scontri tra cartelli nel passato recente. Le forze dell’ordine hanno avviato un’indagine per comprendere la provenienza dei corpi e identificare persone coinvolte, mentre la popolazione locale vive un clima di paura e incertezza.
escalation della violenza tra i gruppi dei chapitos e dei mayos
Questo ritrovamento si colloca in un contesto di violenza crescente tra due bande rivali: i ‘chapitos‘, seguaci di joaquin “el chapo” guzman, e i ‘mayos‘, fedeli a ismael “el mayo” zambada. Questi due ex alleati nel narcotraffico ora si contendono il controllo del territorio e delle rotte per la droga in sinaloa e zone limitrofe. Il fine settimana segnato da questo episodio è stato tra i più sanguinosi da tempo, con almeno 28 vittime identificate in varie azioni violente.
I media locali hanno documentato numerosi scontri armati, esecuzioni e attacchi mirati, che hanno aggravato il già fragile equilibrio tra i clan. La tensione tra le fazioni si manifesta spesso con atti dimostrativi di violenza estrema, come il ritrovamento dei corpi decapitati, per intimidire sia le forze di polizia che gli altri rivali.
Implicazioni per la sicurezza nelle zone interessate e risposta delle autorità
L’ondata di violenze legata ai movimenti dei cartelli ha spinto le autorità locali a intensificare i controlli e la presenza militare nelle aree più colpite, come culiacán e le sue periferie. Tuttavia, nonostante i rinforzi, la guerra tra fazioni continua a mietere vittime e a destabilizzare la regione. Le forze di sicurezza faticano a frenare la spirale di sangue, che coinvolge anche civili e persone estranee al traffico di droga.
La presenza di corpi ammassati e lo spettacolo crudele delle decapitazioni ricordano la difficoltà delle istituzioni di contenere la violenza e restaurare un clima di ordine. La comunità internazionale segue con attenzione gli sviluppi, mentre negli ambienti politici si discute su strategie più energiche per contrastare i cartelli e limitare l’impatto sociale di questa guerra clandestina.