
L'inflazione torna a salire: cosa significa l'1,7% di giugno?
Nel mese di giugno 2023, l’inflazione in Italia ha mostrato una risalita, attestandosi all’1,7% su base annua, secondo i dati forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat). Questa crescita è il risultato di diversi fattori, tra cui l’aumento significativo dei prezzi dei beni alimentari e dei servizi, in particolare quelli legati ai trasporti. La situazione economica attuale è complessa e richiede un’analisi approfondita per comprendere le dinamiche che stanno influenzando il potere d’acquisto delle famiglie italiane.
Aumento dei prezzi alimentari
L’accelerazione dei prezzi è stata particolarmente marcata nel settore alimentare. I beni alimentari non lavorati hanno visto un incremento significativo dei prezzi, passando da un +3,5% a un +4,2%. Anche i beni alimentari lavorati hanno subito un aumento, portandosi da un +2,7% a un +3,0%. Questo incremento nei prezzi alimentari è preoccupante, poiché colpisce direttamente il bilancio delle famiglie, che si trovano a dover affrontare spese sempre più elevate per i beni di prima necessità .
Aumento dei costi dei servizi e beni durevoli
Un altro aspetto da considerare è l’aumento dei prezzi dei servizi legati ai trasporti, che sono passati da un +2,6% a un +2,9%. Questo rincaro è influenzato da vari fattori, tra cui:
- Aumento dei costi del carburante
- Aumento delle tariffe di trasporto pubblico
- Ripresa della domanda di trasporti post-pandemia
D’altra parte, si è registrata una certa attenuazione della flessione dei prezzi dei beni durevoli, che è passata da -1,1% a -0,8%. Tuttavia, i beni energetici, sia regolamentati che non regolamentati, hanno visto una decelerazione dei loro prezzi. I beni energetici regolamentati hanno mostrato un calo dal +29,3% al +22,7%, mentre i beni energetici non regolamentati hanno visto una flessione più accentuata, passando da -4,3% a -4,6%.
Inflazione di fondo e previsioni future
Un altro aspetto importante è l’inflazione di fondo, che rappresenta l’andamento dei prezzi al netto di energetici e alimentari freschi. Nel mese di giugno, questa inflazione ha accelerato, suggerendo che i costi generali nel settore dei beni e dei servizi stanno aumentando. In particolare, l’inflazione al netto dei soli beni energetici è rimasta stabile a +2,1%. Questo dato è significativo, poiché indica un aumento dei costi di altri beni e servizi, che possono avere un impatto diretto sul potere d’acquisto delle famiglie.
Analizzando i dati più nel dettaglio, si nota che la crescita tendenziale dei prezzi dei beni è aumentata leggermente, passando da +0,8% a +1,0%. Anche i servizi hanno visto una crescita, da +2,6% a +2,7%. Sebbene il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si sia ridotto, attestandosi a +1,7 punti percentuali, è chiaro che l’inflazione colpisce in modo diverso i vari settori dell’economia.
In termini di variazione congiunturale, l’indice generale ha mostrato un incremento, in gran parte dovuto all’aumento dei prezzi dei servizi di trasporto (+1,1%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%) e dei beni alimentari lavorati (+0,6%). Tali aumenti, tuttavia, sono stati parzialmente compensati dalla diminuzione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (-2,9%) e non regolamentati (-1,1%), così come dei beni alimentari non lavorati (-0,4%).
Per quanto riguarda le previsioni future, l’inflazione acquisita per il 2025 si attesta a +1,4% per l’indice generale e a +1,8% per la componente di fondo. Questi dati suggeriscono che l’Italia potrebbe continuare a vivere un periodo di inflazione moderata, sebbene le fluttuazioni nei prezzi dei beni energetici e alimentari possano influenzare significativamente l’andamento generale dell’economia.
Infine, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) ha registrato una variazione pari a +0,2% su base mensile e a +1,7% su base annua, mantenendosi stabile rispetto al mese precedente. Questi dati sono cruciali per comprendere la situazione economica attuale e per formulare politiche adeguate che possano sostenere le famiglie e stimolare la crescita economica. Con l’inflazione che continua a rappresentare una sfida per l’economia italiana, le autorità competenti dovranno prestare attenzione a questi segnali e adottare misure appropriate per mitigare gli effetti sul potere d’acquisto dei cittadini.