
L’ex vicepresidente dell’Ecuador, jorge glas, è stato condannato a 13 anni di carcere per corruzione legata alla gestione dei fondi destinati alla ricostruzione dopo il terremoto che ha colpito il paese nove anni fa. La sentenza, emessa dalla corte di giustizia ecuadoriana, si aggiunge ad altre due condanne già in corso. Glas dovrà inoltre versare ingenti somme a titolo di multa e risarcimenti. La vicenda coinvolge anche altri ex funzionari accusati di irregolarità nella gestione dei soldi pubblici.
La condanna a 13 anni e le pene precedenti
La giudice mercedes caicedo ha letto oggi la sentenza che infligge a jorge glas una nuova pena detentiva di 13 anni per un caso di corruzione legato alla ricostruzione post-terremoto. Glas si trova già in carcere di massima sicurezza per scontare due condanne passate, rispettivamente di sei e otto anni, sempre per reati di corruzione.
Questa ulteriore condanna recepisce dettagli che riguardano la gestione irregolare dei fondi pubblici raccolti dalle tasse e dai contributi dei cittadini ecuadoriani. Il sistema giudiziario ha confermato il coinvolgimento diretto dell’ex vicepresidente, che in passato aveva negato ogni accusa, ribadendo di non aver mai gestito né approfittato di quei soldi.
Con questa sentenza, jorge glas completa il proprio iter giudiziario legato a scandali di corruzione emersi durante gli anni in cui ha ricoperto incarichi pubblici con il presidente rafael correa, anch’egli condannato in altreplici procedimenti.
L’accusa sulle irregolarità nella ricostruzione post-terremoto
L’accusa principale si concentra sulla destinazione dei fondi raccolti per la ricostruzione delle province colpite dal terremoto del 2016, evento che causò almeno 700 vittime soprattutto nella regione di manabí, sulla costa occidentale dell’ecuador. La magistrata mercedes caicedo ha definito quei fondi come risorse ottenute tramite tasse e contributi versati dagli ecuadoriani, risorse che avrebbero dovuto servire a favorire una ricostruzione concreta e necessaria per le aree devastate.
Nel processo è emerso che quei soldi sono stati spesi per la realizzazione di “costruzioni inutilizzabili, mai usate e del tutto superflue”. La corte ha sottolineato l’assenza di rispetto per la legge della solidarietà e soprattutto per le vittime del sisma, le cui condizioni non sono state veramente prese in considerazione nelle scelte amministrative.
L’inchiesta giudiziaria ha evidenziato una gestione superficiale che ha aggravato il danno sociale ed economico per le comunità coinvolte. Tra gli imputati, oltre a glas, figura anche un ex ministro che è stato condannato insieme a lui e a cui è stata imposta la restituzione di circa 250 milioni di dollari, cifra stabilita come risarcimento per danni materiali e immateriali.
Le sanzioni pecuniarie imposte alla difesa
Oltre alla pena detentiva, la sentenza prevede per jorge glas il pagamento di una multa di 28.800 dollari. Il giudice ha inoltre ordinato un risarcimento molto più consistente, pari a 250 milioni di dollari, da versare a titolo di danni causati dalle irregolarità nella gestione dei fondi pubblici destinati alle attività di ricostruzione.
Questa cifra sarà recuperata insieme a quella di un altro ex esponente governativo condannato nel medesimo procedimento. L’ammontare si riferisce agli effetti materiali e immateriali provocati dal cattivo impiego delle risorse e mira a ristabilire almeno in parte le condizioni compromesse nel territorio e nella vita delle persone colpite dal sisma.
La sentenza dimostra che le indagini hanno considerato responsabili le figure politiche chiamate a garantire trasparenza e legalità nella gestione dei fondi pubblici. Le autorità giudiziarie ecuatoriane confermano così la volontà di punire comportamenti che hanno danneggiato cittadini e stato.
Le posizioni di jorge glas durante il processo
Durante il dibattimento, jorge glas ha negato di aver gestito personalmente fondi e di averne tratto vantaggi. Secondo la sua difesa, l’ex vicepresidente non avrebbe avuto ruoli diretti nella distribuzione delle somme destinate alla ricostruzione delle aree colpite dal sisma.
Il processo ha invece raccolto prove e testimonianze che hanno evidenziato connessioni tra glas e le irregolarità imputate. Le condanne precedenti e la valutazione complessiva degli atti dimostrano come gli imputati abbiano agito in modo coordinato per appropriarsi illegalmente delle risorse pubbliche.
La difesa ha sostenuto l’estraneità agli episodi contestati, ma il giudice ha ritenuto sufficienti le prove per comminare la nuova pena. L’iter giudiziario ha reso pubblici documenti che chiariscono i passaggi delle somme e le modalità con cui sono state alimentate attività irregolari.
Tutti gli elementi raccolti hanno consentito alla corte di condannare glas e gli altri imputati, con l’obiettivo di ristabilire la legalità nello sviluppo dei processi di ricostruzione dopo una catastrofe che ha segnato profondamente l’ecuador.