
L’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere ha svelato un sistema di corruzione nel settore delle opere autostradali sull’A3 Napoli-Pompei-Salerno. Cinque persone sono finite sotto accusa per tangenti, falsi documenti e mancanza di sicurezza sul lavoro. Lo scandalo riguarda affidamenti concessi in cambio di pagamenti nascosti e certificazioni false, che hanno messo a rischio la salute dei lavoratori coinvolti.
Corruzione e tangenti nella gestione dell’autostrada a3
L’indagine evidenzia che i lavori sull’autostrada A3 venivano affidati a ditte grazie a un giro di tangenti. Secondo gli inquirenti, un funzionario del Consorzio Stabile Sis, concessionario della gestione, avrebbe ricevuto pagamenti in tre tranche da 6500 euro. Questi soldi, anche consegnati in vasi di fiori per eludere i controlli, servivano a garantire l’assegnazione degli appalti senza gare reali o corrette. La corruzione coinvolge imprenditori dell’area napoletana, che avrebbero pagato il funzionario per aggiudicarsi i lavori.
Le tangenti hanno consentito a queste aziende di ottenere commesse importanti da centinaia di migliaia di euro. Il sistema, dunque, distorceva il normale svolgimento delle gare d’appalto, privilegiando chi si prestava a corrompere i responsabili. Questo ha rallentato e compromesso non solo la concorrenza, ma anche la qualità dei lavori sulle infrastrutture.
Certificazioni false e formazione inesistente dei lavoratori
Un aspetto centrale dell’inchiesta riguarda la formazione dei dipendenti impiegati nei cantieri autostradali. Quattro imprenditori sono accusati di aver prodotto falsi attestati di formazione, per far sembrare che i lavoratori fossero abilitati a operare in sicurezza. Tra quelli menzionati, anche un uomo deceduto il quale sarebbe stato falsamente indicato come formatore o firmatario dei documenti.
La falsificazione ha riguardato pure un dipendente rimasto gravemente ferito nello scorso aprile, dopo essere stato mandato in servizio senza aver frequentato il corso obbligatorio. Gli imprenditori avrebbero presentato le certificazioni solo dopo l’incidente, tentando di mascherare l’irregolarità . Questi fatti mettono in luce gravi mancanze nella tutela della salute sul lavoro negli appalti pubblici.
Attività investigative e sequestri da parte della procura
La Procura di Santa Maria Capua Vetere, guidata dal procuratore Pierpaolo Bruni e con il sostituto Giacomo Urbano, ha avviato indagini mirate per smascherare la rete di corruzione. Gli inquirenti hanno disposto una serie di perquisizioni in abitazioni e uffici degli indagati. I carabinieri hanno sequestrato cellulari, computer e documenti ritenuti utili per ricostruire il sistema illecito.
Queste operazioni sono fondamentali per raccogliere prove digitali e materiali, che testimoniano i pagamenti illegali e la falsificazione dei dati formativi dei lavoratori. L’inchiesta prosegue con l’obiettivo di accertare responsabilità penali e individuare eventuali altri coinvolti nella gestione dell’autostrada A3.