
La conferenza internazionale tenutasi recentemente a Roma ha posto al centro il mediterraneo allargato, una regione sempre più segnata da tensioni e nuove dinamiche politiche ed economiche. Organizzata da Prospettive Mediterranee, in collaborazione con il Parlamento europeo in Italia, la Rete Italiana per il Dialogo Euro-Mediterraneo e lāEgic, la giornata ha offerto un confronto tra rappresentanti istituzionali, esperti e diplomatici su come i conflitti in Medio Oriente, lāespansione dei BRICS e le trasformazioni globali nellāenergia e nellāeconomia influiscano sulla sicurezza e sugli equilibri dellāarea mediterranea.
Il peso crescente dei brics e la riflessione sulle strategie europee
Lāascesa dei BRICS ā Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica ā ha introdotto un elemento di discontinuitĆ nella configurazione economica e politica internazionale, impattando anche sul mediterraneo e sullāEuropa. Nel dibattito romano, ĆØ stato sottolineato come lāespansione di questi paesi rappresenti non solo un fatto economico ma una sfida per la sicurezza europea, soprattutto considerando lāinfluenza russa e cinese sulla scena globale.
Considerazioni sul mar nero e modelli di ordine internazionale
Georgios Mitrakos, direttore generale del Centro internazionale di studi sul mar nero, ha evidenziato la posizione strategica di questa area, cruciale non solo per la sua funzione di crocevia ma anche per le rivalitĆ che si riflettono su scala continentale. Questi elementi richiedono risposte politiche calibrate e strategie che si adattino a un contesto mutevole. Nel confronto sono emersi due modelli opposti per gestire lāordine internazionale: quello vestfaliano, che privilegia i confini nazionali come riferimento identitario, e quello glocalista che punta sulle reti transnazionali e sul soft power. Enrico Molinaro, coordinatore scientifico dellāevento, ha messo in luce questa tensione che attraversa anche le politiche europee, rimarcando il bisogno di flessibilitĆ e pragmatismo.
Il contesto geopolitico nel mediterraneo allargato e la nuova centralitĆ delle crisi mediorientali
Negli ultimi anni, la regione del mediterraneo allargato ha subito mutamenti rilevanti che influenzano la stabilitĆ e le strategie politiche di stati europei e del bacino mediterraneo. La conferenza romana ha discusso delle conseguenze dirette dei conflitti in Medio Oriente, con particolare attenzione alle tensioni nel Golfo Persico. Luigi Di Maio, rappresentante speciale dellāUnione europea per quell’area, ha posto lāaccento sulla diplomazia economica come strumento utile per gestire crisi e favorire il dialogo multilaterale tra le potenze coinvolte.
Di Maio ha ribadito un messaggio chiaro rivolto al continente europeo: ĆØ necessario costruire un sistema di sicurezza che tuteli gli interessi e la stabilitĆ interna, auspicando una soluzione basata sul riconoscimento di due stati. Questi interventi descrivono la complessitĆ delle relazioni che intrecciano questioni di sicurezza con la diplomazia economica e le tensioni esistenti tra paesi della regione. Non a caso, la conferenza ha esplorato in modo dettagliato il ruolo crescente delle monarchie del Golfo, che da attori marginali sono diventate protagoniste geopolitiche, influenzando sia gli equilibri regionali che quelli globali.
Le opinioni degli esponenti politici italiani e il richiamo ai valori europei
La conferenza ha raccolto voci autorevoli italiane come Piero Fassino, vicepresidente della commissione difesa della camera, e Lucio Malan, capogruppo al senato per Fratelli dāItalia. Il dibattito, moderato da Metis Di Meo, ha toccato aspetti legati alla sicurezza nazionale, alla cooperazione internazionale e al ruolo che lāItalia deve assumere in questa fase delicata. Renato Loiero, consigliere per le politiche di bilancio del presidente del consiglio Giorgia Meloni, ha insistito sulla necessitĆ di politiche coerenti e strategie capaci di garantire soliditĆ e autonomia allāItalia in un quadro globale instabile.
Carlo Corazza, direttore del Parlamento europeo in Italia, ha rimarcato la rilevanza dei principi di libertĆ e democrazia propri dellāUnione europea, considerandoli fondamentali per definire il ruolo che Bruxelles deve giocare in unāarea sensibile e complessa. La sua lettura sottolinea il rischio di un mondo multipolare dove questi valori potrebbero essere messi sotto pressione dalla competizione tra potenze e interessi divergeni. Lāinvito a preservare questo patrimonio comune serve a mantenere un equilibrio che sia più inclusivo e paritario.
Il mediterraneo allargato come nodo di sfide e opportunitĆ per italia e ue
Lāattenzione del summit romano si ĆØ concentrata sul mediterraneo allargato non solo come teatro di tensioni, ma anche come punto cruciale per la politica estera e la sicurezza di Italia e Unione europea. Viene ribadita la necessitĆ di strategie adattabili in un contesto instabile, che sappiano intercettare le diverse pressioni provenienti da conflitti, economie emergenti e trasformazioni energetiche.
Gli esperti intervenuti hanno definito il mediterraneo più ampio come fulcro della competizione globale, ponendo lāenfasi sulla geopolitica della sostenibilitĆ come mezzo per consolidare unāinfluenza duratura. La gestione delle risorse naturali, le fonti energetiche alternative e il dialogo socio-politico tra le diverse sponde del mare mediterraneo sono elementi che contribuiranno a stabilire nuovi equilibri. Lāevento di Roma esplora proprio questa visione, suggerendo che le politiche future dovranno tenere conto di molteplici variabili per difendere gli interessi europei senza provocare nuove fratture.
Il confronto appena concluso aggiunge un tassello significativo nel dibattito sulla politica mediterranea e internazionale, offrendo una lettura aggiornata di come le potenze globali si muovono in questa parte cruciale del mondo. La presenza di rappresentanti istituzionali e analisti ha dato corpo a una discussione ricca di spunti, indispensabile per comprendere le sfide del 2025 e oltre.