
La diagnosi precoce e l’intervento chirurgico tempestivo hanno permesso di salvare due neonati affetti da atresia digiunale di tipo III-B, una malformazione intestinale molto rara e complessa. Questa patologia, conosciuta come “apple-peel” per la particolare conformazione dell’intestino che ricorda la buccia di mela, richiede un intervento immediato per garantire la sopravvivenza e una prospettiva di vita normale. I casi sono stati gestiti tra l’ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro e l’azienda ospedaliera universitaria “Renato Dulbecco”, coinvolgendo più reparti e specialità in una rete ospedaliera ben organizzata.
La diagnosi prenatale e la gestione della gravidanza a rischio
Nel secondo trimestre di gravidanza è stata sospettata una grave anomalia intestinale in un feto proveniente dalla provincia di Reggio Calabria. La madre, seguita in un piccolo centro locale, è stata indirizzata ai reparti specialistici dell’azienda ospedaliera universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro per approfondimenti. Il sospetto riguardava un’interruzione anomala dell’intestino tenue, tipica dell’atresia digiunale III-B, caratterizzata da una fragilità estrema dell’apparato digerente.
Nei mesi successivi, la paziente è stata monitorata con attenzione in un ambulatorio specifico per gravidanze a rischio. Il team multidisciplinare di ostetricia e ginecologia, guidato dal professor Zullo per la parte universitaria e dal dottor Pullano per la gestione ospedaliera, ha seguito l’evoluzione della patologia. Il peggioramento nelle ultime settimane ha spinto al parto cesareo d’urgenza, svolto nell’ospedale di Locri, per ridurre i rischi legati alla complessità della malformazione.
L’intervento chirurgico e la gestione neonatale a catanzaro
Subito dopo il parto, il neonato è stato trasferito all’ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, struttura dotata di equipe specializzate in neonatologia e chirurgia pediatrica. Qui il piccolo è stato stabilizzato e sottoposto a un intervento correttivo lo scorso 13 maggio. L’operazione ha affrontato la malformazione che rendeva praticamente impossibile il normale funzionamento intestinale, eliminando le porzioni danneggiate e ricostruendo il tratto digerente.
Dopo l’operazione, il bambino è stato ricoverato nella terapia intensiva neonatale, diretta dal dottor Giovanni Sica. In questo reparto ha ricevuto cure mirate a favorire la ripresa e prevenire complicazioni postoperatorie. Grazie alla precocità dell’intervento e all’assistenza specializzata, il piccolo è stato dimesso in condizioni stabili e potrà condurre una vita quasi normale, secondo quanto riferito dal team medico.
L’importanza della rete ospedaliera e della collaborazione multidisciplinare
Il dottor Giuseppe Raiola, direttore del dipartimento materno-infantile dell’azienda ospedaliero-universitaria “Renato Dulbecco”, ha evidenziato il ruolo cruciale di una diagnosi tempestiva in gravidanze con sospette malformazioni complesse. Individuare in anticipo questi problemi permette di pianificare il percorso clinico e coinvolgere specialisti di diversi reparti. In questi due casi di atresia digiunale III-B, la sinergia tra i centri di riferimento ha fatto la differenza tra la vita e la morte.
Anche la dottoressa Simona Carbone, commissario straordinario dell’azienda ospedaliero-universitaria “Renato Dulbecco”, ha sottolineato la necessità di riconoscere tempestivamente malformazioni gravi durante la gravidanza. Solo così si può organizzare il parto in strutture attrezzate e garantire un intervento rapido, la gestione post-operatoria e un monitoraggio attento. L’esperienza racconta come una buona collaborazione tra ospedali, reparti e professionisti determini un esito positivo anche in situazioni critiche.
I due neonati rappresentano un esempio concreto di come l’intervento chirurgico tempestivo e un’assistenza multidisciplinare riescano a risolvere casi che fino a pochi anni fa avrebbero avuto esiti drammatici.