
La strana alleanza tra palestinesi, copti e Trump: un nuovo ordine mondiale?
In un contesto attuale segnato da violenza e sofferenza, è difficile trovare un barlume di speranza. Il genocidio in atto a Gaza, i villaggi in fiamme in Cisgiordania e le morti quotidiane di innocenti rendono l’atmosfera pesante e angosciante. Tuttavia, Scandar Copti, regista palestinese con cittadinanza israeliana, ci invita a non perdere la speranza. “Anche se non vediamo la luce in fondo al tunnel, non possiamo permetterci di perderla e dobbiamo insegnarla ai nostri figli”, afferma in un’intervista all’ANSA. Con il suo ultimo film, “Happy Holidays”, in arrivo nelle sale il 3 luglio con Fandango, Copti ha cercato di trasmettere un messaggio di resistenza e dignità.
Un film che fa la differenza
La serata di presentazione del film al Nuovo Sacher, introdotta dal noto regista Nanni Moretti, ha visto l’incasso devoluto ad Emergency, un’associazione che lavora per fornire assistenza sanitaria nelle zone di guerra e nei contesti di emergenza. Nonostante la drammaticità della situazione attuale, Copti sottolinea l’importanza di ricordare le lezioni della storia: “Niente dura per sempre. Gli imperi, da quello romano a quello ottomano, hanno tutti avuto una fine”. Questa riflessione porta a una considerazione più ampia sulla natura del potere e della dominazione, che, come dimostrato dalla storia, è destinata a svanire.
Il sionismo e la lotta per la dignità
Il progetto sionista, sostenuto anche dall’ex presidente americano Donald Trump, è visto da Copti come una delle manifestazioni di questo potere oppressivo. “Dobbiamo lottare per essere palestinesi. Presentare il mio film è una forma di resistenza”, afferma con determinazione. “Happy Holidays”, che ha ricevuto il premio per la sceneggiatura in Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia 2024, racconta le storie di una famiglia israeliana e di una palestinese ad Haifa. Le vicende si intrecciano in un racconto che esplora le complesse dinamiche tra le due comunità, evidenziando pregiudizi, violenze e tensioni sociali.
Il messaggio di speranza di Scandar Copti
Le riprese del film si sono svolte tra il 2020 e il 2022, un periodo in cui la situazione in Medio Oriente era già tesa, ma prima degli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023. Molti spettatori hanno notato come il film riesca a catturare la tensione e le problematiche che avrebbero portato a conflitti futuri. “Forse perché mostro come i sistemi oppressivi, da un lato patriarcale e dall’altro militarista, intrappolino tanto l’oppresso quanto l’oppressore”, spiega Copti. Questo concetto è centrale nel suo lavoro, dove le madri, simboli di una lotta silenziosa, interiorizzano l’oppressione e la normalizzano per affrontare la vita quotidiana.
Il film, attraverso le storie intrecciate delle sue protagoniste, riesce a mettere in luce le relazioni umane che si sviluppano nonostante le differenze culturali e politiche. Le emozioni, le paure e le speranze delle due famiglie si mescolano, creando un affresco complesso della vita in una terra contesa. Nel film, Copti utilizza esclusivamente attori non professionisti, una scelta che arricchisce l’autenticità della narrazione e permette di avvicinarsi alle esperienze reali delle persone coinvolte.
In un contesto globale in cui la politica di Trump e il sionismo continuano a influenzare le dinamiche del conflitto israelo-palestinese, il messaggio di Copti appare ancora più rilevante. La sua opera non è solo un atto di resistenza, ma anche un invito alla riflessione su come le storie personali possano contribuire a una comprensione più profonda delle tensioni che attraversano la regione.
La lotta per la dignità e i diritti del popolo palestinese è una battaglia che va oltre il semplice conflitto territoriale; è una questione di identità, cultura e resistenza. Copti, con il suo film, ci ricorda che, nonostante la brutalità della guerra e l’oppressione, la speranza deve rimanere viva. “Dobbiamo continuare a resistere e combattere per la nostra esistenza”, afferma, sottolineando l’importanza di trasmettere questo messaggio alle future generazioni.
Il suo invito a non dimenticare le lezioni della storia è un monito per tutti: “È fondamentale che riconosciamo il potere dei racconti e delle esperienze umane per affrontare le ingiustizie”. In un mondo in cui gli imperi possono sembrare invincibili, le parole di Scandar Copti ci esortano a mantenere viva la speranza e a combattere per un futuro migliore.