
L’indagine sulla violenta aggressione avvenuta nel carcere di prato ha portato alla scoperta di gravi negligenze da parte di alcuni agenti penitenziari. Vittima è stato Vasile Frumuzache, condannato per aver ucciso due donne. La procura locale ha iscritto nel registro degli indagati tre agenti accusandoli di rifiuto di atti d’ufficio e lesioni colpose. La vicenda ha suscitato forte attenzione per il modo in cui l’aggressione è stata consentita, malgrado le istruzioni date dalle autorità .
I fatti dell’aggressione nel carcere di prato
Il 6 giugno 2025, all’interno della casa circondariale di prato, è avvenuta un’aggressione nei confronti di Vasile Frumuzache, detenuto noto per aver confessato due omicidi. Frumuzache è stato colpito con un pentolino contenente olio bollente e zucchero, versato sul viso e sugli arti, causando ustioni dolorose. Questo episodio è risultato particolarmente grave perché Frumuzache, già in una posizione di rischio, avrebbe dovuto ricevere una protezione più attenta.
Nonostante la procura avesse impartito indicazioni precise al comandante del carcere per garantire la sicurezza del detenuto, chi avrebbe dovuto vigilare ha poi permesso che un altro recluso agisse in maniera violenta e brutale contro di lui. L’episodio si presenta con contorni di omissione da parte del personale penitenziario, motivo che ha portato all’avvio dell’indagine ufficiale.
Responsabilità degli agenti e accertamenti della procura
Tre agenti sono stati iscritti nel registro degli indagati della procura di prato perché sospettati di non aver adempiuto al loro obbligo di tutela nei confronti di una persona privata della libertà . Ai capi d’imputazione figurano il rifiuto di atti d’ufficio e lesioni colpose, entrambi reati in relazione al mancato intervento per impedire il fatto violento e al danno subito da Frumuzache.
L’indagine intende verificare la dinamica esatta e l’eventuale complicità o negligenza da parte del personale di sorveglianza. Verranno interrogati i tre coinvolti per chiarire come sia stato possibile che un detenuto abbia avuto la libertà di compiere un’aggressione così cruenta nonostante le misure preventive disposte. Gli elementi raccolti potranno delineare un quadro di responsabilità e orientare le eventuali sanzioni.
La situazione di sicurezza nel carcere di prato dopo l’episodio
In seguito ai fatti del 6 giugno, la gestione della sicurezza dentro la casa circondariale di prato è finita sotto osservazione stretta. La procura aveva dispiegato alcune direttive al comandante per evitare queste situazioni, ma l’aggressione ha dimostrato che qualcosa non ha funzionato. La tranquillità di Frumuzache, tenuto conto del suo profilo criminale, avrebbe dovuto essere salvaguardata con maggiore efficacia.
Nei giorni successivi sono state avviate verifiche approfondite sull’organizzazione interna e sulle modalità con cui vengono gestiti i detenuti ad alto rischio di aggressioni. Questi controlli intendono accertare se si tratta di un caso isolato o di un problema più esteso legato alla gestione della sicurezza interna. Si attendono sviluppi giudiziari rispetto al procedimento contro gli agenti coinvolti, mentre l’attenzione resta puntata sul rispetto dei diritti umani all’interno degli istituti penitenziari.