
Una vasta operazione di sequestro conservativo è stata eseguita dai finanzieri del comando provinciale di crotone, coinvolgendo la fraternità di misericordia di isola capo rizzuto e i suoi ex dirigenti. L’intervento, disposto dalla procura regionale della corte dei conti per la calabria, segue una sentenza che ha quantificato un danno erariale relativo alla gestione di fondi pubblici destinati all’accoglienza dei migranti. Lo sviluppo di questo caso investiga anni di presunte irregolarità finanziarie legate a fondi italiani ed europei, mettendo sotto la lente nomi noti del territorio e misure patrimoniali significative.
Il sequestro conservativo e la tutela del credito erariale
Alla fine di aprile 2025, la procura regionale della corte dei conti per la calabria ha emesso un sequestro conservativo per un valore pari a 2,5 milioni di euro. Questo provvedimento riguarda la fraternità di misericordia di isola capo rizzuto, il suo ex governatore leonardo sacco e l’ex parroco edoardo scordio, tutti ritenuti responsabili di un danno erariale stimato in 34 milioni di euro. L’azione serve a tutelare il credito erariale individuato, ossia le risorse sottratte o malgestite in modo illecito.
Il sequestro interessa beni immobili e disponibilità finanziarie, per un totale che comprende 33 immobili e terreni riconducibili alla fraternità e ai soggetti coinvolti. L’obiettivo è garantire la conservazione di risorse economiche equivalenti all’entità del danno contestato, evitando che gli interessati possano disperdere o sottrarre capitali durante il procedimento giudiziario.
A guidare questa iniziativa è il procuratore regionale roma ermenegildo palma, coadiuvato dal vice procuratore generale giovanni di pietro. Il procedimento si basa sulla sentenza di primo grado emessa dalla corte dei conti ad aprile, che ha sancito la responsabilità nella gestione economica della fraternità e dei suoi rappresentanti.
La sentenza della corte dei conti e le irregolarità nella gestione dei fondi
La sentenza di primo grado resa dalla corte dei conti ad aprile scorso ha stabilito un danno erariale complessivo di 34 milioni di euro. Questa cifra deriva da una gestione ritenuta irregolare e illecita di fondi pubblici italiani ed europei, destinati ad attività di accoglienza e assistenza per migranti nel centro cara di sant’anna, gestito dalla fraternità di misericordia di isola capo rizzuto.
Il provvedimento giudiziario ha ricostruito anni di presunte operazioni fraudolente, tra cui l’emissione di fatture false tramite società di catering, usate come copertura per distrarre i fondi. I soldi pubblici, invece di arrivare ai servizi e alle infrastrutture necessarie per l’accoglienza, sarebbero finiti in circuiti privati e in contesti confessati con la criminalità organizzata locale.
L’inchiesta inoltre esprime che i vertici dell’associazione, in particolare leonardo sacco e don edoardo scordio, hanno avuto un ruolo centrale in questo sistema di distrazione delle risorse. La corte dei conti ha dunque responsabilizzato personalità chiave per affidare una rilevante quantità di fondi pubblici, confermando un danno economico all’erario.
L’inchiesta jonny e le origini dell’indagine antimafia
La vicenda prende avvio dall’inchiesta denominata “jonny”, partita nel 2017 ad opera della direzione distrettuale antimafia di catanzaro. Quel procedimento ha coinvolto 68 indagati e ha portato al sequestro di beni per oltre 60 milioni di euro, approfondendo la rete di condotte illecite che ruotava attorno alla gestione del centro di accoglienza cara sant’anna.
Le indagini hanno evidenziato un sistema articolato dove fondi destinati all’accoglienza migranti venivano indebitamente sottratti e canalizzati verso interessi privati e organizzazioni criminali. L’analisi degli elementi di prova ha incluso documentazione finanziaria, testimonianze e intercettazioni che hanno svelato le dinamiche tra i responsabili della fraternità e soggetti legati alla ‘ndrangheta.
Questa indagine ha permesso di ricostruire la rete dei subappalti e la creazione di fatture gonfiate emesse da società di catering compiacenti. Il risultato è stato l’emergere di un meccanismo per “ripulire” i fondi e distribuirli illegalmente. Il ruolo delle figure apicali, cioè sacco e scordio, è cruciale in questa ricostruzione probabilmente al centro di scelte gestionali e finanziarie fraudolente.
Gli sviluppi giudiziari e le sentenze riviste in cassazione
Leonardo sacco è stato condannato in primo grado a 17 anni di reclusione e in appello a 20 anni per le accuse collegate alla gestione della misericordia di isola capo rizzuto. Nel 2023, la corte di cassazione ha annullato tutte le condanne per malversazione a suo carico, escludendo che fosse il capo dell’organizzazione criminale ipotizzata. Questo ha portato al suo rilascio dopo anni in carcere.
Don edoardo scordio, invece, aveva ricevuto una condanna di 8 anni e 8 mesi in appello, ma anche per lui la cassazione ha annullato la sentenza disponendo un nuovo processo d’appello. La corte attende una decisione definitiva, attesa per il 21 luglio 2025, in merito alla sua posizione.
Questi sviluppi rivelano la complessità dei processi legati all’inchiesta jonny, con sentenze che oscillano e punti controversi che verranno risolti nelle prossime udienze. Nel frattempo, le misure cautelari patrimoniali permangono, in attesa che il procedimento definisca compiutamente responsabilità e eventuali recuperi economici.