
Anche quest’anno, in occasione dell’anniversario dei moti di Stonewall del 1969, molte città italiane organizzano manifestazioni per celebrare i diritti Lgbtq+. Mentre a Budapest la parata Pride è stata proibita dal governo di Viktor Orbán, in diverse località italiane si terranno cortei promossi da Arcigay e altre associazioni per ribadire la difesa dei diritti civili. L’iniziativa italiana prende il nome di Onda Pride e coinvolge eventi in contemporanea che hanno un forte valore simbolico e politico.
Date e luoghi dei cortei dell’onda pride 2025 in italia
Il 28 giugno 2025, sei cortei attraverseranno varie città italiane all’insegna della rivendicazione e della visibilità Lgbtq+. A Bologna si tiene il Rivolta Pride con raduno alle 15:30 presso i giardini Margherita, luogo storico di eventi culturali e sociali. Bolzano ospita per la prima volta il Südtirol Pride, appuntamento alle 15 in piazza Verdi, segnando un passo importante verso un riconoscimento più ampio anche nelle aree autonome. Milano concentra la propria parata in via Vittorio Pisani sempre a partire dalle 15, confermandosi una delle piazze più frequentate e partecipate da anni.
Cortei nel sud italia e sardegna
Nel sud Italia il Salerno Pride partirà alle 17:30 da corso Vittorio Emanuele, centro nevralgico della città. Questa manifestazione conferma un impegno crescente verso i diritti in zone dove il dibattito civile ha vissuto evoluzioni recenti. In Sardegna, Sassari accoglie il corteo dalle 17, presso piazza Università, luogo simbolico e centrale nella vita cittadina. Domani, invece, sarà la volta del Ragusa Pride in Sicilia, con ritrovo alle 18:30 a Porto Venere. Questi eventi testimoniano una presenza territoriale diffusa e partecipata, con mobilitazioni che spaziano dal nord al sud della penisola.
Il divieto di orbán a budapest e le critiche della delegazione italiana
A Budapest, la polizia e le autorità hanno impedito lo svolgimento del Pride 2025, impedendo alla comunità Lgbtq+ e ai suoi sostenitori di manifestare liberamente. Il divieto è stato annunciato dal governo di Viktor Orbán, noto per una linea politica apertamente contraria alle tematiche Lgbtq+. Nel frattempo, sempre nella capitale ungherese, sono state autorizzate tre manifestazioni di gruppi neonazisti, un fatto che ha scatenato critiche dure dalla scena internazionale.
Commento di gabriele piazzoni su budapest
Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, si trova a Budapest con parte della delegazione italiana e ha commentato la situazione sottolineando come “il governo ungherese, con il silenzio di alcuni governi europei, incluso quello italiano, impedisca il diritto alla manifestazione ma dia spazio alle provocazioni di estrema destra”. Piazzoni ha definito la scelta delle autorità come una “deriva illiberale” e ha spiegato che la presenza italiana a Budapest assume un significato di resistenza e sostegno a chi vuole difendere i diritti civili in città.
Onda pride come risposta ai nuovi fascismi in europa
L’Onda Pride italiana si presenta come risposta netta e visibile al clima repressivo che si registra in alcune aree europee, a partire dall’Ungheria. La manifestazione sottolinea come l’Italia non intenda accettare regressioni sui diritti civili, mettendo in scena un arcobaleno che rappresenta un “anticorpo” contro le spinte autoritarie e xenofobe emergenti. Le sei parate coincidono con il 56esimo anniversario dei moti di Stonewall, un evento cardine nella storia dei diritti Lgbtq+, e vogliono riaffermarne il valore storico e la lotta ancora attuale.
Solidarietà italiana e mobilitazioni contro l’intolleranza
In questo contesto il corteo a Budapest, anche se vietato, mantiene alto il livello di attenzione internazionale e segna una frattura netta tra chi vuole tutelare le libertà civili e chi tenta forme di discriminazione istituzionalizzata. L’azione congiunta di Arcigay e delle altre associazioni italiane consegna un messaggio di solidarietà e di impegno a non dimenticare le battaglie contro l’intolleranza. Ogni corteo, ogni raduno, rappresenta un gesto politico concreto, teso a contrastare le forze che tentano di ridurre lo spazio di diritti che sono ormai riconosciuti a livello europeo.