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Due corpi recuperati alla deriva in acque internazionali della zona Sar libica da Life Support di Emergency

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La nave Life Support di Emergency ha recuperato due corpi senza vita nelle acque internazionali della zona Sar libica. Il salvataggio è avvenuto nel pomeriggio di ieri, dopo un allarme lanciato da Sea-Watch che aveva segnalato diverse persone alla deriva nei pressi della costa libica. La zona Sar, dedicata operazioni di ricerca e soccorso, continua a essere teatro di tragedie legate alle traversate del Mediterraneo.

Intervento di life support dopo la segnalazione di sea-watch

Giovedì scorso Sea-Watch ha lanciato l’allarme grazie al suo velivolo Seabird, che durante un sorvolo ha individuato sei corpi galleggianti in acque internazionali nel tratto di mare sotto la competenza della zona Sar libica. Il giorno seguente, la nave Life Support ha raggiunto il punto indicato e ha recuperato due cadaveri che si trovavano alla deriva. Questi ritrovamenti confermano una volta ancora la pericolosità di quei mari, dove spesso le persone in fuga si trovano senza alcuna protezione. Le altre quattro salme individuate dal velivolo non risultano ancora recuperate al momento della segnalazione.

Difficoltà nel coordinamento delle operazioni

Il coordinamento delle operazioni in quella zona è complicato dalla sovrapposizione di diverse competenze e dalla difficoltà di distinguere tra acque territoriali e internazionali. Non a caso le squadre di ricerca devono spesso agire in condizioni di forte incertezza e rischio.

Le parole di anabel montes mier sulla difficile missione in mare

Anabel Montes Mier, capomissione di Life Support, ha commentato con tristezza l’episodio. Ha ricordato che la nave è impegnata nel tentativo di salvare vite umane, ma che spesso si trova a dover recuperare corpi senza vita. Quella vista a bordo ha sempre un impatto devastante. La presenza di cadaveri, soprattutto nei contesti di migrazione via mare, spiega quanto il Mediterraneo rappresenti una delle frontiere più pericolose per chi tenta di attraversarlo.

Montes Mier ha sottolineato come le missioni di salvataggio richiedano uno sforzo continuo e mirato a proteggere i più vulnerabili, ma anche come siano segnate da momenti dolorosi che ricorrono spesso. La testimonianza fa emergere la complessità di operare in mare aperto, tra condizioni meteo instabili e limiti di coordinamento internazionale.

La zona sar libica e i rischi delle traversate migratorie

La zona Sar libica è una delle aree più critiche per le operazioni di soccorso nel Mediterraneo centrale. Si tratta di un’area definita legalmente per il coordinamento delle attività di ricerca e salvataggio in mare, ma le tensioni politiche e la gestione delle rotte migratorie complicano gli interventi umanitari.

Traversate pericolose e continui appelli

Ogni anno migliaia di migranti e rifugiati tentano di attraversare queste acque su imbarcazioni spesso sovraffollate e precarie. Le tragedie come quella dei corpi recuperati da Life Support segnalano quanto rimanga elevata la quota di vite spezzate durante il passaggio. Le organizzazioni impegnate sul campo come Emergency e Sea-Watch continuano a denunciare la necessità di maggiori interventi di tutela e garantire soccorso tempestivo.

La responsabilità internazionale si concentra su protocolli chiari e collaborazione tra stati per ridurre le morti in mare, ma la realtà resta difficile da affrontare giorno per giorno, con nuove emergenze che si presentano senza sosta.

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