
La scoperta del corpo senza vita di un pilota argentino, precipitato in parapendio al monte Bianco, segna un episodio tragico che si è svolto tra Francia e Italia. Il volo, partito da Chamonix, si è concluso a oltre 4 mila metri di quota, lungo la cresta del Brouillard, sul versante italiano. Le condizioni meteo hanno rallentato i soccorsi, intervenuti solo dopo una serie di tentativi abortiti.
Il volo dal brévent e la decisione di proseguire in solitaria
Il pilota argentino aveva preso il volo mercoledì mattina dalla località francese di Chamonix, nella zona del Brévent, insieme a un amico. Quest’ultimo è tornato a terra intorno a mezzogiorno, mentre il pilota ha scelto di continuare il volo in autonomia. Questa decisione si è rivelata fatale. Il parapendista ha infatti perso il controllo e si è schiantato vicino al Picco Luigi Amedeo, un punto noto lungo la cresta del Brouillard sul monte Bianco, a più di 4000 metri d’altitudine.
La difficoltà dei soccorsi a causa delle condizioni meteo estreme
Il mancato rientro del pilota ha fatto scattare l’allarme nella tarda serata di mercoledì. Le autorità di soccorso francesi hanno subito coinvolto quelle italiane intorno all’1:30 di notte. Il primo tentativo di individuare il parapendista è avvenuto poco dopo, con un sorvolo aereo. Ma le condizioni atmosferiche avverse – vento forte, nebbia e perturbazioni – hanno impedito ogni operazione di recupero. Anche il secondo tentativo alle 5 del mattino ha dovuto concludersi senza successo. Solo verso le 6:30 una breve apertura nel cielo ha permesso di localizzare il corpo, ma non era possibile effettuare un recupero immediato a causa della scarsa visibilità e del rischio legato al rotore dell’elicottero.
Il recupero tra le difficoltà tecniche e la posizione critica del corpo
Il punto dove è stato trovato il pilota rappresentava una sfida per i soccorritori. Il corpo era rimasto appeso a una sporgenza rocciosa tramite la vela del parapendio, bloccata e parzialmente gonfiata dal rotore dell’elicottero usato per il salvataggio. La quota elevata – sopra i 4000 metri – e il terreno impervio hanno complicato ogni manovra. Solo una schiarita mattutina ha permesso al soccorso alpino valdostano di intervenire efficacemente e portare a termine il recupero nelle prime ore di giovedì mattina. L’operazione si è svolta sulla cresta del Brouillard, una zona montuosa che fa parte del versante italiano del monte Bianco, punto noto per la sua difficoltà e i pericoli anche per gli alpinisti esperti.
Rischi e complessità dei soccorsi in alta quota
La tragedia mette in luce i rischi associati al parapendio in alta quota e la complessità delle operazioni di soccorso in condizioni estreme, fra territori attraversati da confini nazionali e situazioni meteo imprevedibili.