
Spacey parla di perdono: la sua visione dopo le accuse di colpevolezza
Kevin Spacey, l’attore osannato e controverso, ha recentemente partecipato alla masterclass dell’Italian Global Series Festival, dove ha condiviso le sue riflessioni sull’ultimo periodo della sua vita e carriera. Dopo sette anni segnati da accuse di molestie e abusi sessuali, Spacey ha dichiarato di non nutrire rancore verso chi lo ha giudicato colpevole, ma piuttosto di provare gratitudine per coloro che gli sono stati vicino e hanno atteso l’esito dei processi prima di esprimere un giudizio.
riflessioni e introspezione
Nel corso dell’incontro con il direttore del festival, Marco Spagnoli, l’attore ha descritto il suo percorso di introspezione durante questi anni difficili. Le esperienze che ha vissuto lo hanno spinto a riflettere su sé stesso e sui suoi rapporti interpersonali. Spacey ha affermato: “Mi hanno permesso di scoprire cosa sia la vera amicizia“. Ha sottolineato come si sia riavvicinato alla sua famiglia e a se stesso, dichiarando: “Non sono né rancoroso né arrabbiato, non cerco vendetta, ma sono più amorevole e comprensivo”.
Spacey ha affrontato le accuse che lo hanno visto coinvolto sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna, dove diversi processi si sono conclusi con verdetti di non colpevolezza. Attualmente, rimangono due cause aperte nel Regno Unito, ma l’attore ha dichiarato di sentirsi accolto dal pubblico e di essere grato per il supporto ricevuto da chi ha continuato a sostenerlo, nonostante il clamore mediatico che ha accompagnato la sua situazione.
riconoscimenti e carriera
Durante la masterclass, Spacey ha ricevuto il Maximo Excellence Award, un riconoscimento che sottolinea la sua importanza nel panorama cinematografico. Ha ricordato il suo amore per il lavoro e la passione che ha sempre nutrito per la recitazione, dichiarando: “Sono estremamente grato ai miei fan e a tutti quelli che hanno continuato a fermarmi e a parlarmi del mio lavoro”. Ha anche riconosciuto che, sebbene ci siano critiche nei suoi confronti online, nella vita reale non ha mai incontrato nessuno di coloro che lo giudicano negativamente.
L’attore, nato nel 1959, ha ripercorso le tappe salienti della sua carriera, evidenziando l’importanza della formazione ricevuta alla Juilliard School, che gli ha insegnato la disciplina necessaria per affrontare il mondo dello spettacolo. Ha parlato con entusiasmo dei suoi ruoli più iconici, come Frank Underwood nella serie “House of Cards”, dove ha vissuto un’esperienza che ha definito “una delle più esaltanti e divertenti” della sua carriera. Ha lodato i suoi colleghi, in particolare Robin Wright, e il regista David Fincher, che ha contribuito a dare un tono unico alla serie.
progetti futuri e desideri
Nonostante le difficoltà degli ultimi anni, Spacey ha continuato a lavorare in progetti più piccoli e indipendenti, come “L’uomo che disegnò Dio”, diretto da Franco Nero. Ha espresso gratitudine nei confronti di Nero per averlo ingaggiato in un momento in cui nessuno sembrava disposto a farlo. Attualmente, l’attore è coinvolto in nuovi progetti, tra cui:
- The Awakening di Matt Routledge
- 1780 di Dustin Fairbanks
Spacey ha parlato del suo desiderio di seguire un percorso simile a quello di grandi attori del passato, come Jack Lemmon, Jimmy Stewart e Spencer Tracy, che hanno avuto carriere durature e sono riusciti a sopravvivere a momenti difficili. Oggi, come attore, è particolarmente interessato a raccontare storie di redenzione e di silenzio, esplorando le complessità delle esperienze umane e gli spazi che esistono tra le parole.
La masterclass al festival ha offerto un’importante occasione per riflettere non solo sulla carriera di Spacey, ma anche sulle dinamiche del mondo dello spettacolo e sulle sfide personali che molti artisti possono affrontare. Spacey ha dimostrato di essere un uomo che, nonostante le avversità, continua a cercare connessione e comprensione, mostrando un lato vulnerabile e umano che risuona con il pubblico.