
Tra giugno e novembre 2025, il Museo internazionale delle ceramiche di Faenza ospita la 63esima edizione del premio faenza, biennale dedicata alla ceramica d’arte contemporanea. L’evento raduna oltre 100 artisti da tutto il mondo, mettendo in mostra opere selezionate per riflettere temi attuali attraverso la ceramica. Le due opere vincitrici del premio, ‘November’ di hanna miadzvedzeva e ‘Subtle conversations of states of mind’ di léa renard, rappresentano approcci diversificati e tecniche sperimentali, attestando l’attenzione crescente verso questo materiale nell’arte contemporanea.
Il ruolo del premio faenza nella valorizzazione della ceramica contemporanea
Il premio faenza si conferma una piattaforma dove la ceramica ha modo di dialogare con le sfide del presente. Le opere selezionate affrontano in questa edizione temi come la sostenibilità, le tensioni sociali, i conflitti bellici e l’emergenza ambientale. Attraverso sculture e installazioni, gli artisti esplorano la condizione umana contemporanea e le sue incertezze, mettendo la ceramica al centro di riflessioni profonde. La giuria internazionale, formata da esperti provenienti da associazioni e biennali ceramiche di varia provenienza, ha scelto opere che mostrano sperimentazioni materiche e coloristiche. La direzione curatoriale di marco maria polloniato ha identificato in particolare due lavori vincenti, che rappresentano diverse fasce di età e modi d’approccio alla materia.
Le opere vincitrici
‘November’ di hanna miadzvedzeva, vincitrice nella categoria over 35, riprende la forma tradizionale del vaso. La superficie, però, si distingue per un uso accurato di tecniche che suggeriscono un rapporto tra forze naturali e stati emotivi umani. Il pezzo comunica il passaggio del tempo e le trasformazioni invisibili che modellano l’esperienza soggettiva. Di contro, ‘Subtle conversations of states of mind’ di léa renard, vincitrice under 35, presenta un’installazione complessa, simile a un wunderkammer. In questo spazio la ceramica si articola attraverso forme e colori diversi, ciascuno con un significato narrativo. Le opere di renard danno voce a un dialogo tra oggetti che ricordano storie e stati mentali.
Altre opere premiate e artisti in esposizione
La mostra espone anche altri lavori scelti per i riconoscimenti istituzionali e privati. Tra questi, ‘Rovine’ di marta palmieri ha ricevuto il premio della presidenza della camera dei deputati, mentre ‘Duet’ di martin smith è stato premiato dalla presidenza del senato della repubblica. Tra le opere segnalate si trovano creazioni di yaerin pyun, francesco ardini, mattia vernocchi insieme a francesco bocchini, martina cioffi e su yen-ying. Alcune installazioni hanno ottenuto menzioni d’onore, come quelle di claire lindner, wang yuzhe, rūta šipalytė e juliette clovis. Questi riconoscimenti mettono in luce la varietà di tecniche, tematiche e provenienze geografiche presenti nell’allestimento.
Categorie degli artisti
Il nucleo degli artisti esposti è suddiviso in due categorie per età: over 35 e under 35. Tra i più consolidati, si segnalano autori come victor agius, francesco ardini, juliette clovis, simone cassini e hana miadzvedzeva. Tra i giovani emergenti, figurano jiwon byun, martina cioffi, léa renard, yaerin pyun e altri. Questa pluralità rende la mostra un punto d’incontro tra generazioni e stili diversi, mantenendo viva la ricerca sulla ceramica e il suo ruolo estetico e culturale.
Le origini e l’evoluzione del premio faenza nel tempo
Il premio faenza nasce nel 1938 come manifestazione nazionale dedicata alla ceramica artistica. Nel 1963 si trasforma in evento internazionale, allargando l’orizzonte di partecipazione a artisti di tutta Europa e del mondo. La biennale si svolge tradizionalmente al mic di faenza, riconosciuto come punto di riferimento per la ceramica artistica. In sessantatré edizioni, il premio ha contribuito a valorizzare l’uso della ceramica sotto diverse angolazioni: artistica, decorativa, funzionale e architettonica. Le opere esposte hanno consentito di monitorare il percorso artistico e culturale della ceramica, mettendo in evidenza opere che rappresentano le trasformazioni e le sperimentazioni del materiale e della forma.
Durante gli ultimi venticinque anni, la percezione della ceramica è cambiata sensibilmente, passando da materia considerata secondaria a linguaggio espressivo autonomo dell’arte contemporanea. Questo cambiamento si deve anche all’impegno costante del mic nella ricerca curatoriale e nella promozione di artisti emergenti e affermati. La ceramica non è più legata solo alla tradizione o alla funzione decorativa, ma è incorporata in narrazioni artistiche che affrontano temi sociali e culturali complessi, come confermato dalla direttrice claudia casali: “La ceramica è diventata un linguaggio espressivo autonomo, capace di raccontare storie profonde e attuali.”
L’allestimento della mostra e la sua durata temporale
L’esposizione si svolge al museo internazionale delle ceramiche di faenza dal 28 giugno 2025 fino al 30 novembre dello stesso anno. Gli spazi del mic accolgono le sculture, le installazioni e le opere ceramiche di una selezione che guadagna in spessore anche per la presenza di artisti di differenti continenti. La durata di quasi cinque mesi permette a un pubblico vario di visitare la mostra, offrendo un’occasione per conoscere i diversi linguaggi e sperimentazioni estetiche sulla materia ceramica.
Il mic si conferma così polo di riferimento per l’arte ceramica in italia. Le opere in mostra testimoniano vari modi di impegno artistico, dove la ceramica è usata per comunicare problemi del nostro tempo, attraverso superfici, forme e installazioni che coinvolgono lo spettatore. La rassegna suggerisce come questo materiale continui a rappresentare un terreno fertile per indagare emozioni, storie collettive e riflessioni sul presente.