
Dalla striscia di gaza arrivano testimonianze dirette sulle condizioni drammatiche della popolazione civile e del sistema sanitario locale. Amanda Prezioso, infermiera italiana impegnata con emergency, ha descritto la situazione negli ospedali e nelle cliniche in mezzo al conflitto che da mesi interessa la regione. I dati raccolti fra gennaio e marzo e la ripresa delle attività a giugno evidenziano un peggioramento costante, sotto il peso di una guerra che ha colpito duramente le infrastrutture e la vita quotidiana.
Le condizioni di vita nei campi profughi e la contestuale assistenza sanitaria
Amanda Prezioso ha raccontato come le strade di gaza siano quasi vuote per gli incessanti spostamenti e le evacuazioni che ormai si susseguono senza sosta. Le persone ancora presenti nelle proprie abitazioni si contano sulle dita di una mano, con gran parte delle case danneggiate o distrutte in modo parziale, se non totale. Molti si rifugiano allora nelle tende e nei campi per sfollati, dove si sono concentrate anche alcune delle attività sanitarie di emergency.
La clinica ad al-qarara, gestita dall’organizzazione umanitaria, si trova proprio all’interno di questi accampamenti, circondata da tende di fortuna. Questa scelta riflette la necessità di portare cure il più vicino possibile alle persone costrette a vivere in condizioni precarie. L’infermiera ha sottolineato che a inizio 2025 la clinica accoglieva circa un centinaio di pazienti al giorno. A distanza di pochi mesi, il numero è più che triplicato, a testimonianza dell’aggravarsi della crisi umanitaria e sanitaria.
La situazione del sistema sanitario a gaza e il ruolo di emergency
Il sistema sanitario a gaza si è trovato in condizioni di collasso. Attualmente, il territorio conta sei ospedali funzionanti, ma la loro capacità è fortemente ridotta dall’impatto del conflitto sulla rete ospedaliera e sulle risorse mediche a disposizione. Emergency ha concentrato gli sforzi per alleggerire la pressione sugli ospedali, operando in modo mirato attraverso alcune cliniche periferiche.
Il personale di emergency a gaza è composto da medici palestinesi – tra cui una ginecologa e un’ostetrica – e cinque infermieri. Essi sono chiamati a curare pazienti affetti da malattie croniche e acute, tra cui varie forme di dolore, infezioni e ferite causate dal conflitto. Molti anziani e malati trovano in questa struttura un punto di riferimento prezioso, nonostante le condizioni di lavoro precarie e lo stress continuo.
Le ferite del conflitto oltre l’aspetto fisico: i bambini e la sindrome post traumatica
Fra i pazienti più colpiti dal conflitto ci sono i bambini, che presentano frequenti segnali di sindrome post traumatica da stress. Questo disturbo si manifesta con sintomi psicologici e comportamentali legati agli orrori vissuti, alle esplosioni e alle continue minacce alla loro sicurezza. Amanda Prezioso ha evidenziato come la presenza di piccoli pazienti segnati dal disagio emotivo sia uno dei aspetti più dolorosi del suo lavoro.
Le ferite fisiche non sono la sola sofferenza che il personale sanitario deve affrontare. È infatti crescente il numero di bambini e adolescenti che mostrano difficoltà psicologiche da affrontare in un contesto dove la guerra limita ogni possibilità di una vita normale o serena. La presenza costante di operatori come quelli di emergency, con competenze e sensibilità verso queste patologie, rappresenta una risorsa importante per offrire sollievo in un ambiente segnato dalla violenza e dalla precarietà .
«La sofferenza dei più piccoli è sempre la più straziante,» ha detto Amanda Prezioso. «Ogni bambino che curiamo porta con sé una storia di dolore che va ben oltre le ferite visibili.»