
Il sindacato venezuelano dei lavoratori della stampa, noto come Sntp, ha denunciato la detenzione di 20 giornalisti nel paese, descrivendo un clima di repressione senza precedenti contro i professionisti dell’informazione. La situazione si è aggravata dopo le elezioni presidenziali dello scorso luglio 2024 e si è intensificata nel 2025. Il sindacato ha chiesto l’immediato rilascio degli arrestati e la fine delle misure censorie.
La denuncia del sindacato dei giornalisti venezuelani e la lista degli arrestati
Il Sntp ha reso pubblica una lista aggiornata con i nomi, le fotografie e le date di arresto dei 20 giornalisti oggi in prigione, in un comunicato diffuso tramite il proprio account ufficiale sulla piattaforma X. L’elenco include anche Biagio Pilieri, detenuto dal 24 agosto 2024. Questa azione del sindacato mira a mettere in luce la portata della repressione, che colpisce operatori dell’informazione indipendenti e reporter attivi sul territorio venezuelano. L’organizzazione sottolinea come il loro arresto sia parte di una strategia più ampia per soffocare ogni voce critica nel paese. I giornalisti vengono accusati di reati spesso legati al loro lavoro, ma pochi dettagli ufficiali riguardano le accuse specifiche, alimentando dubbi su motivazioni politiche dietro la detenzione.
Aumento degli arresti e censura dopo le elezioni del 2024
Dopo le elezioni del 28 luglio 2024, le restrizioni contro la stampa indipendente sono cresciute in modo significativo. Nel corso dell’anno 2025, tredici dei venti giornalisti attualmente detenuti sono stati arrestati, segnalando un’escalation nelle operazioni di polizia contro chi riferisce notizie scomode al regime venezuelano. Il sindacato parla di un contesto caratterizzato da censura sistematica, chiusura di testate indipendenti e blocchi ripetuti ai siti di informazione. Queste misure compromettono la libertà di stampa e rendono sempre più difficile per i cittadini accedere a notizie imparziali. Le pressioni si estendono anche a minacce dirette contro i giornalisti, spesso costretti a scegliere fra il silenzio o il carcere.
Fuga dal paese e forme di resistenza dei giornalisti venezuelani
Il Sntp evidenzia inoltre che molti professionisti dell’informazione hanno deciso di lasciare il Venezuela in cerca di condizioni più sicure per continuare la loro attività . L’esilio è diventato una scelta frequente per chi non vuole rinunciare a raccontare la realtà del paese. Tuttavia, altri giornalisti restano in patria e scelgono strumenti alternativi per svolgere la loro professione. Usano metodi clandestini e tecnologie informatiche per aggirare la censura e mantenere attiva la diffusione delle notizie. Questa attività sotto traccia serve a far conoscere gli sviluppi interni non riportati dai media ufficiali. La resistenza attraverso l’informazione esprime la volontà di non piegarsi al controllo autoritario e rappresenta un tentativo di tutelare un diritto fondamentale, malgrado il rischio personale elevato.