
+Europa denuncia il clima intimidatorio a Budapest: attivisti sotto controllo
Domani, una delegazione di +Europa parteciperà al Pride di Budapest, un evento cruciale per la comunità LGBTI+ ungherese, che si svolge in un contesto politico sempre più ostile. Il Pride, che celebra l’amore e i diritti delle persone LGBTI+, assume quest’anno un significato ancora più profondo, poiché si svolge in un clima di repressione e intimidazione orchestrato dal governo di Viktor Orbán.
Riccardo Magi, segretario di +Europa, insieme al Presidente del partito, Matteo Hallissey, guiderà la delegazione e ha espresso la necessità di opporsi alle politiche omofobe del governo ungherese. “Orbán gode di tutti i benefici che l’Unione Europea offre: fondi europei, accesso al mercato unico, libertà di movimento e sicurezza. Eppure, nonostante questi vantaggi, continua a calpestare il principio fondamentale su cui si basa l’UE: l’uguaglianza tra le persone”, hanno dichiarato i leader del partito.
La repressione della comunità LGBTI+
Negli ultimi anni, il governo ungherese ha implementato una serie di leggi e politiche che discriminano apertamente la comunità LGBTI+. La retorica sovranista di Orbán, che spesso utilizza il “pericolo” rappresentato dalla diversità, ha alimentato un clima di odio e paura. “Contro la comunità LGBTI+ ungherese c’è una vera e propria caccia alle streghe, con la peggiore retorica sovranista. Non esiste alcuna teoria gender da vietare, c’è solo la volontà di perseguitare le persone LGBTI+”, hanno aggiunto Magi e Hallissey.
Leggi e politiche discriminatorie
- Nel 2021, il governo ha approvato una legge che vieta la “promozione” dell’omosessualità tra i minori.
- Questa legge ha suscitato indignazione sia in patria che a livello internazionale, essendo interpretata come un tentativo di silenziare le voci LGBTI+ e di marginalizzare ulteriormente la comunità.
Clima intimidatorio a Budapest
Arrivando a Budapest, i membri della delegazione di +Europa hanno immediatamente percepito un’atmosfera di intimidazione. “I nostri attivisti appena arrivati in Ungheria hanno potuto subito respirare un clima intimidatorio: controlli a tappeto all’aeroporto da parte delle autorità per cercare qualche pericolosa bandiera arcobaleno”, hanno denunciato i leader del partito. Questo tipo di sorveglianza non è solo un segno della repressione in atto, ma evidenzia anche il tentativo del governo di soffocare ogni forma di dissenso e di oppressione.
La partecipazione al Pride di Budapest non è quindi solo un gesto simbolico, ma una dichiarazione di solidarietà e resistenza. La delegazione di +Europa si unisce a migliaia di attivisti e sostenitori dei diritti umani, che si riuniranno per affermare che l’amore e i diritti non possono essere messi a tacere. La manifestazione rappresenta un’opportunità per mostrare che, nonostante le intimidazioni e le minacce, la comunità LGBTI+ continuerà a lottare per la propria dignità e i propri diritti.
Il ruolo dell’Unione Europea
In questo contesto, il ruolo dell’Unione Europea diventa cruciale. La Commissione Europea ha avviato diverse procedure di infrazione contro l’Ungheria per le sue politiche discriminatorie, ma molti ritengono che le misure siano insufficienti. La vera sfida sarà quella di garantire che i principi di uguaglianza e non discriminazione siano rispettati non solo a parole, ma anche nei fatti. La partecipazione di +Europa al Pride di Budapest è una chiamata all’azione per tutti i cittadini europei a non rimanere in silenzio di fronte all’ingiustizia.
Il Pride di Budapest, quindi, non è solo un evento per celebrare la diversità, ma una piattaforma per chiedere un cambiamento significativo e duraturo. La lotta della comunità LGBTI+ ungherese è rappresentativa di una battaglia più ampia per i diritti umani in Europa e nel mondo. Mentre Orbán continua a perpetuare un clima di paura e repressione, il messaggio di speranza e resilienza che emerge dal Pride è più forte che mai.
La delegazione di +Europa, insieme a tanti altri, ribadirà che la marcia per i diritti non può essere fermata, nemmeno di fronte all’oppressione. “Orbán può schierare anche l’esercito, ma non fermerà mai la marcia dei diritti”, hanno concluso Magi e Hallissey, sottolineando la determinazione del loro partito e della comunità LGBTI+ a lottare per un futuro più giusto e inclusivo.