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Zelensky invita l’ue a abbassare il tetto del prezzo del petrolio russo per frenare l’aggressione

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Volodymyr Zelensky ha rivolto un appello chiaro ai leader dell’Unione europea, sottolineando che la via per ridurre la guerra in Ucraina passa per il taglio delle entrate generate dalla vendita del petrolio russo. Il presidente ha proposto di abbassare il tetto massimo sul prezzo del greggio proveniente dalla Russia, puntando a un livello che possa colpire le risorse destinate al conflitto.

La proposta di zelensky per limitare i guadagni della russia dal petrolio

Secondo Zelensky, l’obiettivo principale è soffocare la capacità finanziaria della Russia di sostenere le operazioni militari. Ha suggerito che un tetto di 45 dollari al barile sarebbe un primo passo per ridurre i fondi disponibili al Cremlino. Ma, ha aggiunto, se si vuole davvero interrompere una guerra senza fine, la soglia deve scendere a 30 dollari, cifra che metterebbe in crisi la principale fonte di reddito dello Stato russo.

Il presidente ucraino ha insistito che il calo del prezzo dovrebbe avvenire con accordi condivisi a livello internazionale, in particolare tra i membri dell’Ue, affinché l’efficacia delle sanzioni non venga vanificata. Un prezzo più basso infatti limita le entrate di Mosca senza bloccare completamente le esportazioni, mantenendo la pressione ma evitando conseguenze troppo destabilizzanti sul mercato globale.

L’impatto delle misure sul mercato energetico globale e sugli equilibri geopolitici

Fissare un tetto al prezzo del petrolio russo ha ripercussioni su vari livelli. Per l’Europa, elemento fondamentale è riuscire a bilanciare il contrasto all’aggressione militare con la stabilità economica interna, soprattutto nel contesto di una crisi energetica che ha influito sui costi per i cittadini e le aziende. Zelensky ha invitato a considerare l’impatto delle decisioni riguardo al prezzo, senza però rinunciare all’obiettivo di ridurre i fondi a disposizione del Cremlino.

Dal punto di vista geopolitico, un prezzo inferiore renderebbe meno sostenibile l’azione militare russa prolungata. Lo scopo dichiarato è spezzare la catena dei finanziamenti senza provocare rincari globali fuori controllo o una crisi petrolifera più ampia. La proposta di Zelensky è arrivata in un momento cruciali, mentre l’Europa valuta nuove misure per strangolare l’economia russa senza compromettere il proprio approvvigionamento.

La risposta dei leader europei e il futuro delle sanzioni contro la russia

La richiesta di Zelensky ha acceso il dibattito tra i paesi dell’Ue, divisi tra chi spinge per soluzioni più drastiche e chi teme effetti collaterali sull’economia nazionale. Alcuni governi hanno mostrato apertura verso l’idea di abbassare il tetto, pur segnalando la necessità di coordinamento con alleati come gli Stati Uniti, per evitare che la Russia aggiri le limitazioni attraverso canali alternativi.

In vista dei prossimi vertici europei, la questione del tetto del prezzo del petrolio russo si conferma uno dei temi più caldi. L’esito potrebbe definire la strategia dell’Europa nei confronti della guerra in Ucraina per i mesi a venire. Zelensky continua a puntare sul coordinamento internazionale come unico strumento per mantenere la pressione su Mosca e spingerla verso una soluzione pacifica.

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