Zanzare, perché pungono solo alcune persone e come sopravvivono al freddo: tutto quello da sapere
Con il caldo le zanzare tornano protagoniste delle nostre serate. Le si sente arrivare al tramonto, leggere e fastidiose, e per molti sono il simbolo dell’estate meno piacevole. Eppure, pochi conoscono il motivo per cui pungono solo le femmine, o perché sembrano prendersela sempre con le stesse persone. Dietro ogni puntura c’è un meccanismo biologico preciso. La zanzara femmina ha bisogno di sangue non per nutrirsi, ma per fornire proteine alle uova. Ogni pasto ematico può portare alla deposizione di 100-500 uova. I maschi, invece, non pungono: si nutrono solo di nettare e partecipano all’impollinazione di piante selvatiche.
Quando individua una fonte di sangue, la femmina si avvicina guidata da anidride carbonica, calore e odori corporei. Il suo apparato boccale, composto da sei microstrutture, funziona come un bisturi invisibile: due parti tagliano la pelle, una inietta saliva anestetica e un’ultima succhia il sangue. Quello che resta è una bolla pruriginosa, reazione del sistema immunitario alle proteine salivari della zanzara.
Anche in inverno le zanzare restano attive: alcune entrano in diapausa, rifugiandosi in cantine o intercapedini, per riemergere appena le temperature tornano miti.
Chi pungono di più e perché: i fattori che ci rendono più appetibili
Non tutte le persone sono punte con la stessa frequenza. Alcune sembrano invisibili, altre vengono assalite. Le cause non sono legate al cosiddetto “sangue dolce”, un mito privo di fondamento. Diversi studi hanno dimostrato che il gruppo sanguigno 0 è il più colpito, mentre il gruppo A è quello meno appetibile. Chi appartiene al gruppo B si colloca nel mezzo.
La respirazione intensa, tipica di chi fa sport o delle donne in gravidanza, produce più anidride carbonica, rendendo il soggetto più visibile alle zanzare. Anche il calore corporeo, il sudore e l’odore dei piedi influenzano la scelta della preda. Perfino il colore dei vestiti ha un peso: nero, rosso e arancione attraggono più degli indumenti chiari.
Un altro fattore rilevante è l’alcol: può modificare il sudore e rendere l’odore corporeo più attraente. Le zanzare non vedono bene, ma le antenne funzionano da radar: riescono a percepire segnali chimici a decine di metri.
L’attività principale si concentra nelle prime ore serali, tra le 19 e le 23. Durante il giorno preferiscono rimanere inattive, evitando luce intensa e calore estremo.
Cosa fanno nell’ambiente e perché sono gli animali più pericolosi del pianeta
Anche se ci disturbano, le zanzare hanno un ruolo nell’ecosistema. Svolgono funzioni simili alle api, partecipando all’impollinazione grazie al nettare che raccolgono. Sono anche fonte di cibo per molti predatori, tra cui pipistrelli, rane e uccelli.
Il loro ciclo vitale è breve – un mese o meno – ma in quel tempo riescono a influenzare la biodiversità, soprattutto nei microambienti dove si riproducono. Una pozzanghera, un sottovaso dimenticato o l’acqua stagnante di un tombino possono bastare a ospitare decine di larve.
Le zanzare esistono da 150 milioni di anni e si sono adattate a ogni ambiente. Ma sono anche il nemico numero uno della salute pubblica mondiale. Ogni anno, secondo l’OMS, circa 700.000 persone muoiono a causa di virus e parassiti trasmessi dalle loro punture. Malaria, dengue, febbre gialla: malattie gravi che in molte aree del mondo si diffondono proprio per la presenza di specie vettrici.
Delle oltre 3.600 specie note, solo una quarantina trasmette la malaria. Eppure, nella storia umana, queste specie hanno contribuito – secondo stime storiche – alla morte di oltre 50 miliardi di persone, rendendo la zanzara l’animale più letale mai esistito.
