Il Museo dell’arte salvata, situato nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano a Roma, ha recentemente riaperto al pubblico, offrendo un nuovo percorso espositivo intitolato “Nuovi recuperi”. Questo museo è dedicato alla salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali rubati o illecitamente traffico, e rappresenta un’opportunità unica per i visitatori di ammirare oltre 100 opere d’arte recuperate, che spaziano dal IX secolo a.C. al III secolo d.C. Le opere esposte, provenienti da scavi clandestini e mercati illeciti, raccontano storie affascinanti di indagini, sequestri e il lavoro incessante delle autorità italiane nella lotta contro il traffico di beni culturali.
Tesori in mostra
Tra i tesori esposti si possono ammirare:
- Urne cinerarie in alabastro adornate con volti gentili di personaggi femminili, provenienti da uno scavo illegale a Città della Pieve.
- Il “Tesoro di Londra e New York”, una collezione costruita da un noto antiquario inglese e successivamente trasferita oltreoceano.
- La Potnia-Theron, una divinità domatrice delle fiere, che ha seguito un percorso tortuoso attraverso il mercato clandestino fino ad arrivare all’Israel Museum di Gerusalemme.
Questi reperti non sono solo opere d’arte, ma portano con sé storie significative e un’importanza culturale che va oltre la loro bellezza.
L’importanza della lotta contro il traffico illecito
La mostra, aperta fino al 31 agosto con ingresso gratuito, mira a sensibilizzare il pubblico sull’importanza della lotta contro il traffico illecito di beni culturali. La direttrice ad interim del Museo Nazionale Romano, Edith Gabrielli, ha sottolineato che il recupero di un’opera deve essere accompagnato dalla restituzione del suo senso e della sua storia. Questi oggetti, privati della loro “voce” dagli attori del mercato nero, riacquistano ora non solo la loro forma fisica, ma anche il loro significato culturale e storico.
Successi delle operazioni di recupero
Nel corso degli anni, il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale ha condotto numerose operazioni di recupero, tra cui l’Operazione Fenice in Belgio, che ha portato al ritrovamento di una statua in bronzo di un togato maturo. Questi interventi non sono solo un trionfo per la giustizia, ma rappresentano anche una riappropriazione della storia da parte dei popoli da cui questi beni sono stati sottratti.
Il percorso espositivo del Museo dell’arte salvata è progettato per educare e coinvolgere il pubblico, offrendo una visione approfondita delle complesse dinamiche che circondano il mercato dell’arte e il traffico di beni culturali. Ogni oggetto esposto diventa un testimone di un’epoca, contribuendo a narrare le storie delle civiltà passate e delle ingiustizie che hanno subito nel corso del tempo.
Dopo la chiusura dell’esposizione gratuita, i reperti saranno collocati nei musei pubblici delle aree di origine, garantendo che questi tesori tornino a far parte della loro comunità e continuino a raccontare le storie delle culture da cui provengono. La riapertura del Museo dell’arte salvata rappresenta un importante passo avanti nella salvaguardia del patrimonio culturale e nell’impegno collettivo per combattere il traffico illecito d’arte, un crimine che danneggia non solo la cultura e la storia, ma anche l’identità delle nazioni.