
La scoperta di quattro tartarughe caretta caretta senza vita tra i lidi di bibione ha riacceso la preoccupazione sulle minacce che l’attività umana rappresenta per questa specie nel mare mediterraneo. Questi ritrovamenti emergono in un contesto di crescente diffusione delle tartarughe in aree più settentrionali, legata anche ai cambiamenti climatici.
Il ritrovamento e il recupero delle tartarughe morte lungo la costa di bibione
Martedì scorso, tra i lidi Kokeshy e il campeggio Capalonga di bibione , sono state recuperate quattro tartarughe caretta caretta morte. Il personale di spiaggia della società Bibione Mare Spa ha trovato gli animali e li ha consegnati al centro di recupero tartarughe locale. Questa società gestisce quattro lidi e tre campeggi nella zona e partecipa al protocollo “lidi amici delle tartarughe marine”, inserito nel progetto Life Turtlenest di Legambiente.
Una delle tartarughe presentava lesioni compatibili con un taglio provocato dalle eliche di un’imbarcazione. Questo tipo di incidenti, già segnalati in passato nella zona, ha portato a gravi conseguenze per la biodiversità specie nelle aree di balneazione molto frequentate da natanti.
Il coinvolgimento di strutture turistiche come Bibione Mare Spa dimostra l’attenzione crescente verso la protezione della fauna marina e gli sforzi per monitorare e ridurre i danni causati alle tartarughe.
L’impatto delle attività umane sulle tartarughe marine nel mediterraneo
Secondo le valutazioni di Legambiente, circa 130.000 tartarughe marine perdono la vita ogni anno nel mediterraneo a causa di attività umane. Le cause più frequenti includono catture involontarie attraverso reti da pesca, ingestione di rifiuti plastici, e soprattutto impatti con le imbarcazioni. Destano particolare allarme gli incidenti con le eliche, come nel caso di bibione.
Stefano Raimondi, responsabile biodiversità di Legambiente, ha evidenziato che l’aumento della presenza di caretta caretta nelle regioni settentrionali, anche al di fuori del loro areale storico, si deve in parte ai mutamenti climatici che modificano le condizioni ambientali del mare.
La convivenza tra traffico nautico, turismo balneare e fauna marina richiede interventi urgentissimi. Nonostante le campagne di sensibilizzazione, gli episodi di mortalità per urti con imbarcazioni si ripetono. È necessario intervenire per ridurre la velocità dei natanti, delimitare zone protette e introdurre regole chiare per l’uso del mare da parte delle imbarcazioni da diporto.
Dati sulla popolazione mediterranea di caretta caretta e le minacce coordinate
A livello globale, la cura della tartaruga marina registra circa 200.000 nidificazioni ogni anno. Nel mediterraneo si stimano attualmente intorno a 10.000 le femmine di caretta caretta che si spostano per deporre le uova sulle coste. Le catture accidentali causano la morte di molte di queste tartarughe: ogni anno si contano almeno 200.000 catture involontarie e fino a 70.000 decessi.
Questi numeri confermano quanto sia delicato l’equilibrio della specie nel mare nostrum. Il fatto che molte tartarughe muoiano a causa di attività ricreative o economiche sottolinea la necessità di azioni più stringenti per la tutela ambientale.
Le iniziative di Legambiente e dei lidi amici, così come i progetti di recupero e monitoraggio, aiutano a fornire dati utili per affrontare il problema. La collaborazione tra istituzioni, operatori turistici e cittadini continua a svolgere un ruolo essenziale. La sopravvivenza delle tartarughe nel mediterraneo dipende anche dall’efficacia di misure concrete a tutela delle aree di mare più esposte.