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Perquisizioni sui luoghi legati a giovanni tinebra per indagare sul depistaggio della strage di via d’amelio

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Le autorità hanno effettuato perquisizioni in tre siti collegati all’ex procuratore di Caltanissetta, giovanni tinebra, scomparso otto anni fa, per fare luce sull’occultamento della cosiddetta agenda rossa, appartenuta a paolo borsellino, e sul depistaggio relativo alla strage di via d’amelio. L’iniziativa, avviata dalla procura locale, mira a chiarire le circostanze intorno a questi eventi ancora non del tutto spiegati.

Il contesto storico delle indagini sulla strage di via d’amelio

La strage di via d’amelio, avvenuta il 19 luglio 1992 a palermo, si inserisce nel quadro delle azioni criminali contro i magistrati impegnati nella lotta alla mafia. Paolo borsellino, vittima di quell’attentato, aveva con sé un’agenda, nota come “agenda rossa”, che però sparì misteriosamente subito dopo l’attentato. Il ruolo di giovanni tinebra, procuratore all’epoca, è tornato d’attualità perché la sua disponibilità di alcuni luoghi ora è stata oggetto di perquisizioni, con l’obiettivo di approfondire la presenza di elementi utili su quel depistaggio.

L’inchiesta cerca di ricostruire quali azioni siano state messe in campo subito dopo la strage e come l’agenda rossa sia stata trattata, visto che proprio quella agenda avrebbe potuto contenere informazioni di grande rilievo. La procura indaga sulla scomparsa e sull’eventuale occultamento di quella documentazione, intendendo controllare ogni aspetto legato alle persone e agli spazi coinvolti.

L’appunto rinvenuto e le anomalie nella consegna dell’agenda rossa

Tra i documenti acquisiti nel procedimento si trova un appunto del 20 luglio 1992 firmato da arnaldo la barbera, funzionario della squadra mobile di palermo. Nel documento si descrive la consegna a giovanni tinebra di una borsa in pelle e di un’agenda appartenenti a paolo borsellino, avvenuta intorno a mezzogiorno del giorno dopo la strage. Quel promemoria però appare isolato, senza una firma di ricevuta da parte di tinebra e mai comunicato agli inquirenti durante l’indagine ufficiale sul caso.

Il procuratore salvatore de luca sottolinea che la nota non era stata mai trasmessa né menzionata durante gli interrogatori di la barbera. Questa mancanza di trasparenza nelle fasi immediate successive alla strage contribuisce a far emergere dubbi sull’effettiva consegna dell’agenda rossa, ma anche sul suo destino negli uffici della procura di allora.

Le verifiche svolte e le incertezze sulla paternità dell’agenda rossa

L’approfondimento realizzato dalla procura di caltanissetta non ha trovato conferme certe sulla consegna diretta dell’agenda a giovanni tinebra, né sull’identificazione univoca del documento come l’agenda rossa di borsellino. Quella consegna, secondo il documento, sarebbe avvenuta in un orario preciso del 20 luglio, il che lascia intendere che la borsa – contenente l’agenda – fosse in possesso di la barbera già dalla sera precedente.

Questa tempistica implica che la barbera avrebbe potuto prendere copia di quell’agenda proprio in quel lasso di tempo. Nessun elemento però conferma concretamente questa ipotesi. L’incertezza riguarda anche la natura del documento stesso: potrebbe trattarsi di un altro diario o blocco appartenuto a borsellino, diverso dall’agenda rossa scomparsa. Questi passaggi sono centrali nella verifica del potenziale depistaggio, ancora oggi oggetto di verifiche giudiziarie.

Zone d’ombra ancora presenti dopo decenni

L’intera operazione mostra come, dopo decenni dai fatti, permangano molte zone d’ombra intorno a quanto accaduto subito dopo la strage di via d’amelio. L’attenzione torna sugli atti e sulle persone protagoniste di quei giorni, nel tentativo di ricostruire una verità che resta incompleta.

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