Un autentico tesoro del cinema italiano è riemerso dall’oblio: “Ombre vive”, diretto da Mario Baffico e interpretato da due giganti della scena teatrale e cinematografica italiana, Eduardo De Filippo e Paolo Stoppa. Questo film, fino ad oggi sconosciuto ai più, è stato presentato in anteprima al festival “Il Cinema Ritrovato”, che si svolge a Bologna fino al 29 giugno. La scoperta è stata possibile grazie ai materiali depositati alla Cineteca di Bologna dalla storica del cinema Cristina D’Osualdo, che collabora con l’archivio Viggo.
“Ombre vive” si colloca temporalmente tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, un periodo cruciale per la storia del cinema italiano. Nonostante l’importanza di De Filippo, uno dei più grandi drammaturghi e attori italiani, il film non era mai comparso in alcuna filmografia ufficiale a lui dedicata. Le immagini ritrovate, per oltre un’ora di durata, offrono uno spaccato di vita ricco di emozioni e riflessioni, sebbene parte del materiale sia privo di sonoro. Questo consente di ricostruire una narrazione che si snoda attraverso le vicende di una compagnia di artisti di strada, alle prese con le innovazioni del loro tempo, come il cinematografo e, in seguito, la televisione.
la storia di “ombre vive”
La storia di “Ombre vive” è intricata e affascinante. Il film risulta iscritto al Pubblico registro delle opere cinematografiche nel 1952, prodotto da Clio Film Srl in collaborazione con l’Enic (Ente Nazionale Industrie Cinematografiche). Tuttavia, la pellicola ha vissuto un destino beffardo: nel 1964 fu presentata alla censura per l’ottenimento del visto di distribuzione, ma non venne mai proiettata al pubblico. Questo ha contribuito a far sì che il film rimanesse avvolto nel mistero, fino alla recente scoperta.
Il visto di censura offre una descrizione affascinante del film: “Il film racconta, in sintesi e valendosi del fragile snocciolarsi della vita di una famiglia di esercenti cinematografici, la storia e la cronaca del cinema e, nel contempo, un brano di cronaca di ogni italiano, da ciascun italiano scritta con la sua umile vita senza storia e senza cronaca.” Questa descrizione non solo delinea il tema centrale della pellicola, ma suggerisce anche una riflessione più ampia sulla condizione umana e sul ruolo del cinema nella vita quotidiana.
un contesto storico e culturale
La narrazione di “Ombre vive” si sviluppa in un contesto storico e culturale ricco, che abbraccia il periodo dal 1906 al 1952. Attraverso una retrospettiva di film storici e l’inserimento di documentazione di un’epoca difficile per l’Italia, la pellicola intende rappresentare non solo la storia del cinema, ma anche un capitolo significativo della vita degli italiani, un’epoca segnata da sfide e cambiamenti.
Un aspetto particolarmente interessante di “Ombre vive” è il modo in cui si intrecciano le vite di personaggi come De Filippo e Stoppa, entrambi noti per il loro contributo al teatro e al cinema. Eduardo De Filippo, con il suo stile inconfondibile e la sua capacità di dare vita a personaggi complessi, è una figura centrale della cultura italiana. Paolo Stoppa, d’altra parte, è stato un attore versatile, capace di passare dal teatro alla commedia cinematografica con grande maestria.
la riscoperta di un’opera perduta
La scoperta di “Ombre vive” non solo arricchisce il patrimonio cinematografico italiano, ma offre anche un’opportunità straordinaria per rivedere e rivalutare il lavoro di due dei più grandi interpreti del nostro paese. La loro presenza in questo film rappresenta un legame prezioso con un’epoca in cui il cinema stava iniziando a definirsi come forma d’arte, e il loro talento è testimoniato attraverso le immagini ritrovate che, sebbene parzialmente mute, parlano con forza di storie e sentimenti universali.
In un contesto contemporaneo in cui il cinema è in continua evoluzione, la riscoperta di opere come “Ombre vive” è fondamentale per comprendere le radici della nostra cultura cinematografica. Le storie degli artisti di un tempo, le sfide che hanno affrontato e le innovazioni che hanno contribuito a plasmare il nostro modo di vedere il mondo attraverso lo schermo, sono tutte componenti essenziali per apprezzare appieno l’eredità che ci hanno lasciato.
La proiezione di “Ombre vive” al festival “Il Cinema Ritrovato” rappresenta, quindi, non solo un atto di recupero di un’opera perduta, ma anche un omaggio a un’epoca in cui il cinema e il teatro si intrecciavano, creando un linguaggio unico e irripetibile. Con questa riscoperta, il pubblico ha l’opportunità di immergersi in un capitolo affascinante della storia del cinema italiano, riscoprendo volti e storie che, per troppo tempo, sono rimasti nell’ombra.