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Il calo delle rese agricole globali peggiora con ogni grado di aumento della temperatura

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La produzione agricola mondiale affronta una crisi crescente a causa dell’aumento delle temperature. Nonostante i tentativi di adattamento da parte degli agricoltori, la capacità di produrre cibo si riduce già nel medio periodo. Questo fenomeno solleva preoccupazioni riguardo alla sicurezza alimentare e alle conseguenze economiche e sociali in varie regioni del pianeta.

Come il cambiamento climatico influenza le colture principali

Lo studio pubblicato su “Nature” dagli Stati Uniti ha esaminato 12mila regioni in 55 paesi, concentrandosi sulle colture più usate per l’alimentazione: grano, mais, riso, soia, orzo e manioca. I dati indicano che ogni grado Celsius in più riduce le rese agricole a livello globale, anche con strategie di adattamento messe in atto. Queste strategie includono la scelta di varietà diverse, lo spostamento delle date di semina e raccolta, e modifiche nell’uso di fertilizzanti.

Previsioni e rischi per il futuro

Secondo i ricercatori, entro il 2100 la quantità di calorie prodotte dalle principali colture potrebbe calare del 24% rispetto a uno scenario senza cambiamento climatico. Il riso risulta l’unico fra i cereali principali a poter aumentare le proprie rese, con un possibile incremento fino al 50%, ma per gli altri cereali la probabilità di riduzione varia dal 70 al 90%. Il problema è destinato a peggiorare nel tempo a causa dell’accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera.

Effetti economici e sociali derivanti dalla riduzione della produzione

Il calo delle rese si traduce immediatamente in una riduzione della disponibilità di cibo, che fa salire i prezzi a livello mondiale. Le zone più vulnerabili rischiano di affrontare crisi alimentari più gravi, mentre le popolazioni con meno risorse saranno messe in difficoltà nell’accesso a prodotti base.

Gli Stati Uniti sono tra i paesi più colpiti, specie il Midwest, noto per la produzione abbondante di mais e soia. L’aumento delle temperature metterebbe sotto pressione questi raccolti, con ripercussioni sull’economia agricola locale e nazionale. Altre aree, come Canada, Cina e Russia, potrebbero beneficiare di un clima più caldo, estendendo le superfici coltivabili o migliorando le condizioni di crescita.

Disuguaglianze e rischi globali

Questa disparità regionale amplifica il rischio di squilibri nell’offerta alimentare globale. Le perdite più consistenti riguardano sia le zone agricole ricche, definite “granai mondiali”, dove le rese potrebbero calare fino al 41%, sia le comunità a basso reddito, con una diminuzione attorno al 28%.

Limiti dell’adattamento e scenari futuri della produzione agricola

Le osservazioni mostrano che l’adattamento da parte degli agricoltori non riesce a compensare completamente gli effetti del riscaldamento globale. Le tecniche messe a punto, come la variazione delle colture o il cambio dei tempi di semina, rallentano il declino, ma non lo fermano.

Nel breve termine, entro il 2050, le rese agricole globali potrebbero già ridursi dell’8% a causa del clima attuale e delle emissioni già immesse nell’atmosfera. Nei decenni successivi, se le emissioni continueranno senza controllo, la diminuzione potrebbe arrivare fino al 24%, mentre un azzeramento delle emissioni entro il 2100 porterebbe comunque a una perdita di rendimento dell’11%.

Questi dati invitano a rivedere le politiche agricole e climatiche, puntando a ridurre le emissioni e a sviluppare sistemi agricoli più resilienti, per contenere i danni sulla produzione alimentare e limitarne le ripercussioni sulla società.

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