Hugo Armando Carvajal Barrios, ex direttore della contro-intelligence militare del Venezuela, ha ammesso davanti a un tribunale statunitense di aver partecipato a una rete criminale dedita al traffico di cocaina e a operazioni legate al narco-terrorismo a sostegno delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia . La sua confessione emerge in un contesto di intensa cooperazione giudiziaria tra Stati Uniti e Spagna, dopo un lungo iter legale. Le autorità Usa sottolineano la gravità delle accuse e la responsabilità di funzionari stranieri coinvolti in attività illecite.
Il profilo di hugo armando carvajal barrios e il suo ruolo nel venezuelano
Nato nel contesto della sicurezza nazionale, Hugo Armando Carvajal Barrios ha guidato la Direzione generale di contro-intelligence militare del Venezuela in due periodi distinti: dal 2004 al 2011 e poi dal 2013 al 2014. Viene comunemente chiamato “el Pollo” a Caracas per via di alcune sue caratteristiche fisiche, come la piccola testa e il collo lungo. Durante la sua carriera ha esercitato una notevole influenza all’interno delle Forze armate venezuelane. Tuttavia, la sua figura è stata al centro di accuse riguardanti il coinvolgimento in traffici illeciti di sostanze stupefacenti e sostegno a gruppi ribelli stranieri, in particolare le Farc.
Le sue attività sono state oggetto di indagini da parte delle autorità internazionali, soprattutto a causa dei legami tra il narcotraffico e le organizzazioni paramilitari sudamericane. Carvajal Barrios veniva ritenuto un nodo chiave in queste reti criminali, capace di collegare il potere militare venezuelano con i gruppi legati alla produzione e al trasporto di droga verso gli Stati Uniti. I sospetti sul suo operato derivano da anni di rapporti e segnali raccolti dai servizi di intelligence americani e da agenzie anti-droga.
Gli sviluppi dell’arresto, la battaglia legale e l’estradizione
Il 65enne ex ufficiale è stato catturato in Spagna dopo anni di latitanza e contenziosi legali tra Madrid e Washington. Il suo arresto ha comportato una lunga disputa riguardante l’estradizione. Il procedimento si è concluso nel luglio 2023 con la decisione di consegnarlo alle autorità statunitensi per affrontare i capi di imputazione legati al narcotraffico e al sostegno a organizzazioni terroristiche.
Il processo di estradizione ha definito un precedente rilevante per casi simili, mettendo in evidenza la cooperazione giudiziaria transnazionale nella lotta contro i crimini organizzati. Il sistema giudiziario americano ha accolto Carvajal Barrios, il quale ha optato per la dichiarazione di colpevolezza. A causa delle accuse pesanti, potrebbe affrontare una condanna fino all’ergastolo. Il processo si sta svolgendo presso il tribunale distrettuale di New York, con la sentenza fissata per il 29 ottobre 2025.
Le accuse formulate dagli stati uniti e le reazioni ufficiali
Le autorità americane hanno reso noto che Carvajal Barrios si è riconosciuto colpevole di cospirazione per introdurre cocaina negli Stati Uniti, di partecipazione attiva al narco-terrorismo a favore delle Farc, e di due capi di imputazione relativi alla detenzione e utilizzo illegale di armi da fuoco. Questi reati implicano responsabilità gravi, in particolare l’aver facilitato il finanziamento e le operazioni di un gruppo armato riconosciuto come organizzazione terroristica.
Il procuratore federale per il Distretto meridionale di New York, Jay Clayton, ha dichiarato che “questo caso dimostra l’impegno degli Stati Uniti nel perseguire funzionari stranieri che sfruttano la loro posizione per minacciare la sicurezza americana”. Il direttore ad interim della Dea, Robert Murphy, ha aggiunto che “Carvajal Barrios ha tradito il suo ruolo istituzionale per danneggiare volontariamente gli Stati Uniti”. Tali affermazioni indicano un clima di severità giudiziaria nei confronti di chi, da posizioni pubbliche, contravviene alle leggi internazionali.
Un contesto di tensione diplomatiche e indagini in corso
Gli sviluppi di questo procedimento si inseriscono in un contesto di crescente tensione tra il governo venezuelano e gli Stati Uniti, con l’accusa di complicità nel traffico di droga come nodo centrale delle dispute diplomatiche e giudiziarie. Le indagini hanno messo in luce i collegamenti tra figure militari venezuelane e movimenti armati esterni, alimentando ulteriori inchieste e controlli sulle rotte del narcotraffico nel continente americano.