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Due italiani su tre considerano il sorriso l’aspetto più importante nell’impressione ma la spesa resta bassa

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Il sorriso continua a svolgere un ruolo fondamentale nel modo in cui gli italiani si presentano agli altri. Secondo un sondaggio YouGov condotto per Curasept, il sorriso pesa più dello stato dei capelli o dello sguardo nella prima impressione. Tuttavia la spesa destinata alla cura del sorriso rimane moderata, con molti che investono meno di quanto sarebbe necessario per mantenere una buona salute orale ed estetica. Scopriamo come si sviluppa questo paradosso tra l’importanza attribuita al sorriso e le abitudini di spesa nel nostro paese.

L’importanza del sorriso nella percezione sociale degli italiani

Il sorriso viene riconosciuto da quasi due terzi degli italiani come l’elemento che maggiormente influenza l’impressione che si dà agli altri. Viene considerato più rilevante dello stato dei capelli, scelto dal 58%, e dello sguardo, menzionato dal 49%. Questa preferenza testimonia il valore attribuito all’estetica orale non solo in ambiti professionali ma nella vita quotidiana. Il sorriso rappresenta un vero e proprio “biglietto da visita” per il rapporto con gli altri, influenzando relazioni e comunicazione non verbale.

Nonostante questo, la pratica di prendersi cura del proprio sorriso sembra non riflettere appieno questa consapevolezza. Il sondaggio ha rilevato una certa discrepanza tra la forte considerazione data al sorriso e la quantità di denaro che gli italiani sono disposti a investire per mantenerlo bello e sano. Questo dato apre un’analisi sulle motivazioni dietro le scelte economiche e comportamentali riguardo all’igiene orale.

Caratteristiche della spesa degli italiani per la cura del sorriso

Il valore medio destinato dagli italiani alla cura del sorriso appare contenuto: il 35% dichiara di essere disposto a spendere fino a 200 euro all’anno, meno di un caffè quotidiano, per una gestione completa che garantisca salute ed estetica orale. Questa cifra, secondo gli esperti, è insufficiente per coprire almeno due sedute di igiene orale professionale annuali, insieme ai prodotti per la pulizia quotidiana e agli eventuali trattamenti estetici di routine.

Il dottor Matteo Basso, odontoiatra e docente dell’università degli studi di Milano, suggerisce una spesa più realistica compresa tra i 400 e i 500 euro all’anno per mantenere un sorriso sano e luminoso. Oltre all’aspetto economico, contano le priorità personali: molti rinviano o riducono le spese odontoiatriche a causa dell’aumento del costo della vita o di scelte di spesa alternative come auto o vacanze.

Anche nella scelta di spazzolini e dentifrici il prezzo rappresenta un elemento decisivo: il costo è valutato dal 41% degli intervistati per lo spazzolino, e dal 38% per il dentifricio, a pari merito con caratteristiche tecniche come la durezza delle setole.

Le conseguenze della scarsa prevenzione sulla salute orale e le finanze

Rinunciare o ridurre la prevenzione dentale impone un peso economico superiore a lungo termine. La tendenza a rivolgersi al dentista solo in caso di problemi acuti fa aumentare il rischio di complicazioni complesse e costose da trattare. Restituta Castellaccio, responsabile ricerca e qualità di Curasept, evidenzia che la mancata prevenzione non incide solo sulle finanze individuali, ma pesa anche sul sistema sanitario nazionale.

Oltre 23 milioni di italiani presentano qualche forma di patologia orale, dalla carie alle gengiviti fino a condizioni croniche come la parodontite. Questi disturbi assorbono una quota tra il 5 e il 10% della spesa sanitaria complessiva nei paesi ad alto reddito. La gestione di queste patologie richiede interventi complessi, spesso evitabili con un controllo assiduo e interventi tempestivi.

La prevenzione resta fondamentale

La prevenzione resta fondamentale per contenere non solo i costi diretti, ma anche quelli indiretti legati a un peggioramento della qualità della vita o a complicazioni sistemiche derivanti da infezioni orali non curate.

La relazione tra salute orale e benessere generale poco chiara per molti italiani

Una percentuale significativa di italiani ancora non riconosce il legame tra salute orale e condizioni più ampie del corpo. Il 49% non è consapevole che i batteri presenti nel cavo orale possono diffondersi oltre la bocca, aggravando altre patologie organiche. Manca poi la conoscenza o l’accettazione del dato che la xerostomia, cioè la sensazione di bocca secca, è una vera e propria patologia orale: più della metà del campione non la definisce tale.

Questa ignoranza o sottovalutazione è più pronunciata tra i rappresentanti della generazione Z, che mostrano quasi il doppio della percentuale di sconoscenza rispetto alle altre fasce d’età. L’assenza di una cultura approfondita e diffusa sulla salute orale contribuisce a minare le buone pratiche di prevenzione e visita regolare dal dentista.

Campagne informative necessarie soprattutto per i più giovani

Questo aspetto suggerisce la necessità di campagne informative mirate, soprattutto verso i più giovani, per incrementare la sensibilità su un tema che può influenzare condizioni di salute ben più ampie.

Le evidenze emerse indicano una situazione complessa: il sorriso resta elemento chiave della comunicazione visiva, ma le abitudini e le risorse dedicate a mantenerlo in salute mostrano un’ampia distanza che pesa sulla qualità della vita e sulle risorse pubbliche.

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