Una donna di 42 anni di Castelmagno, piccolo borgo nella valle Grana in provincia di Cuneo, è stata tratta in salvo dopo un lungo intervento di soccorso notturno. L’auto su cui viaggiava è precipitata in una scarpata ricoperta di vegetazione fitta, rendendo difficile individuarla subito. Le operazioni hanno richiesto oltre sette ore, tra ricerche, intervento di vigili del fuoco e soccorso alpino. La donna, ferita ma cosciente, è stata infine affidata alle cure mediche. Questo episodio arriva in una zona già segnata da una tragedia simile accaduta nel 2020.
La scoperta dell’incidente e l’allarme dato dal padre
La donna non aveva fatto ritorno a casa la sera del 22 aprile 2025. Il padre, preoccupato, ha denunciato la scomparsa intorno alle 23. I carabinieri si sono infatti attivati immediatamente per rintracciare la quarantaduenne, utilizzando ogni possibile strumento per individuarla. La mossa decisiva è stata la geolocalizzazione del suo telefono cellulare, che ha permesso di circoscrivere la zona di ricerca. L’area interessata risultava complicata da raggiungere, con una fitta vegetazione e scarpate ripide, rendendo la ricerca molto impegnativa.
Le ricerche al buio sono continuate senza sosta per circa quattro ore. Le squadre di soccorso si sono concentrate in località Campomolino, lungo la strada provinciale che collega Castelmagno a Pradleves. L’oscurità e il terreno impervio hanno rallentato le operazioni, mentre la vegetazione fitta ostacolava visibilità e accesso.
L’intervento di vigili del fuoco e soccorso alpino nella zona impervia
Quando i soccorritori hanno udito dei lamenti provenire dalla scarpata, è scattata la chiamata per l’intervento di vigili del fuoco e soccorso alpino. Queste squadre specializzate si sono calate lungo il pendio con attrezzature mediche e una barella spinale per prestare soccorso immediato. Per permettere il passaggio degli operatori, è stato necessario tagliare parte della vegetazione selvaggia.
L’intervento è durato circa tre ore, vista la complessità del terreno e la necessità di maneggiare la persona ferita con estrema cautela. La donna giaceva su rocce a circa trenta metri di profondità, vicino al torrente Grana. Nonostante le condizioni difficili, è stata mantenuta cosciente fino al momento del recupero, un elemento importante per il controllo medico.
Le condizioni della donna e la dinamica dell’incidente
La quarantaduenne riportava una sospetta frattura al bacino e a una gamba. Nonostante ciò, non era in pericolo di vita al momento del recupero, intorno alle sei del mattino. I sanitari l’hanno valutata sul posto prima del trasporto in ospedale per ulteriori accertamenti.
L’auto, una Fiat Panda, era uscita dalla strada provinciale con direzione Pradleves. Probabilmente ha perso il controllo per motivi ancora da chiarire, precipitando lungo la scarpata e terminando la corsa tra le rocce ai margini di un torrente. La caduta ha coperto circa trenta metri in verticale, spiegando la gravità delle ferite.
Un recupero complesso in una zona già segnata da tragedie
Questo episodio si consuma in un territorio noto per eventi drammatici recenti. Non lontano da Castelmagno, nel 2020, una Land Rover con a bordo nove giovani era precipitata in un dirupo. La tragedia aveva provocato la morte del guidatore di 24 anni e di quattro passeggeri, tutti ragazzi rientranti da una serata a osservare le stelle di San Lorenzo.
Quel fatto aveva lasciato un segno profondo sulla comunità montana, che ora accoglie questa vicenda con sollievo dato l’esito positivo del salvataggio. Le condizioni di viabilità e la conformazione del territorio restano elementi critici per la sicurezza, soprattutto quando gli incidenti capitano in orari serali e notturni. Le operazioni di soccorso in zone impervie continuano a essere una sfida per tutte le squadre di emergenza locali.